Casinò, si completa il restauro della veranda

ARCO – Sono iniziati in questi giorni i lavori di completamento del restauro della veranda del Casinò di Arco, effettuato in parte alcuni anni fa.

I lavori, che comprendono anche il restauro del gazebo noto come «padiglione della musica», si concluderanno verso la fine di gennaio 2017. L’intervento ha una doppia valenza: consente da una parte il recupero funzionale della struttura, specialmente in riferimento a problemi di infiltrazioni d’acqua, dall’altra il ripristino del carattere storico e architettonico originario, da tempo non più visibile.

Il progetto esecutivo, redatto dal geom. Paolo Pedrotti dell’Area tecnica comunale, prevede una spesa complessiva di 184.735 euro, di cui 132.567 per lavori a base d’asta. La gara è stata esperita il 28 luglio 2016 e i lavori sono stati aggiudicati all’impresa Bronzini Luca & C. Sas di Rovereto per l’importo netto di euro 120.562 (lavori a base d’asta di euro 129.857 meno il ribasso del 9,333 % più gli oneri per la sicurezza di 2.824 euro).

Il completamento del recupero e della riqualificazione della veranda del Casinò di Arco è un intervento atteso, in particolare per quello che riguarda le strutture di sostegno della copertura in ghisa e il tavolato a cassettone di chiusura del sottotetto, strutture oggi non visibili perché coperte da un assito in legno aggiunto negli anni Sessanta. L’intervento consiste nel consolidamento statico e nel restauro dell’intera struttura portante, ovvero delle colonne e delle travature, e dei decori e delle parti in ferro e ghisa che ornano la struttura della copertura. Lavori delicati sottoposti alla supervisione della Soprintendenza per i Beni architettonici. Il consolidamento della struttura metallica, in particolare, prevede la sostituzione della travatura perimetrale, in più punti gravemente danneggiata, mentre le colonne e le parti ornamentali di ghisa e di ferro saranno sabbiate e restaurate. Dove necessario saranno eseguite riparazioni con saldatura e apporto di materiale specifico in ghisa. Le parti mancanti o irrimediabilmente danneggiate saranno ricostruite copiando l’originale.

Per quanto riguarda la copertura, il vecchio perlinato è troppo danneggiato dalle infiltrazioni per essere recuperato; è prevista perciò la sua ricostruzione, con particolare attenzione a riproporne l’aspetto originario. Il tutto sarà completato con una nuova guaina impermeabilizzante e con un manto di copertura in lattoneria. Le lastre di vetro retinato che costituiscono parte della copertura saranno sostituite con nuove di tipo stratificato con pellicola, in conformità alla normativa sulla sicurezza (in caso di rottura impediscono la caduta di frammenti). A completare l’intervento, il ripristino del sistema di gronde per lo smaltimento delle acque meteoriche, il rifacimento degli intonaci danneggiati e la tinteggiatura delle murature.

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Il Casinò municipale di Arco di Trento.

Il Casinò municipale

Oggi gestito da AMSA e sede di congressi e manifestazioni, il casinò di Arco in origine ha rappresentato il luogo di ritrovo e di svago della nobiltà mitteleuropea, che nella seconda metà dell’Ottocento aveva scelto la città quale luogo di cura invernale. Molti i personaggi che hanno dato lustro a queste sale e a questa contrada, tra cui Sissi, ovvero l’imperatrice Elisabetta, che fu forse ad Arco nel 1889 in occasione di un viaggio verso il Sud del Garda. La veranda, aggiunta nel 1900 assieme al grande salone delle feste, si affaccia sulla passeggiata di cura, dove spicca il gazebo della musica. Da notare il mappamondo e la colonnina dei venti che servivano a informare gli ospiti sulle condizioni meteorologiche.

L’edificio è stato sottoposto a vari interventi e ad alcune modifiche, in particolare dopo l’incendio del 1970, che hanno reso più complesso il restauro; in particolare, la scelta del colore delle facciate è stata condotta a partire dalle descrizioni d’epoca, incrociate con sondaggi sugli intonaci, che hanno evidenziato in epoca più lontana l’utilizzo di colori particolarmente vivaci, tendenti all’arancio. Nella scelta finale è stata considerata la necessità di dare una nuova unità ad un edificio formato sostanzialmente da tre corpi di fabbrica distinti, il Casinò originario, il salone delle feste e la sala consiliare (già cinema Impero).

Cenni storici

Una storia strettamente legata alle vicende così particolari della città, quella del Casinò di Arco, il cui nome deriva dal termine «casino», ovvero «circolo»: si trattava in origine del luogo di attesa per chi attendeva le cure. L’iniziativa della sua costruzione risale al 1883, quando il presidente del «Comitato di cura», Carlo Spitzmüller, ne propone la costruzione al Comune di Arco: il costo è impegnativo, 50 mila fiorini. La costruzione della veranda è successiva di qualche anno e avviene a cura del Comune che nel frattempo ha acquistato l’albergo, i bagni e il terreno dal Comitato di cura. L’opera può contare sul sostegno del signor Ludwig Hauber, cittadino di Monaco ma residente ad Arco, città della quale è innamorato, che mette a disposizione un contributo di 20 mila fiorini per la veranda. Nel 1899 il Comune dà avvio all’operazione e in pochi mesi acquista tutto, avvia i lavori per la veranda, rinnova lo stabilimento dei bagni, costruisce il nuovo salone municipale, amplia i giardini e rinnova l’albergo «Casino di cura».

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Il casinò di Arco al calar della sera.

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