Serata cremisi, i Bersaglieri invadono Salò a passo di corsa

SALÒ – Sabato 1° luglio in piazza Vittoria concerto della “1° Serata Cremisi” organizzata dai Bersaglieri della Valtenesi. Il fascino senza tempo della fanfara dei “Fanti piumati”.

Il programma prevede: alle 18.30 la messa commemorativa in Duomo, celebrata dal Col. d. Francesco Argenterio (già cappellano militare dei Bersaglieri); alle 20.40 la deposizione di un omaggio floreale al Monumento dei Bersaglieri; alle 20.50 la partenza del corteo dal Duomo, preceduto dalla Fanfara, con breve sfilata sul lungolago Zanardelli e arrivo “a passo di corsa” in piazza Vittoria; alle 21 onori al Monumento ai Caduti; alle 21.10 il Concerto della Fanfara dei Bersaglieri “Aminto Caretto” di Bedizzole. L’ingresso è libero.

La presenza dell’Associazione Nazionale Bersaglieri a Salò risale al 1933, quando il Gr. Uff. Luigi Ebranati, decorato con Medaglia di Bronzo al Valor Militare, costituì la sezione A.N.B. intitolandola alla memoria del Magg. M.A.V.M. Luigi Salvadori, eroe delle guerre d’Indipendenza del 1859 e 1866.

La Sezione, ora purtroppo disciolta, contava numerosi soci e simpatizzanti. Dette tra l’altro vita ad una propria Fanfara e, nel 1983, in occasione del 50° anniversario di fondazione, organizzò un bellissimo raduno durante il quale venne scoperta la targa in marmo e bronzo che ancora oggi è visibile nel parcheggio alle spalle del Duomo (parcheggio Baden Powell), a testimonianza del lavoro svolto negli anni dai propri iscritti.

La Sezione storica di Polpenazze è stata fondata nel 1955 dalla volontà del Bers. Vezzola Gianbattista, in onore allo S.ten Piertancredi Pluda (sepolto nel cimitero di Polpenazze). Nel corso della sua storia ha raccolto i suoi Bersaglieri raggiungendo numeri ragguardevoli, ma, come sovente accade, i numeri sono andati scemando fino a qualche anno fa, quando, con l’intervento del Bers. Nicola Tobanelli, la Sezione ha ritrovato nuova linfa con i nuovi iscritti.

Da pochi anni la Sezione ha anche una sede in piazza Biolchi, nel palazzo comunale di Polpenazze.

Dall’estate del  2015 la presidenza è nelle mani del Bers. Bocchio Umberto, il quale, coadiuvato dalla laboriosità suo vice Tobanelli (ex presidente),  da alcuni componenti della Sezione stessa ma anche da amici di altre associazioni Bersaglieresche e non,  riescono a dar vita annualmente a piccole manifestazioni dove far risuonare l’amata e l’allegra musica dei Bersaglieri.

Da alcuni anni la Sezione è andata accogliendo iscritti provenienti dai paesi limitrofi e, recentemente, ha quindi proposto la nuova denominazione in “Polpenazze-Valtenesi”, in ossequio alla propria missione: mantenere vivo il ricordo delle gesta del Corpo dei Bersaglieri e tramandare i valori che hanno contribuito ad edificare la nostra Patria; non disperdere il patrimonio di esperienze dei residenti in Valtenesi e Salò, che abbiano svolto il loro servizio militare come Fanti Piumati.

Per ottenere questo risultato, eventi e cerimonie istituzionali rappresentano un forte momento di “richiamo”, così come manifestazioni che affianchino un momento “formale” (ad esempio, l’omaggio ai Caduti) ad una serata d’intrattenimento musicale.

Alla serata del 1° luglio a Salò saranno presenti il Gen. Di Brigata Ennio Betti di Torino (ex presidente interregionale ANB del Nord) e il presidente onorario dell’Associazione Nazionale Bersaglieri Gen. Di Corpo d’Armata Benito Pochesci di Milano, nonché il presidente provinciale A.N.B Bers. Domenico Piovani ed il suo vice Bers. Andrea Calebich.

Padre Cesare, bersagliere  iscritto a Polpenazze.
Padre Cesare, bersagliere iscritto a Polpenazze.

I bersaglieri e la fanfara

Bersaglieri e Fanfara sono nati insieme, il primo Bersagliere trombettiere lo troviamo il 1° luglio 1836 e la nascita dei bersaglieri avviene a Torino il 18 giugno del medesimo anno per iniziativa di Alessandro La Marmora (leggi qui la storia dei Bersaglieri: www.bersaglieri.net/storia-del-corpo).

Una delle più significative ed esaltanti fra le tradizioni che sono nate e cresciute con la storia del Corpo dei Bersaglieri è la “Fanfara”, perché costituisce una simbiosi perfetta con i Bersaglieri. Non potrebbero esserci Bersaglieri senza Fanfara, né Fanfara senza Bersaglieri. In origine le trombe servivano in combattimento, a seconda degli squilli i Bersaglieri si spostavano avanti, indietro, a destra, a sinistra, senza bisogno di altri ordini.

Spesso uno squillo di tromba, dato al momento giusto, volgeva a proprio favore l’esito di un combattimento, Lo stesso maresciallo Radetzky dovette ammettere: «Non possiamo non riconoscere le prove di valore che i Bersaglieri hanno dato nella campagna, ma avevano dalla loro un’arma in più: le trombe».
L’organico iniziale dei bersaglieri prevedeva per ogni compagnia tredici trombe con funzioni di segnali, a disposizione del comandante e degli ufficiali subalterni, sia per la normale vita di caserma che per l’azione bellica o addestrativa. Il trombettiere, con tutta una serie di squilli, annuncia la sveglia, il caffè, la corvée, l’adunata, il rapporto ufficiali, etc, fino all’agognato silenzio.

Sul campo la tromba segnala l’attacco, l’arretramento, la diversione, e tutte le altre manovre previste dall’impiego. L’addestramento dei trombettieri vien fatto per battaglione (unità base dei bersaglieri). Poiché la buona volontà non manca in breve sotto la guida di esperti maestri si passa ad un repertorio vario, non solo militare, che permette di tenere brevi concerti. Detto e fatto, con colpo di mano gerarchico, i trombettieri più bravi restano in pianta stabile in questo nuovo complesso inserito nella compagnia comando di battaglione. La direzione viene presa da un capo fanfara, grande intenditore di musica. Gli strumenti s’arricchiscono di vari ottoni e i reparti si devono ridotare di un minimo di trombettieri per le necessità. Nel 1883 i battaglioni vengono accorpati operativamente in Reggimenti e nasce la fanfara reggimentale, che fino al 1975 sarà il fulcro dell’addestramento in caserma. Si marcia al passo di fanfara (179 passi/minuto), si corre e si canta. Gli esercizi ginnici si fanno sulle note della fanfara che danno il tempo per l’inizio e la fine. Per le strade in festa o sui campi di battaglia lo strumento musicale e la carabina si fondevano insieme e il primo era sempre animatore dell’azione dell’altra.

Oggi i componenti della Fanfara costituiscono un reparto a parte, non portano armi e indossano la stessa uniforme di parata degli altri Bersaglieri. Portano in più un paio di paramaniche di cuoio nero.
Chi non si è entusiasmato almeno una volta vedendo passare di corsa la fanfara dei Bersaglieri? 

La Fanfara dei Bersaglieri “Aminto Caretto” di Bedizzole.
La Fanfara dei Bersaglieri “Aminto Caretto” di Bedizzole.

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