«Facile fare il finocchio col coso degli altri», bufera per l’uscita omofoba in Consiglio

RIVA DEL GARDA - La frase pronunciata dal consigliere di maggioranza Lorenzo Prati, che si è poi rifiutato di chiedere scusa. La sindaca: «No a ogni espressione sessista o irrispettosa dei diritti delle persone omosessuali». Arcigay Trentino: «Siete paurosamente indietro».

«E’ facile fare il finocchio con il coso degli altri».

La frase può essere “scappata” nella concitazione del dibattito, ma se può capitare (anche se non dovrebbe) al bar, certo in una sede istituzione come è l’aula del Consiglio comunale servirebbe tutta un’altra attenzione al peso delle parole che si usano.

Sono parole che ha pronunciato il consigliere comunale di maggioranza Lorenzo Prati nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Riva del Garda, durante la discussione sulla viabilità a Varone (ne avevamo scritto qui).

Parole fissate nella registrazione della seduta, che è stata poi pubblica anche sui social.

Il consigliere Gabriele Bertoldi del PD è intervenuto con una mozione d’ordine: «La parola usata da Prati è dispregiativa e omofoba».

Quasi esilarante, se non ci fosse da piangere, l’intervento del presidente del Consiglio comunale Salvatore Mamone: «Il consigliere Prati mi sembra abbia detto “pinocchio”. Risentiremo la registrazione e poi eventualmente prenderemo dei provvedimenti».

Prati non ha chiesto scusa: «Chiedo scusa di nulla, ho fatto una battuta e non mi interessa come l’interpreta il consigliere Bertoldi».

Il discorso di Prati e la reazione di Mamone e Bertoldi sono visibili online in maniera integrale dal minuto 3:15:50 al minuto 3:23:00 a questo link.

 

La sindaca Cristina Santi: “No a ogni espressione sessista”

La sindaca Cristina Santi ha stigmatizzato l’accaduto con queste parole: «In relazione all’epiteto “finocchio” usato in aula dal Consigliere Prati, nel sottolineare ovviamente che le dinamiche di aula non sono competenza del sindaco, la mia posizione al riguardo è comunque chiara e netta: NO a ogni espressione sessista o irrispettosa dei diritti delle persone omosessuali.

Quando parliamo di diritti – ha scritto il sindaco sui social -, non bisogna mai dimenticare che il diritto comincia dal rispetto e che tale rispetto, soprattutto da parte di chi ricopre ruoli istituzionali, non deve mai venire meno. Mi auguro l’aula torni a essere luogo di civile confronto e non teatro di episodi sgradevoli che non fanno onore alla nostra comunità.

Il fatto che il consigliere in questione sia espressione della maggioranza – conclude Cristina Santi – nulla toglie per quanto mi riguarda alla gravità del suo comportamento: perché la difesa dei principi deve essere salvaguardata sempre, in ogni caso e in ogni circostanza!»

 

Arcigay Trentino: «Siete paurosamente indietro»

Lucrezia Michelotti, vicepresidente di Arcigay del Trentino: «L’intervento del consigliere Prati si inserisce pienamente in tutta una serie di atteggiamenti omofobi. L’intervento del consigliere Prati è altamente omofobo. È figlio di quella cultura omobitransfobica che ci uccide, ci relega ai margini, ci rende capri espiatori per campagne elettorali, ci fa perdere il lavoro, ci toglie il diritto alla vita. Questo è anche quello accaduto a Cloe Bianco. Questo è ciò di cui si parla quando si dice che le istituzioni alimentano l’odio, così come l’hanno alimentato con Cloe continuando anche all’indomani della sua morte.

Questa frase – continua Michelotti -, detta con noncuranza, sbeffeggiando la convinzione di non doversi scusare “di niente” calpesta e lede la comunità Lgbt+. Ci umilia. Un consigliere della maggioranza rivana si prende gioco di noi e lo fa in un’aula in cui i suoi colleghi di maggioranza restano indifferenti, anzi, lo difendono. Questa è davvero la Riva che volete? Che amarezza. Siete paurosamente indietro e non abbiamo paura di farvelo notare».

Il municipio di Riva del Garda.

 

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