Nel delta del Po si sono schiuse le prime uova di tartaruga Caretta Caretta
VENETO - Nel Delta del Po si sono schiuse le prime uova di tartaruga marina Caretta caretta: un evento eccezionale che anticipa quella di Jesolo, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.
“La tartaruga marina ha scelto le nostre spiagge per riprodursi e dare la vita a nuovi esemplari – commenta l’assessore regionale alla Caccia e Pesca, Parchi e Biodiversità, Cristiano Corazzari -. Un fenomeno inusuale a queste latitudini, ma che conferma l’efficacia di tutta una serie di azioni di tutela avviate anche con il coinvolgimento di tanti portatori di interesse. Molteplici sono sicuramente gli interventi da intraprendere in futuro a tutela della risorsa marina e costiera, indispensabili per la conservazione della biodiversità animale, vegetale e paesaggistica e per dare spazio ad un turismo sostenibile, sempre più attento alle risorse naturalistiche che la nostra regione può offrire”.
Proprio un pescatore aveva segnalato la presenza del sito di nidificazione tra le finissime sabbie di origine alluvionale degli scanni del Parco regionale Veneto. Il sito è stato fin da subito monitorato da parte del Parco regionale del Delta del Po assieme al dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università di Padova, i quali hanno constatato che molte piccole tartarughe erano riuscite a raggiungere il mare.
Nei prossimi giorni gli enti eseguiranno gli approfondimenti scientifici che il caso richiede al fine di valutare il successo di schiusa e ottenere altre informazioni per comprendere questo fenomeno. Questo sul Delta del Po, assieme al sito di Jesolo, sono gli eventi di nidificazione più a nord del Mar Mediterraneo e addirittura dell’emisfero boreale.
Dagli studi scientifici emerge che proprio il Mar Adriatico è considerato come sito di accrescimento delle tartarughe marine, anche se recentemente si sono registrati spiaggiamenti di adulti di grandi dimensioni e un maggior numero di femmine. Questo potrebbe essere indice delle variazioni delle temperature marine ma, anche, di oculate politiche gestionali intraprese.
“La Regione, con la collaborazione scientifica del dipartimento BCA dell’Università di Padova e con il coinvolgimento del Parco regionale Delta del Po, ha condiviso e pianificato con i pescatori gli interventi di tutela, la perimetrazione del sito e le misure di conservazione – prosegue l’assessore -. Queste azioni si sono concretizzate con la designazione del Sito di Importanza Comunitaria denominato S.I.C. IT3270025 “Adriatico Settentrionale Veneto – Delta del Po”, nell’ambito della Rete ecologica europea Natura 2000, deliberata dalla Giunta regionale nell’agosto del 2020”.
Il Parco regionale del Delta del Po è stato, infatti, riconosciuto Ente gestore del SIC ed è stato incaricato di programmare, in collaborazione con l’Università di Padova e vari portatori di interesse come i pescatori, il piano di monitoraggio e le azioni di tutela diretta e indiretta delle specie. Tra queste azioni c’è anche un importante progetto per la realizzazione di un Centro di recupero e cura delle tartarughe marine che accidentalmente si spiaggiano lungo le coste Venete.
“Questo evento conferma anche l’importanza del coinvolgimento attivo dei cittadini, che si rivelano molto spesso l’occhio attento e vigile sul nostro territorio – conclude l’Assessore -. Chiunque rilevi eventi simili può, infatti, contattare il Parco, l’Università o la Guardia Costiera per segnalarne l’avvistamento e contribuire in maniera fattiva alla conservazione e alla tutela di queste specie”.
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