I primi 10 anni di Giordano Bruno Guerri al Vittoriale degli Italiani

GARDONE RIVIERA - Giordano Bruno Guerri, scrittore, storico e giornalista, festeggia i 10 anni alla guida della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani. Lo abbiamo intervistato per un bilancio e qualche anticipazione sui progetti futuri.

«È il lavoro che ho tenuto più a lungo nella mia vita», dice Guerri riferendosi al suo ruolo di presidente della Fondazione dannunziana di Gardone Riviera.

Subentrato alla prof.ssa Annamaria Andreoli nell’ottobre 2008, su nomina del Ministro dei Beni e della Attività Culturali Sandro Bondi, Guerri è stato poi confermato da Giancarlo Galan e, nel 2016, Dario Franceschini l’ha incaricato per il terzo mandato. Nomine arrivate da destra e da sinistra. «Ora mi manca un ministro dei 5 Stelle», scherza Guerri.

L’attuale mandato scadrà nel dicembre 2021, l’anno del centenario del Vittoriale (il 21 ottobre 1921 d’Annunzio acquistò Villa Cargnacco dal Governo italiano per 130mila lire), ma il presidente non pare intenzionato a lasciare le redini della Fondazione: «L’incarico – dice – è rinnovabile all’infinito».

I numeri, del resto, gli danno ragione. La sua gestione ha fatto rifiorire l’intero complesso monumentale, invertendo la tendenza a un calo di visitatori in atto da decenni.

Presidente, che bilancio fa di questi dieci anni? «Le cose fatte sono tante, ma la più importante è quella meno visibile. Il grande risultato ottenuto è culturale ed è stato strappare Gabriele d’Annunzio dalla morsa del fascismo, cambiandone la percezione, da decadente protofascista a modernizzatore libertario».

Guerri ha lanciato il progetto «Riconquista» che prevede, entro il 2021, l’apertura o la riapertura di ogni spazio del Vittoriale. molto è già stato fatto. Il Vittoriale si è arricchito di nuovi allestimenti, come il Museo d’Annunzio Segreto, il Museo d’Annunzio Eroe, il Museo L’automobile è Femmina. Dopo decenni di abbandono e importanti lavori di restauro sono stati riaperti al pubblico il Laghetto delle Danze, i rivi dell’Acqua Pazza e dell’Acqua Savia, l’Arengo, il Canile, il Giardino delle Vittorie.

Guerri ed altre autorità durante l’alzabandiera in occasione della festa “Allora allora gemuto dal frutto”. Alla sinistra del presidente, Federico d’Annunzio, nipote legittimo del Vate.

 

Cosa resta da fare? «Tanto. Innanzi tutto, la riconversione di tre importanti edifici del Vittoriale. Il Casseretto, la casa dell’architetto Maroni, che diventerà un museo a lui dedicato. Villa Mirabella (il contratto di affitto alla Comunità del Garda scade al 31 dicembre 2019, ndr) sarà sede di uffici, archivi e un luogo di mostre. Poi c’è Casa Cama, che per ora abbiamo liberato dal magazzino che la occupava». Ambizioso il progetto relativo all’anfiteatro, che il Vate aveva immaginato come una «conca marmorea sotto le stelle», ma che resta ancora oggi nudo, senza la copertura di marmo immaginata dal padrone di casa. Cosa prevedete? «Vorremmo terminare il progetto di d’Annunzio e del suo architetto Gian Carlo Maroni e ricoprire la gradinata di marmo veronese rosso». Il preventivo: 500 mila euro.

L’anfiteatro del Vittoriale degli Italiani, luogo dal fascino senza tempo.

 

Resta anche da completare il progetto di illuminazione notturna del parco, avviato in collaborazione con A2A e Regione Lombardia.

Parliamo di risultati «aziendali»: come sta il Vittoriale dal punto di vista economico? «Abbiamo messo in sicurezza per molti anni la Fondazione, grazie a bilanci positivi e un nuovo statuto, in vigore dal gennaio 2010, che prevede un Cda ridotto ed efficiente e la presenza di una figura che mancava, quella del direttore generale. I presidenti fanno la politica culturale, ma al Vittoriale serviva anche qualcuno che guidasse l’azienda. Perché una realtà con bilanci da oltre 3 milioni e 43 dipendenti, che peraltro vorrei ringraziare, è un’azienda».

Lei è sia presidente che direttore. «Causalmente ricopro io entrambi i compiti, ma quel che conta è che in futuro, diciamo tra 50 anni, quando non ci sarà più Guerri, il Vittoriale potrà avere un direttore».

A «Punti di Vista», programma in onda su Teletutto, lei ha annunciato l’uscita nelle sale cinematografiche, nel 2019, di un film sugli ultimi anni di vita di Gabriele d’Annunzio, girato al Vittoriale. Qualche anticipazione? «Non posso aggiungere molto. Posso però dire che sarà un vero lungometraggio per il cinema, con attori, sceneggiatura, scenografie. Ad essere narrati saranno gli ultimi anni di vita di d’Annunzio, con un copione ispirato a due miei libri, “D’Annunzio. L’amante guerriero” e “La mia vita carnale”. Sarà il ritratto di un d’Annunzio finale, triste, ma ancora voglioso di battersi contro il fascismo».

E a fare da quinta sarà la grande bellezza del Vittoriale, che Guerri ha guarito dalla sindrome del «l’ho già visto» di cui soffrono tanti musei, trasformandolo in luogo vivo.

Visitatori all’ingresso della Prioria, l’abitazione di Gabriele d’Annunzio.

 

Visitatori in crescita anche nel 2018. «Nonostante il dato turistico nazionale e gardesano in calo – dice Giordano Bruno Guerri – supereremo i numeri del 2017, quando i visitatori furono 258.555». Quando Guerri si insediò alla guida della Fondazione, nel 2008, il Vittoriale contava 147mila ingressi annui. Da allora la crescita è stata continua.

Quest’anno si registrerà ancora un segno più rispetto all’anno prima, ma il trend non si assesterà sui livelli record degli ultimi anni. «Cresciamo, ma non al ritmo di un +10% annuo a cui ci eravamo abituati», dice Guerri, che in ogni caso conferma l’obiettivo dei 300mila visitatori per il 2021.

La prua della Nave Puglia valorizzata dalla nuova illuminazione.

 

 

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