3,5 milioni per sdoppiare la Rsa

SALÒ – Salò avrà due case di riposo. Due Rsa distinte, ognuna con un proprio ingresso, un proprio organico, funzioni specifiche indipendenti… Tutto doppio, insomma.

In comune avranno solo il Cda, la direzione sanitaria, gli uffici amministrativi, i servizi logistici (come la cucina per esempio) e la chiesa.

Le ragioni del progetto le ha spiegate nei giorni scorsi il presidente della «Residenza Gli Ulivi», Gianantonio Citroni, al Consiglio comunale: «Le norme regionali fissano un limite invalicabile di 120 posti letto per ogni Rsa. La creazione di due strutture distinte ci permetterà dunque, in futuro, ulteriori ampliamenti, fino a raggiungere, se necessario, il totale di 240 posti».

Lo sdoppiamento della Rsa troverà attuazione già dai prossimi mesi, quando si darà esecuzione al progetto dell’ing. Mauro Carbone, per un investimento di 3,5 milioni di euro.

È l’ultimo atto dell’attuale Cda (composto, con Citroni, da Gianpaolo Comini, Cesare Franchini, Alberto Madureri e Paolo Maggi), che a fine marzo chiuderà il proprio mandato.

Le opere programmate prevedono l’adeguamento di una parte della struttura alle nuove norme antisismiche (intervento da 700mila euro) e la realizzazione di un nuovo nucleo di 20 posti letto.

Non sono previsti aumenti volumetrici: lo spazio per le nuove camere (10 singole e 5 doppie) sarà recuperato trasferendo al piano seminterrato, una grande cubatura ora sottoutilizzata, alcuni servizi come la palestra, gli ambulatori medici, i depositi, gli spogliatoi.

Ma la vera rivoluzione sarà la creazione di due Rsa distinte e separate. A lavori conclusi, entro la fine del 2016, ci sarà una «Rsa A», formata dagli attuali nuclei Alzheimer, azzurro, bianco, giallo e Sole, per un totale di 87 posti, e una «Rsa B», con i nuclei rosa, verde ed il nuovo nucleo a piano terra, per un totale di 62 posti. In tutto fanno 149 posti letto, di cui 120 accreditati, ma con la possibilità di arrivare, in futuro, alla bellezza di 240 posti.

La Fondazione affronterà l’investimento utilizzando capitale proprio, in parte rappresentato dagli introiti delle vendita dell’ex Rsa, avvenuta nel 2001. Fondi già disponibili che l’ente intende mettere a rendita creando nuovi posti letto. Questi non potranno essere accreditati (l’utenza, per intenderci, dovrà pagare la retta piena). Ma, viste le richieste e le lunghissime liste d’attesa (300 domande), Citroni è convinto che «i nuovi posti saranno sempre occupati e che si potrà rientrare dell’investimento nell’arco di 5-6 anni».

Gli introiti attesi dai posti non accreditati potranno peraltro consentire di mantenere rette ragionevoli per quelli accreditati. Più letti significa anche più posti di lavoro: probabile che agli attuali 160 dipendenti se ne aggiungano altri.

L’operazione, insomma, appare condivisibile sotto ogni punto di vista.

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GardaPost