Salò chiama Brescia: dacci il Bigio

SALÒ – Il direttore del MuSa Giordano Bruno Guerri rinnova la richiesta al sindaco di Brescia: “Dacci il Bigio”. Salò vuole il colosso della discordia.

Saputo che che il basamento della contestata statua di Arturo Dazzi, in piazza Vittoria a Brescia, accoglierà un’opera di Mimmo Paladino, Guerri ci riprova e chiede nuovamente il Bigio al Comune di Brescia: «Prestateci il Bigio! Non giova a nessuno che un’opera così importante rimanga nei magazzini».

L’appello è sostenuto anche da Vittorio Sgarbi e dal sindaco della cittadina gardesana Giampiero Cipani, che dichiara: «Il MuSa ha un’ampia sezione dedicata al periodo della Repubblica Sociale Italiana ed è quindi il luogo dove il Bigio potrebbe trovare la sua logica collocazione. Ovviamente non per fare apologia del fascismo, ma perché quella statua è una testimonianza di un periodo infelice della nostra storia di cui già si parla nel nostro museo».

Se Brescia non vuole il Bigio, dunque, perché non esporlo a Salò?

«Il MuSa – dice il direttore del museo salodiano Giordano Bruno Guerri – si propone di valorizzare la statua di Dazzi, opera oltretutto coerente con il progetto culturale del museo, che ha una sezione importante dedicata alla Rsi e che si appresta a dedicare l’intero terzo piano alla storia del fascismo, che dobbiamo conoscere per tutti i danni che ha fatto. Non conoscerlo, aumenta il danno».

Guerri e Cipani rinnovano dunque la proposta al sindaco di Brescia («Nessun  regalo, ma un prestito o un comodato», precisa il sindaco gardesano) e chiedono di poter avere il colosso della discordia, sette metri e mezzo di marmo di Carrara scolpiti nel 1932 da Arturo Dazzi, rimossi da piazza Vittoria nel 1945 (nella foto sopra la collocazione originale della statua) poiché additati come simbolo del regime e rinchiusi in magazzino.

Dove potrebbe essere collocato? «Nel chiostro del MuSa – dice Guerri – o, meglio, all’esterno del museo, nella piazzetta che dà su via Brunati, dove si trova l’ingresso al Nastro Azzurro».

Il Bigio sarebbe un testimonial perfetto per il museo civico salodiano e i suoi allestimenti dedicati alla storia contemporanea.

Giordano Bruno Guerri, foto di Marco Beck Peccoz
Giordano Bruno Guerri (foto di Marco Beck Peccoz).

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