Sacro GRA – Storie dal Grande Raccordo Anulare

RIVA DEL GARDA – Il film Leone d’oro di Gianfranco Rosi «Sacro GRA – Storie dal Grande Raccordo Anulare» (2013) è la proposta per lunedì 16 gennaio del cineforum Lunedì Cinema.

Presentato in concorso alla 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ha vinto il Leone d’oro al miglior film, primo documentario nella storia della rassegna veneziana ad aggiudicarsi il massimo riconoscimento. Il film di Gianfranco Rosi «Sacro GRA – Storie dal Grande Raccordo Anulare» (del 2013) è la proposta per lunedì 16 gennaio del cineforum Lunedì Cinema, nell’ambito del ciclo tematico «Il nuovo cinema italiano del reale».

La proiezione si svolge al Conservatorio di Riva del Garda con inizio alle ore 21. Durata un’ora 39 minuti.

Il film documenta, senza commento esterno o interviste di sorta, scene di vita reale che si svolgono tutte in prossimità del Grande Raccordo Anulare (il GRA del titolo), l’anello autostradale che circonda Roma.

Roberto fa il barelliere sulle ambulanze del 118 e pertanto passa spesso la notte a soccorrere, fra gli altri, le vittime di incidenti stradali sul GRA. Vive da solo e talvolta nel tempo libero si intrattiene in video-chiamata con un’amica. Ha un tenero rapporto con l’anziana madre malata.

Francesco è un botanico intento a difendere un’oasi di palme dall’attacco del punteruolo rosso, un micidiale coleottero parassita che distrugge le piante dall’interno. La meticolosità con cui monitora il territorio pianta per pianta, con l’ausilio di un registratore digitale che rileva la presenza dei parassiti nel tronco delle palme, parrebbe suggerire che la lotta all’insetto rappresenti per lui un’autentica missione.

Il principe Filippo Pellegrini vive, assieme alla giovane moglie Xsenia e alla figlia Anastasia, in un sontuoso palazzo in zona Boccea che la famiglia affitta a convegni, sfilate, come bed and breakfast e set per cinema e fotoromanzi. L’enorme abitazione, arredata in modo piuttosto vistoso ed eccentrico, ospita anche un piccolo teatro. Nella pausa di lavorazione di un fotoromanzo, l’anziano attore Gaetano confida a una giovane amica attrice una sorta di lezione di vita.

Cesare è uno degli ultimi pescatori di anguille ancora rimasti sul Tevere; abita, assieme alla compagna ucraina, su una grossa zattera in riva al fiume, a poca distanza dal punto in cui il suo corso interseca gli alti viadotti del GRA.

Paolo è un nobile piemontese, apparentemente decaduto, dalla lunga barba e dal parlare molto forbito, che – per ragioni ignote allo spettatore – abita ora con la figlia laureanda Amelia in un monolocale, dentro una fredda e anonima palazzina, probabilmente uno dei tanti edifici occupati da sfrattati e sfollati precedentemente adibito a uffici, nei pressi dell’aeroporto di Ciampino, sorvolata di continuo da aerei di linea a bassa quota; da lui stesso apprendiamo che dalla finestra di casa si gode la vista della cupola di San Pietro. Nello stesso palazzo (che il regista riprende sempre dall’esterno, con identica inquadratura fissa su ciascun appartamento) vive fra gli altri una famiglia di immigrati, il cui giovane figlio si diletta con attrezzatura per deejay.

L’alternarsi delle storie citate è inframmezzato da numerosi e più brevi episodi interlocutori, tra i quali: anziane prostitute che stazionano ai margini della strada dentro un camper scalcinato, una coppia di giovani cubiste che allieta la vista dei clienti di un chiosco-bar ballando sul bancone, un raduno di devoti che assistono a una “apparizione della Vergine”, e la riesumazione di vecchie salme del cimitero Flaminio di Prima Porta, destinate a una fossa comune anch’essa non lontana dal Raccordo Anulare.

[su_youtube url=”https://www.youtube.com/watch?v=jmq5yaWtGSg”]

Il cineforum

«Lunedì Cinema», giunto alla sesta edizione e organizzato dai Comuni di Arco e Riva del Garda per la cura del centro culturale «La Firma» in collaborazione con la Federazione Italiana Cineforum, è pensato come occasione di confronto per una lettura più approfondita di un film, di un regista o di un genere cinematografico, ma soprattutto per incontrarsi, parlare di cinema e scambiare opinioni. Il calendario è stato selezionato per sorprendere e incuriosire un pubblico ampio: infatti, come tradizione, sono proposti cicli diversi, caratterizzati da temi specifici, che consentiranno di approfondire la conoscenza del cinema, delle sue espressioni e della sua storia.

L’ingresso avviene con tessera FIC sottoscrivibile la sera della proiezione, al costo (invariato) di 12 euro (5 euro per gli studenti fino ai 25 anni d’età), valida per l’intera stagione. Le proiezioni iniziano alle ore 21.

Immagine dal film "Sacro GRA – Storie dal Grande Raccordo Anulare".
Immagine dal film “Sacro GRA – Storie dal Grande Raccordo Anulare”.

I commenti sono chiusi.