Pressione antropica e ambiente. Le proposte di Legambiente

LAGO DI GARDA – Nuovo impianto di depurazione; numero chiuso per edificabilità e presenze turistiche; rinaturalizzazione della costa… ecco le proposte di Legambiente per salvare il lago.

«I tre più grandi laghi del nostro paese, Garda, Maggiore e Como – dice Legambiente – racchiudono il 70 % delle acque dolci italiane, un patrimonio ambientale e idrico fondamentale soprattutto in considerazione della loro collocazione in regioni maggiormente popolate, industrializzate, sedi di agricoltura e allevamento intensivi. A questi aspetti vanno aggiunte le notevoli valenze naturalistiche che i bacini imbriferi contengono, accrescendone l’importanza ambientale».

Eppure il Garda è in sofferenza. Con quasi 190mila abitanti residenti e oltre 25 milioni di presenze turistiche (il 75% si concentrano nei 4 mesi estivi), il Garda si configura come una tra le più grandi aree metropolitane italiane che, per effetto della pressione antropica esercitata, rischia un vero e proprio collasso ambientale che incide negativamente anche sulla più importante e insostituibile risorsa locale, il turismo.

Legambiente, in occasione della campagna Goletta dei Laghi 2017, ha avanzato alcune proposte rivolte ai cittadini e a tutti i livelli istituzionali, relative alla gestione del corpo idrico, con particolare riferimento alle criticità in merito alla rete di depurazione.

Eccole:

– promuovere la redazione del progetto definitivo ed esecutivo, nonché la sua realizzazione, del nuovo impianto di collettamento del Garda. Indispensabile per questo impegnarsi a ricercare ogni forma di finanziamento possibile, a partire dalle risorse deliberate lo scorso dicembre dal CIPE. Essendo tali fondi comunque additivi, vanno ricercate risorse proprie derivanti, ad esempio, dalla tassa di soggiorno, o da una tassa di scopo a carico dei turisti, o altre forme ricadenti sul territorio gardesano;

– introdurre, per tutte le dinamiche che coinvolgono il Garda, il concetto di “limite”, in particolare per l’edificabilità, le presenze turistiche e la viabilità. Il suolo è prezioso e non rinnovabile, limitato e finito. Preservarlo è “conditio sine qua non” per garantire la continuità di un turismo di qualità, unico modello in grado di garantire ambiente ed economia locale, paesaggio e qualità della vita per residenti e ospiti.

– promuovere uno studio approfondito sulla fascia perilacuale che ne preveda la rinaturalizzazione. Gli habitat costieri contengono molti elementi naturali che si intrecciano con l’ecosistema lacustre per formare una rete ecologica. La vegetazione, i sedimenti e il detrito giocano un ruolo importante nei cicli vitali dei pesci e della fauna costiera. Le fasce riparie possiedono una efficace capacità di intercettazione dei nutrienti provenienti dalle aree agricole adiacenti, abbattendo anche oltre il 90% del contenuto di azoto e fosforo nell’acqua di scorrimento superficiale e subsuperficiale, che afferisce al corpo d’acqua.

– valutare lo stato di salute dei corsi d’acqua che scendono a lago, promuovendo periodici prelievi delle loro acque per verificare la presenza di inquinanti, organici e non. Conoscere la qualità delle acque dei torrenti permette di individuare eventuali scarichi abusivi o mancati allacciamenti alla rete fognaria locale. L’obiettivo in capo alle amministrazioni locali sarà quello di fornire reti adeguate per la raccolta separata delle acque nere da veicolare nel nuovo collettore, promuovendo una riforma dei regolamenti edilizi che privilegi ed incentivi la realizzazione di vasche per la raccolta delle acque piovane.

– istituire un Osservatorio Interregionale per il Garda, che riunisca tutti gli attori del territorio con compiti di tutela dell’ecosistema e di promozione di attività scientifica e di ricerca.

Clicca qui per consultare il documento integrale di Legambiente.

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