Estate 1942: il VI Alpini da Bogliaco alla steppa russa

GARGNANO – Venerdì 18 agosto, alle ore 21, in piazza Feltrinelli di Gargnano, si fa memoria della vicenda del Sesto Battaglione Alpini, addestrato a Bogliaco e spedito in Russia.

Si tratta del terzo appuntamento della rassegna culturale “Librando… sotto le Stelle!”, intitolato “Il paese e la sua storia. Estate 1942: il VI Alpini da Bogliaco alla Steppa Russa”.

La serata è curata da Bruno e Andrès Festa dell’Associazione Oggicultura e sarà accompagnata dagli interventi musicali di Aldo Cantoni, fisarmonica e Fabio Castellini, chitarra.

La partecipazione è libera e gratuita. Seguirà degustazione di prodotti locali offerta da “Casa del Formaggio” di Chimini Emanuela di Gargnano.

Bruno Festa nel suo libro “Fronte Russo” edito nel 2015 si era già occupato delle vicende del VI Alpini. Il libro riportava la prima trascrizione del diario storico militare della 2° Divisione Alpina Tridentina dal luglio al dicembre 1942, che include anche i diari del 6° Reggimento Alpini e dei Battaglioni Vestone, Val Chiese e Verona, che fecero l’addestramento alla caserma di San Carlo, a Bogliaco di Gargnano, prima di essere inviati in Piemonte nell’estate 1942 e, da lì, in Russia.

Il VI Alpini si meritò la Medaglia d’oro al valor militare, conferita il 31 dicembre 1947 con queste motivazioni: “In sette mesi di durissima campagna sui fronte russo si dimostrava granitica e potente unità di guerra, saldissimo fascio di indomite energie, di ferrea volontà e di leggendario ardimento. Durante la difficilissima manovra di ripiegamento dal fronte del Don sempre vittoriosamente tenuto, i suoi battaglioni Vestone, Verona, Val Chiese, malgrado le eccezionali avverse condizioni di clima e di elementi, la mancanza assoluta di ogni rifornimento, davano continue fulgidissime prove delle loro fiere qualità guerriere.

Operando con rara abilità in territorio insidiosissimo, pur spossati dalle più aspre fatiche e privazioni, superando ogni umana possibilità di resistenza fisica e morale, a Posto jalyj, e Scheljakino, a Maiakeiewa, a Arnautowo, a Nikolajewka ed in altri numerosi durissimi combattimenti stroncavano sempre nuove e soverchianti forze nemiche appoggiate da potenti mezzi corazzati, e con furore leonino rompevano il cerchio di ferro e di fuoco in cui l’avversario, rabbiosamente deciso ad annientarli, si illudeva di averli ormai chiusi.

Col loro intrepido valore e con la loro travolgente irruenza, in nobile gara di abnegazione, di arditezza e di irresistibile slancio coi battaglioni del reggimento gemello, travolgevano le agguerrite e impetuose truppe nemiche, ne contenevano e ne arginavano la irruente avanzata, creando la indispensabile premessa alla ripresa ed aprivano la via della salvezza a numerose unità italiane ed alleate. Primi nell’offerta, nella sofferenza e nel sacrificio, i tre ferrei battaglioni, sempre fedeli alla loro antica tradizione, hanno superato con più che leggendario valore il loro eroico vittorioso passato di guerra”.

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