Tardani scrive a Renzi: così si penalizzano i Comuni virtuosi

LONATO – Il sindaco di Lonato Roberto Tardani scrive al premier Renzi sulla questione delle aliquote fiscali: “Così si penalizzano i Comuni virtuosi. I comuni che già hanno fatto la loro parte non siano ulteriormente penalizzati”.

Ecco il testo della lettera che il primo cittadino lonatese ha inviato oggi al premier:

“Caro Signor Presidente del Consiglio,

sono da un anno il Sindaco di un Comune di oltre 16.000 abitanti, Lonato del Garda, dopo un decennio  da Assessore comunale (dal 2010 con delega al bilancio).

Un Comune tradizionalmente ben amministrato, del quale in più occasioni è stata riconosciuta la “virtuosità” sia a livello nazionale che regionale, con i conseguenti “sconti” sul patto di stabilità.

Un comune che si è potuto permettere di non applicare la TASI fin dal 2014, rinunciando sul proprio bilancio a oltre un milione di euro all’anno; tre milioni, finora, lasciati nelle tasche dei cittadini e delle imprese.

Allo stesso modo in passato, ci eravamo permessi di ridurre il peso dell’addizionale comunale all’Irpef che portammo dallo 0,5 allo 0,3 per cento nel 2010, per poi ridurla nuovamente dallo 0,3 allo 0,1 per cento dal 2013. Altri 4,4 milioni di euro lasciati ai contribuenti persone fisiche.

Un comune che aveva già fatto la propria “spending review”, ben prima che venisse imposta da tante norme statali: riduzione delle spese del personale al di sotto del 25% delle spese correnti, riduzione delle stesse spese correnti da oltre 13 a poco più di 11 milioni di euro, il tutto senza “tagliare” alcun servizio ma solo razionalizzando le proprie spese e migliorando la gestione del proprio patrimonio.

Un comune che dal 2016 avrebbe dovuto integrare le proprie entrate tributarie: a malincuore e dopo mille ripensamenti avevamo deciso di innalzare l’aliquota dell’addizionale comunale all’irpef dall’aliquota dello 0,1 allo 0,4  per cento (circa 600.000 Euro) per far fronte sia alle nuove emergenze dettate dalla crisi sia ai continui tagli (le risorse date dalla sommatoria fra IMU e fondo di solidarietà comunale si sono ridotte dal 2011 al 2013 da oltre 5,4 milioni a poco meno di 2.5 milioni di euro).

La legge finanziaria per il 2015 ce lo ha impedito. La nostra struttura finanziariamente solida ci ha permesso di far fronte a questa situazione, grazie anche ad alcune entrate correnti straordinarie che, unitamente all’utilizzo del 100% degli oneri di urbanizzazione (in precedenza non ne utilizzavamo più del 6-7%) ci hanno permesso di chiudere il bilancio in equilibrio, sia pure a prezzo dell’azzeramento degli investimenti.

Leggo ora, con grande preoccupazione per il bilancio del mio comune, che il disegno di legge di bilancio ripropone anche per il 2017 il blocco delle aliquote dei tributi comunali, avendo peraltro già inserito l’ipotesi di aumento nel documento unico di programmazione (già per il triennio 206-18, e nell’aggiornamento 2017-19) e avendo già provveduto nell’ultimo consiglio comunale a deliberare l’aumento dell’aliquota dell’addizionale comunale all’irpef per il 2017.

Per mantenere il bilancio corrente in equilibrio abbiamo ipotizzato, dopo aver attentamente valutato le aliquote dei vari tributi applicati dai comuni circostanti e dell’intera provincia di Brescia, di incrementare l’aliquota fino allo 0,6 per cento.

Tale operazione ci permetterebbe, comunque dopo una ulteriore spending review, di chiudere il bilancio in equilibrio economico e di liberare una parte importante dei proventi urbanistici da destinare alla formazione di progetti per la messa in sicurezza degli immobili pubblici (in particolare edifici scolastici) dopo che il nostro comune è stato inserito in zona sismica 2.

Leggo anche, questa volta con vivo disappunto, che dopo la (sacrosanta) introduzione del concetto di “fabbisogni standard” nella determinazione del fondo di solidarietà comunale, questo sarà inoltre parametrato alla “capacità fiscale” residua. Tradotto, significa che a parità di fabbisogni standard un comune che ha applicato aliquote più basse sarà penalizzato rispetto a quello che le avrà applicate in misura elevata. Ulteriormente tradotto, chi è stato “bravo” nei confronti dei propri cittadini, chi ha cercato di ridurre il prelievo fiscale, chi ha già lavorato duramente per contenere le proprie spese, sarà nuovamente penalizzato nel ristorno del fondo di solidarietà. Parlo di ristorno, perché come Lei sa il fondo è alimentato dall’IMU di spettanza comunale: il mio comune contribuisce  al fondo con circa 1,2 milioni annui e se ne vede riconoscere soltanto 550 mila.

Il blocco generalizzato (orizzontale, come si usa dire) delle aliquote metterà in pesante difficoltà proprio quei Comuni che, come il mio, hanno nel tempo saputo ridurre il loro prelievo fiscale, che hanno mantenuto i propri servizi efficientandoli progressivamente, che sperano di poter dedicare, come si dovrebbe, il provento delle concessioni edilizie agli investimenti (o per lo meno alla manutenzione del patrimonio) e non alle spese correnti. Perché sappiamo che il deperimento del patrimonio pubblico è un freno allo sviluppo, e quindi è un danno per la stessa economia.

Quello che le chiedo allora, caro Presidente, è di avere il coraggio di differenziare. Il coraggio di dire che non tutti i comuni dovranno tenere ferme le aliquote fiscali. Che i comuni che già hanno fatto la loro parte non saranno ulteriormente penalizzati. Che chi ha saputo valorizzare la propria autonomia non sia svilito nei confronti dei propri cittadini, dopo aver cercato di salvaguardarne gli interessi e i redditi. Lei ha i mezzi e gli strumenti per farlo, senza per questo sminuire lo stimolo allo sviluppo che Lei intende imprimere con questa manovra.

Voglia gradire, Signor Presidente del Consiglio, i sensi della mia più alta considerazione.
con stima

Dott. Roberto Tardani, Sindaco Lonato del Garda

Lonato del Garda 14 novembre 2016

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