Brucia l’Alto Garda. Centinaia di ettari fumo. Caccia ai piromani

TREMOSINE – Da venerdì notte si lotta contro il fuoco tra Passo Nota e Tremalzo. L’incendio è certamente di origine dolosa. In cenere centinaia di ettari. Polemiche sui pochi mezzi a disoposizione.  

Dalle 24 di venerdì 27 ottobre le squadre antincendio lottano contro le fiamme nella zona tra Passo Nota e Tremalzo, nel Comune di Tremosine. Un gigantesco incendio sta devastando una delle aree boschive più pregiate, dal punto di vista naturalistico, del Parco dell’Alto Garda bresciano.

Ancora presto per fare un bilancio dei danni. Nel primo pomeriggio di oggi, domenica 29, il sindaco di Tremosine Battista Girardi,  a Passo Nota per seguire le operazioni, parlava di “centinaia di ettari andati in fumo, almeno 200. Un danno ambientale rilevantissimo”.

Nella giornata di ieri, nonostante la vastità del fronte delle fiamme, che divampano su versanti montuosi inaccessibili da terra, e il pregio dell’area minacciata (una zona SIC, sito di interesse comunitario), ha operato un solo elicottero di Regione Lombardia.

Oggi, fortunatamente, si è mossa la Provincia di Trento, che ha inviato due elicotteri dei Vigili del Fuoco. Nel pomeriggio, ma colpevolmente in ritardo, sono stati fatti intervenire due canadair.

Un elicottero dei Vigili del Fuoco della provincia di Trento di rifornisce alla vasca allestita a Passo Nota

Pare addirittura che non ci fosse disponibile un D.O.S, acronimo di Direttore Operazioni Spegnimento, la figura che in un incendio boschivo dirige le operazioni di spegnimento, ma principalmente dirige in sicurezza i mezzi aerei presenti, che senza di lui non possono operare. Fortunatamente si è messo a disposizione il DOS Marco Mozzi, della Comunità Montana di Valle Sabbia. Ricordiamo che senza questa figura non sarebbero neppure potuti volare gli elicotteri.

Intanto è certa l’origine dolosa dell’incendio, appiccato venerdì sera in due punti distinti, a distanza di circa 500 metri l’uno dall’altro. Indagano i carabinieri.

Di fatto è brucato metà SIC (Sito di Importanza Comunitaria) “Corno della Marogna”, area estremamente significativa da un punto di vista naturalistico per la presenza di numerosi tipi di habitat, moltissime specie endemiche e di importanza internazionale. Si tratta del santuario naturalistico del Parco altogardesano, rifugio e habitat di specie animali e vegetali.

Localizzato nel settore settentrionale del Parco dell’Alto Garda Bresciano, il SIC Corno della Marogna si presenta come una serie di convalli laterali alla valle principale percorsa dal torrente San Michele, accanto al settore orientale della Valle di Bondo. A nord del SIC c’è il gruppo del Monte Tremalzo che si spinge fino al Monte Caplone.

Il paesaggio è unico nel suo genere, da un lato con viste suggestive sul lago e dall’altro con viste sui versanti boscati o rocciosi delle valli interne. I boschi di latifoglie, di conifere e misti si caratterizzano per la presenza di pino nero, frassino, orniello, querce, faggio, pino silvestre, abete rosso e pino montano.

Sulle rupi vegetano pregiati endemismi. Altrettanto la fauna montana è arricchita dalla presenza di camosci, stambecchi, numerosi cervi e caprioli. Nidificano l’aquila e il gallo forcello, nonché una variegata avifauna di alto valore naturalistico.

Il SIC “Corno della Marogna” è uno dei pochi siti lombardi dove venga regolarmente segnalato lo stupendo Picchio cenerino.

Chi colpisce e distrugge questo patrimonio dovrebbe essere perseguito e trattato come il peggior criminale.

Il danno ambientale è enorme. centinaia di ettari di bosco pregiato andati in fumo.

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