Via libera alla TAV Brescia-Verona. Ricorso dei No Tav

BASSO GARDA – Dopo la notizia dell’approvazione del tratto Brescia-Verona il Coordinamento No Tav annuncia battaglia e presenta un ricorso al Consiglio di Stato. 

In un lungo comunicato, che di seguito riportiamo integralmente, la posizione del Coordinamento No Tav.

«Nella serata del 10 luglio 2017 abbiamo appreso dell’approvazione da parte del CIPE del progetto definitivo della linea AV/AC Brescia – Verona, “Lotto Brescia est – Verona (escluso nodo di Verona)”, dal costo di 2.499 milioni.

Il CIPE ha altresì approvato l’avvio della realizzazione delle opere del 1° lotto costruttivo del “Lotto Brescia est – Verona (escluso nodo)” e disposto la progettazione, in sostituzione del cosiddetto “Shunt di Brescia”, della soluzione “Quadruplicamento in affiancamento alla linea storica nell’ambito del Nodo di Brescia.

Proprio in questi giorni il Coordinamento No Tav Brescia-Verona (www.notavbs.org) tramite l’Associazione Cittadini Bresciani e Veronesi per la Tutela dell’Ambiente, insieme ad altre realtà politiche, ambientali e di futuri espropriati ha dato seguito all’azione legale successiva all’esito negativo del ricorso davanti al Tar del Lazio.

E’ stato infatti notificato il ricorso in appello al Consiglio di Stato con la richiesta di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Nei confronti della sentenza del TAR gli appellanti hanno riproposto tutti i vizi che avevano già proposto con il ricorso: le violazioni della normativa Comunitaria in materia di affidamento delle opere pubbliche non essendo mai stata fatta una gara pubblica, inottemperanze del progetto definitivo alle prescrizioni ambientali derivanti dalla delibera CIPE n. 12/2003 ed anche nei pareri della Commissione VIA del 17.04.2015 e del 29.05.2015.

L’inadeguatezza del progetto che il CIPE ha approvato è stato confermato dal parere del 15/12/2016 espresso dall’Assemblea del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che ha chiesto al Governo di rivedere il progetto. In particolare, si chiede di rivedere tutte le misure antisismiche previste in quanto non aggiornate con le normative vigenti e questo è un elemento fondamentale in una zona sismica come quella del Garda se si vuole garantire la sicurezza dei cittadini.

E’ stata riproposta anche la censura riguardante la mancata valutazione dell’opzione zero e/o di opzioni alternative dato che, se esse fossero state esaminate (e non lo sono mai state) questo progetto così costoso e così impattante non sarebbe stato approvato. Oltre ad altre censure relative al mancato esperimento della procedura di Valutazione Ambientale Strategica, alla mancata tutela del Laghetto del Frassino ed in generale del patrimonio ambientale, sono stati riproposti anche i vizi riguardanti la seconda reiterazione del vincolo urbanistico, ormai di durata ventennale. L’atto di appello verrà ora depositato in Consiglio di Stato e si attende che il Giudice fissi l’udienza per la discussione dell’appello.

Nonostante tutte le criticità, nella giornata di ieri è prevalsa la logica politica in difesa degli interessi di grosse aziende di Stato quali Fs e ENI con Cepav Due.

Nessun rispetto per il parere delle comunità locali, nessun rispetto per un territorio altamente problematico dal punto di vista ambientale,  e nessun rispetto neanche per le poche regole che ormai normano gli iter autorizzativi in materia di Grandi Opere.

Nei comunicati usciti sulla stampa, addirittura sembra sia previsto uno studio di fattibilità per la realizzazione di una possibile fermata aggiuntiva sul Garda. Un’alta velocità che diventa sempre più lenta rendendosi conto che le esigenze dei territori sono altre. Un’alta velocità che sembra sempre più inutile cosi come progettata e poco giustificabile.

Il progetto della tratta Tav Brescia – Verona  è inaccettabile.
Non lo diciamo solo noi che da anni ci battiamo contro questa inutile opera, ma anche alcuni dei più importanti organi tecnici dello Stato. Non solo ci sono grosse lacune dal punto di vista tecnico, ma addirittura si parla di un progetto che non rispetta le norme antisismiche, in un territorio fortemente sismico come quello del Garda e che, solamente il mese scorso, è tornato a tremare.

Non ci stupiamo di quanto approvato ieri, in materia di TAV in tutta Italia, a prevalere sono sempre le logiche speculative e privatistiche a discapito di tutto.

Aspettando ulteriori particolari che ci permettano di capire meglio con che logica sia avvenuta questa approvazione, ribadiamo il fatto che l’iter autorizzativo non è ancora concluso: manca, ad esempio, il passaggio alla Corte dei Conti per valutare la copertura finanziaria dell’opera. Sottolineiamo che con questa approvazione la nostra battaglia entra in una nuova fase.

Non lasceremo ovviamente intentata nessuna strada, ma pensiamo sia necessario rilanciare la mobilitazione popolare: dobbiamo tornare a riempire le strade dei luoghi che abitiamo e viviamo.

Non resteremo testimoni dell’ennesima devastazione che vogliono infliggere al nostro territorio, che, lo ricordiamo, vanta la presenza delle più grandi discariche di rifiuti speciali d’Europa, le quali, con drammatica regolarità, continuano a bruciare in circostanze sospette.

Non resteremo chiusi in casa, sequestrati dai cantieri di opere inutili e soffocati dai miasmi tossici.

Non resteremo passivi e chiederemo, ancora una volta, che i soldi pubblici siano spesi per qualcosa di effettivamente utile al nostro territorio, a partire dalle bonifiche ambientali che da troppo tempo aspettiamo. Qua viviamo e qua resisteremo!»

treno tav

La Tav nel basso Garda

L’inizio dell’opera, o meglio la cantierizzazione dell’opera, nel tratto Bresciano dell’Alta Velocità è individuato nel Comune di Lonato dove è prevista la realizzazione di un doppia galleria di 7 km per un fronte di 30 metri che attraversa Lonato per riemergere in Comune di Desenzano e proseguire poi per Verona.

L’inizio del cantiere TAV a Lonato significa un decennio di ulteriore isolamento per la frazione Campagna posta a ridosso dell’area di cantiere, che vedrebbe interrotta la possibilità di raggiungere il centro del paese e la direttrice verso Brescia. Da notare che nell’area dove si prevede di localizzare il cantiere e le attrezzature per la realizzazione dello scavo manca completamente una adeguata viabilità per un cantiere di simili proporzioni. Si accede alla SS per Brescia e Verona passando a ridosso del capoluogo, inoltre per arrivare alla SS Lenese è necessario il rifacimento del ponte sull’autostrada e una bretella che aggiri la strettoia al centro della frazione Campagna.

Il tracciato causa gravi interferenze con alcune importanti aziende locali situate sul tracciato della ferrovia e costrette a dislocare altrove il prodotto finito perché la linea passa nel bel mezzo dei piazzali di stoccaggio.

Evidenti sono ancora i problemi di trattamento in loco dello “smarino” di scavo che è un rifiuto speciale, e naturalmente necessiterà di apposite discariche per il conferimento. Nuove cave di prestito sorgeranno per sostenere la necessità di calcestruzzo e ghiaie, malgrado 7 km di galleria rimangono un affare per coloro che avranno opportunità di estrarre enormi quantità di ghiaia e sabbia.

La galleria che attraversa le colline ad una profondità variabile ma fino a 30 metri causerebbe una barriera al deflusso delle falde sotterranee con problemi di prosciugamento dei pozzi a sud del paese e innalzamenti di falda a nord.

Fuori della galleria di Lonato, in territorio di Desenzano del Garda, si distende l’anfiteatro morenico del basso Garda con le sue colture a vitigno DOC, di Lugana oltre che ad un ambiente collinare di insostituibile ricchezza storica, naturale e culturale. Qui la linea alta velocità passa in rilevato e trincee, di elevato potenziale distruttivo del territorio.

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