Un Garda da Oscar nel nuovo film di Luca Guadagnino

LAGO DI GARDA – Anche il paesaggio del Garda (e di Sirmione) nel film “Chiamami col tuo nome”, quattro nomination agli Oscar. I precedenti sono numerosi.

Sfilerà anche il lago di Garda sul red carpet della notte degli Oscar, la cui cerimonia, la novantesima, è prevista per domenica 4 marzo.

Il lago e il suo paesaggio fanno infatti da sfondo ad alcune scene del film di Luca Guadagnino «Call me by your name (Chiamami col tuo Nome)», che esce nelle sale italiane oggi, giovedì 25 gennaio, e che ha ottenuto ben 4 Nomination importanti: miglior film, miglior attore protagonista, Timothée Chalamet, miglior sceneggiatura non originale (adattata da James Ivory) e miglior canzone originale (Sufjan Stevens – Mistery of love).

Ambientato nel nord Italia nel 1983, il film racconta la storia d’amore tra Elio (Timothée Chalamet), un diciassettenne residente in Italia, e lo studente americano Oliver (Armie Hammer).

Il film è stato girato anche a Sirmione, nella zona delle Grotte di Catullo e sulla suggestiva spiaggia Giamaica, luoghi che fanno da sfondo alla vicenda narrata dal film per circa due minuti e mezzo e che i gardesani certamente riconosceranno.

Non è la prima volta, ovviamente che il paesaggio del lago fa da sfondo a un film destinato al grande schermo.

Attorno al Garda si sono allestiti set di produzioni di ogni genere. Come il ventiduesimo episodio della serie di James Bond, che si apre con un inseguimento mozzafiato girato sulla Gardesana e le strade dell’Alto Garda.

Il primo film girato sul Benaco è probabilmente «Il Tiranno del Garda», del 1954, di Ignazio Ferronetti, un dramma storico nel quale i pescatori gardesani si ribellano alle vessazioni di re Berengario.

Negli anni Sessanta alcuni coraggiosi produttori cinematografici, fra i quali la Bertolazzi Film, ambientarono invece sul lago una saga piratesca (leggi qui). Peschiera divenne una piccola Cinecittà del Nord, con capannoni, villaggi e finti vascelli.

Risalgono agli anni ‘60 anche le opere più note il regista salodiano Angio Zane: una serie di western all’italiana, antesignani del genere «spaghetti western», girati nelle valli di Toscolano a Gargnano. Di Angio Zane sono famose alcune pubblicità del Carosello (la stella della qualità di Negroni, lo spot della cedrata Tassoni con Mina che ancora oggi presta la voce per le pubblicità televisive dell’azienda salodiana).

«Senso» di Luchino Visconti, realizzato nel 1954, porta sul grande schermo il suggestivo Ponte Visconteo di Borghetto di Valeggio sul Mincio, nel basso lago veronese.

Poi, tra i tanti, altri film. Come «Allonsanfan» (1974), sesto film dei fratelli Taviani, con Marcello Mastroianni e Lea Massari. Alcune scene furono girate a villa Bettoni, a Bogliaco. Celebre anche «Salò o le 120 giornate di Sodoma» (1975), ultimo film di Pisolini, ambientato nella Salò del 1944. In realtà solo la scena d’apertura venne girata sul Garda, ma non a Salò. Tre SS passeggiano nel giardino del Grand Hotel di Gardone Riviera; la ripresa venne effettuata dall’acqua con una chiatta, sostituendo il cartello dell’approdo del battello indicante la località.

Decisamente più leggero e frivolo «Il letto in piazza» (1975), tipica commedia all’italiana di Bruno Gaburro con Renzo Montagnani, girata a Salò. Tra le pieghe della trama una scappatella amorosa del sindaco del paese, che naturalmente divenne occasione di satira popolare nei confronti del sindaco “vero”.

Il tema della Rsi torna in altri film con scena girate a salò e dintorni. Negli anni Ottanta, una produzione inglese della BBC ha messo in scena la vita di  Lawerence, l’autore de «L’Amante di Lady Chatterley», che tra il 1912 e il 1913 soggiornò a Villa di Gargnano. Nel ‘92 furono girate qui alcune scene di «Quella Trabant venuta dall’Est», film di Peter Timm, una sorta di versione moderna del viaggio in Italia di Goethe.

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