La corsa è tornata a dare spettacolo alla Diecimiglia del Garda a Navazzo

NAVAZZO DI GARGNANO -  Il bergamasco Ahmed Ouhda, campione italiano in carica di mezza maratona e dei 10km su strada, vince la 47° Diecimiglia del Garda.  Tra le ragazze vittoria della ruandese Clementine Mukandanga.

Allo sprint. Solo due secondi dopo 3 miglia (km4,8) sulla piana di Navazzo separano il vincitore della Diecimiglia del Garda, Ahmed Ouhda (Casone Noceto), campione italiano in carica di mezza maratona e dei 10km su strada dal secondo piazzato, il ruandese Jean Baptiste Simukeka (Gs Orecchiella Garfagnana). A 7 secondi ottimo terzo il bresciano Francesco Agostini (Casone Noceto), più che una promessa.

Pronostico rispettato tra le ragazze con la vittoria della 35enne ruandese Clementine Mukandanga (Virtus Cr Lucca).

I paletti della pandemia. È il cronometro una volta di più re della giornata per l’edizione numero 47 della Diecimiglia, su percorso ridotto e con molte limitazioni conseguenza del Covid 19. Mascherine obbligatorie prima e dopo la corsa, rilevazione della temperatura corporea, partenze scaglionate, spogliatoi chiusi, area di ristoro proibita, pubblico a distanza.

Tutto rispettato con precisione e attenzione dagli organizzatori del Gs Montegargnano, presieduto da Marco Forti, che hanno superato l’esame cui erano attesi. Per la prima corsa su strada nel Bresciano inserita nel calendario nazionale Fidal. Per l’occasione, medico di gara un professionista di fama: il dottor Hermann Brugger, direttore dell’Istituto di Medicina d’emergenza in montagna di Eurac Research, a Bolzano.

Il dottor Hermann Brugger, medico di gara, controlla la temperatura delle atlete.

 

Clemente pure il meteo, in questa prima domenica d’agosto. Con l’acquazzone notturno a spazzare via l’afa incombente e le nubi in mattinata a rendere gradevole la temperatura ai 700 metri di Navazzo, otto chilometri sopra Gargnano, in terra bresciana di Alto Garda. Sono stati 125 gli atleti che, dopo la sosta forzata delle competizioni in presenza della forzata clausura, a presentarsi sulla linea di partenza presidiata dai giudici della Federazione al campo sportivo.

Dopo le prove dei Master, con buona partecipazione, top runners allo starter con vista sulla chiesa dell’Assunta e il panorama del lago e del monte Baldo a fare da sfondo. I 4 chilometri e ottocento metri del percorso, disegnato a nuovo per l’occasione, hanno richiesto non poco impegno agli atleti. Molti i cambiamenti di direzione su ampie curve nel tracciato nervoso disegnato sui campi dell’altopiano e su asfalto in netta minoranza. Quasi un cross, questa Diecimiglia al tempo della pandemia. Che, almeno in questa occasione, si è dovuta misurare con la volontà e la determinazione degli organizzatori.

Pronti, via. È subito corsa vera. Lo si avverte dai volti tirati degli atleti che attendono il segnale dei giudici per lanciarsi sull’iniziale quanto breve tratto in discesa. All’arrivo sono evidenti i segni della fatica, dei muscoli impegnati allo spasimo. Fioccano ottimi tempi. E mai come in questo caso, con la zona di arrivo vietata al pubblico, è necessario prestare attenzione agli speaker di giornata, Piergiorgio Cobelli e Michele Marescalchi, per gli aggiornamenti dei tempi e della classifica in tempo reale.

Alla fine l’ha spuntata Ahmed Ouhda, 23 anni, nordafricano di origine e italiano a tutti gli effetti, che ha fermato il cronometro a 14’12” secondi.

Il tempo di un amen lo ha separato dal 37enne ruandese Simukeka. Brillante, a dir poco, il terzo posto di Francesco Agostini, bresciano di Losine, in terra camuna, atleta per vocazione e tradizione di famiglia. Il 23enne portacolori della Casoni Noceto, di rientro da un periodo di allenamento in quota a Livigno, ha chiuso al terzo posto in 14’19”.

A seguire i piazzamenti, nell’ordine, del keniota Joash Kipruto Koech (Gp Parco Alpi Apuane, 14’28”), del burundese Badr Jaafari (Varese Atletica, 14’33”) e di Hicham Kabir, portacolori del Cs San Rocchino, in 14’48”. Da sottolineare la prova di Alessandro “Rambo” Rambaldini (Valli Bergamasche Leffe). L’atleta valsabbino, due volte campione del mondo di corsa in montagna su lunghe distanze, non si è sottratto al confronto, sia pure su un percorso breve che non gli è certamente congeniale. Ha chiuso undicesimo in 15’22”. Inoltre, buoni piazzamenti per Abdellatif Batel (Rodengo Saiano Mico, 7° in 14’49) e Youssaf Fikri (Gavardo ’90), alla pari con Rambaldini.

Ancora, corsa nella corsa per una coppia nella vita come nello sport. In settima piazza Francesco Bona, maratoneta di lungo corso dell’Aeronautica Militare, in 14’49”, impegnato in contemporanea con la moglie, Maria Righetti (Atletica Lecco), terza tra le ragazze e prima delle italiane in 17’45”.

La vincitrice della Diecimiglia del Garda, la ruandese Clementine Mukandanga, al traguardo.

 

La vie en rose. Il Continente delle gazzelle detta legge in versione femminile. La più rapida sul percorso, identica distanza di 3 miglia, è l’esperta Clementine Mukandanga in 15’49”. Sul secondo gradino del podio con il tempo di 15’59” un’altra atleta africana, Francine Niyomukunzi, con passaporto del Burundi e tessera dell’Atletica Castello di Firenze. Anticipato per motivi di… famiglia il piazzamento di Maria Righetti, ad un passo dal podio le bresciane.

Quarto posto per Sara Bazzoli (Gavardo ’90, 18’20”), davanti a Silvia Casella (Free-Zone, 18’23”), Eva Grisoni (Atletica Paratico, 18’37”) e Francesca Faustini (Gavardo ’90, 19’09”).

La ruandese Clementine Mukandanga (Virtus Cr Lucca) alla partenza della sua corsa Diecimiglia vincente.

 

Alla prossima. Cala il sipario, su questa edizione 47 della Diecimiglia del Garda. Che sarà ricordata come evento “speciale”, seguito con occhi particolari e con puntigliosa attenzione.

“Soddisfatti che tutto sia filato via liscio – commenta Aurelio Forti, anima della corsa fin dagli Anni Settanta e ancora sulla breccia -. Ora lavoriamo in vista del mezzo secolo di vita. Che abbiamo intenzione di festeggiare con un’edizione internazionale della nostra corsa”.

Intanto passa a bilancio positivo questo 2 agosto 2020, nell’anno della pandemia. Per il futuro prossimo non ci resta che attendere.

 

 

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