Desenzano capofila contro le ludopatie

DESENZANO – Un progetto per arginare i disturbi del gioco d’azzardo nell’area bresciana del Garda ha ottenuto un contributo di 50mila euro dalla Regione Lombardia.

La ludopatia non è solo un fenomeno sociale, ma una malattia che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse con gravi conseguenze personali e sociali, che cominciano col trascurare la propria salute e i propri cari fino alla perdita di tutti i propri averi. Nel cervello del giocatore si accende un interruttore che porta il ludopatico a sfidare continuamente la fortuna attraverso slot, vlt, lotto, gratta&vinci, poker, scommesse, bingo o altro, dopo aver provato l’ebbrezza di una vincita, anche piccola. Per pochi euro si riducono in povertà famiglie intere. In Italia, secondo dati recenti (fonte Eurodap), ne soffre una persona su due. È evidente come possa essere considerato un “disturbo di salute pubblica”.

«La corretta informazione e azioni preventive sono quanto mai urgenti e fondamentali. Motivo che ha spinto il Comune di Desenzano a essere capofila di un progetto contro le ludopatie – afferma l’assessore ai Servizi sociali e culturali Antonella Soccini –. Il fatto che poi sia stato finanziato dalla Regione Lombardia ci dà la possibilità di agire a livello distrettuale e di avere strumenti efficaci per la prevenzione, l’individuazione e il sostegno al problema».

Nel programma sono coinvolti numerosi soggetti del Garda bresciano (Distretto 11): oltre ai singoli Comuni, lo Sportello Basso Lago, l’Unione Comuni della Valtenesi e la Comunità Montana Alto Lago.

«L’obiettivo primario – commenta il sindaco Rosa Leso – è di costruire una rete di collaborazione tra enti pubblici, associazioni e scuole del territorio gardesano, al fine di condividere una linea d’intervento unica in ambiti prioritari per la prevenzione delle ludopatie».

Elaborare strategie preventive, di informazione e sostegno affinché i cittadini siano in grado di conoscere, evitare e/o contenere eventuali attività connesse al gioco d’azzardo”. Questa è infatti la finalità espressa nel progetto che ha ottenuto un contributo regionale di 50mila euro su un totale di spesa stimata di 64mila euro (nel bando BURL n. 27 del 30 giugno 2015: “Progetti contro le ludopatie, a tutela del risparmio e per prevenire le truffe”).

Come intervenire sul territorio

Più nello specifico, l’iniziativa punta a formare adulti moltiplicatori della prevenzione, ovvero operatori del terzo settore, volontari, insegnanti, studenti, agenti di polizia locale e associazioni sportive che siano a contatto con le varie fasce della popolazione più esposte al rischio. Attraverso vari canali (incontri a tema come serate, eventi territoriali, assemblee scolastiche, materiale informativo cartaceo e online con particolare attenzione a internet e ai social network), si cercherà di mettere in evidenza i rischi personali, economici, familiari, lavorativi e sociali connessi al gioco d’azzardo.

Finalità del progetto è anche quella di rafforzare le competenze di vita, insistendo sul valore del denaro, sui valori del benessere personale e sociale, sull’assertività, sulle relazioni e sulle emozioni. I cittadini del territorio dovranno essere adeguatamente informati in merito alla presenza di sportelli di sostegno per soggetti a rischio e loro familiari e di servizi di cura specialistici presenti sul territorio. Per questo saranno anche attivati punti di ascolto e orientamento, per un aggancio il più precoce possibile di situazione problematiche e prevenire così l’aggravarsi di situazioni personali e/o familiari.

Inoltre, sempre in un’ottica preventiva, insieme alle istituzioni sarà avviato un tavolo di lavoro aperto al territorio e agli esercenti, per elaborare un codice etico sul gioco d’azzardo, da sottoporre agli esercenti per una loro condivisione e applicazione. Sono previste anche attività formative rivolte a operatori di sportelli welfare, comuni, polizia locale, anche ad avvocati, medici di base, bancari, insegnanti, studenti ed esercenti.

Le molteplici azioni programmate saranno coordinate dal Consorzio “Gli Acrobati Onlus” (www.smigliacrobati.it), che gestisce un Servizio multidisciplinare integrato (SMI), facente parte dei Servizi specialistici del Dipartimento delle dipendenze. La cabina di regia del progetto è in capo al Comune di Desenzano come ente capofila.

I dati del gioco d’azzardo in Italia

Per ludopatia (o gioco d’azzardo patologico) si intende l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse. Tra i maschi in genere il disturbo inizia negli anni dell’adolescenza, mentre nelle donne tra i 20 e i 40 anni. È una tendenza in crescita, stando alle stime Eurodap, che ha condotto un sondaggio su 850 persone di età dai 25 anni ai 65. Ne è emerso che il 20% tende a giocare pesante, il 30% già lo fa con una frequenza patologica mentre il restante 50% non gioca. La metà esatta degli italiani gioca.

Nel 2015, in Italia si contano circa 790mila malati dipendenti dal gioco, mentre un milione e 750mila è considerato a rischio patologia. Si tratta perlopiù di disoccupati, casalinghe, pensionati e, purtroppo, tantissimi ragazzi e giovani, che già dall’età infantile risultano contagiati dalla dipendenza dal gioco.

Secondo una ricerca recente del Codacons il 50% dei disoccupati italiani presenta forme più o meno gravi di ludopatia, con il 17% dei pensionati colpiti, il 25% delle casalinghe e il 17% dei giovanissimi. I ragazzi tra i 15 e i 18 anni aumentano con una media del 13% all’anno mentre sono 400mila i bambini tra i 7 e i 9 anni che risultano contagiati dalla dipendenza del gioco.

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GardaPost