E’ scoppiata la “Garda monster mania”

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LAGO DI GARDA – T-shirt, felpe, cappellini, infradito, penne, tappetini per il mouse… Sul Garda esplode la Bennie-mania. Il fantomatico mostro del lago, simpatica leggenda che da qualche tempo è sapientemente alimentata in riviera, diventa oggetto di merchandising.

Gli ideatori dell’iniziativa, accennata tempo fa sui social network per fomentare la curiosità, escono ora allo scoperto. Sono Alessandro Florioli e Giorgio Andreatta, rispettivamente titolari delle ditte Graphic Style e Lab Center di Salò, che hanno affidato alla felice mano del grafico Marco Bolla, anche lui salodiano, il compito di disegnare il «Garda Monster». L’origine di tutto il clamore sollevato da Bennie, lo ricordiamo, si deve al video reporter gardesano Angelo Modina, presidente dell’associazione Deep Explorers, il cui sonar tempo fa ha registrato una sagoma serpentiforme, di circa 8 metri, sul fondo del lago.

Poi, grazie ad Armando Bellelli, ricercatore e storico con una sfrenata passione per i più misteriosi ed insoliti luoghi d’Italia (scopritore, con Marco Bertagna, del Sercol di Nuvolera, la Stonehenge bresciana), nel gennaio 2013 sul Garda è arrivata una troupe della trasmissione tv Mistero, programma di Italia Uno con cui Bellelli collabora: il conduttore Marco Berry si immerse nel lago con i sub della Deep Explorers alla ricerca di Bennie, nomignolo peraltro coniato dallo stesso Bellelli, ispiratosi al secondo nome del lago di Garda, Benaco.

Ovviamente Bennie si guardò bene dal farsi inquadrare dalle telecamere, ma il suo mito, tra incredulità e diffidenza, è tornato a galla, alimentando discussioni dai contorni evidentemente più goliardici che scientifici. Poi sul lago è arrivata anche un troupe della Zdf, la Rai tedesca, che lo scorso 20 settembre ha dedicato un servizio al lago e al suo lucertolone. Nei giorni scorsi Modina è stato chiamato a parlarne anche davanti alle telecamere di Uno Mattina, sulla Rai. Non sono mancati, ad alimentare la leggenda, neppure i presunti avvistamenti. C’è chi sostiene che il mostro non sia altro che un pesce siluro che, grazie alla mancanza di competitori alimentari, è cresciuto in modo ipertrofico, più del normale, superando abbondantemente i 4 metri di lunghezza che può raggiungere la specie.

Fatto sta che qualcuno ha pensato di cavalcare l’onda sollevata da Bennie con un colpo di pinna. «A breve – dicono Andreatta e Florioli – daremo il via alla vendita on line, sul sito gardamonster.it, poi alla distribuzione nei negozi del lago». I promotori dell’operazione augurano a Bennie la stessa fortuna del più noto “cugino” Nessie, il mostro di Loch Ness, la creatura domiciliata nelle profondità del bacino delle Highlands scozzesi che ha generato un giro d’affari milionario, alimentato da tour turistici e, appunto, dalla vendita di gadget tematici. In Scozia il business «mostruoso» funziona da tempo. Sul Garda staremo a vedere. Realtà o leggenda, in fondo, poco importa. Ciò che conta è che Bennie sia un mostro atipico: più che far paura, stuzzica la curiosità. E contribuisce a diffondere la conoscenza dell’ambiente sommerso del Garda.

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