Furto delle reliquie di Wojtyla. Si segue la pista locale

TIGNALE – Al Santuario di Montecastello lavorano i Carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche di Brescia. Si ipotizza il coinvolgimento di almeno una persona del posto.

«Crediamo sia coinvolto qualcuno della nostra comunità», dice don Giuseppe Mattanza, parroco di Tignale, da due giorni assediato dai cronisti saliti fin quassù per raccontare il clamoroso furto delle reliquie di San Giovanni Paolo II, qualche goccia di sangue di Papa Carol Wojtyla, donate al Santuario gardesano e alla comunità tignalese nel marzo del 2014 dal cardinale di Cracovia.

Il parroco, nell’avviso ai parrocchiani affisso all’ingresso della chiesa di Gardola, ha ricostruito la dinamica di quanto accaduto nella notte tra lunedì 16 e martedì 17 ottobre: dopo essersi nascosti nel Santuario, facendosi chiudere all’interno dopo l’orario di chiusura, le 18.30, i ladri hanno forzato le porte delle due sacrestie, da dove sono stati prelevati sei calici della messa, due pissidi e il reliquario con i frammenti ossei del Beato sacerdote polacco Jerzy Popieluszko, più altri oggetti di scarso valore. Poi sono penetrati nella cosiddetta “Casa Santa”, dietro l’altare maggiore, asportando il reliquario di San Giovanni Paolo II. Hanno quindi fatto irruzione nei due appartamenti del custode e del rettore, sfondando le porte e rovistando dappertutto.

Don Giuseppe Mattanza, parroco a Tignale.

«Una dinamica – dice don Giuseppe – ci fa pensare a persone che il Santuario lo conoscono bene. E ogni buon tignalese lo conosce, dato che questa chiesa è il cuore di questa comunità. Tutti ci sono affezionati, tutti lo hanno visitato più volte nella loro vita. I tignalesi conoscono ogni cosa del loro Santuario».

Don Giuseppe Mattanza rinnova l’appello ai malfattori: «Fateci ritrovare, anche in forma anonima, ciò che avete rubato. Soprattutto i reliquari, difficilmente collocabili sul mercato: sono catalogati e soprattutto non si tratta di oggetti d’oro o antichi, come forse pensavano i ladri».

La cosiddetta “Casa Santa”, situata dietro l’altare maggiore del Santuario di Montecastello. È la parte più antica del Santuario, forse ciò che resta di un tempietto che si fa risalire all’802. Qui erano conservate le reliquie di San Giovanni Paolo II.

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