Materia oscura e corpi celesti

MONTICHIARI – Sabato 12 dicembre alle 22 al caffè letterario Galeter di Montichiari «Materia oscura corpi celesti»: un gruppo di artisti interpreta lʼastronomia.

Musica, parole, dipinti, fotografie, sculture sono gli ingredienti del progetto Materia Oscura Corpi Celesti, introdotto dalla lezione/concerto A piedi nudi nel cosmo (viaggio nelle pieghe dellʼastronomia).

Un gruppo di artisti (ognuno con la sua creatività e i mezzi a lui più congeniali) ha interpretato alcuni degli innumerevoli temi sviluppati dalle scienze legate allʼastronomia.

Le opere sono però correlate e danno vita a unʼesposizione unica e particolare in cui – alla visione di dipinti, sculture e fotografie – si uniscono i suoni e le parole di canzoni create sul tema.

La vista e lʼudito vengono quindi sollecitati in un intreccio di sensazioni che rimanda allʼintimo legame tra le diverse forme espressive. Lʼobiettivo non è quello di spiegare lʼastronomia (la scienza più affascinante e misteriosa) bensì quello di raccontarla attraverso unʼinterpretazione artistica creando nello spettatore curiosità e voglia di avvicinarsi a questa straordinaria disciplina dai grandi interrogativi che ancora accompagnano il cammino di donne e uomini.

Lʼesposizione delle opere viene affiancata da una lezione concerto dal titolo: «A piedi nudi nel cosmo (viaggio nelle pieghe dellʼastronomia).

Dalla radiazione cosmica di fondo alla magia delle eclissi, dal mondo di Keplero e Giordano Bruno alle intuizioni di Aristarco, dalla sempre ammaliante Luna al misterioso Urano, dalla cometa di Halley ai segreti del Sole svelati da Cecilia Payne, dal cosmico silenzio di Hubble alla bellezza di Andromeda.

Sono tutti argomenti della scienza più suggestiva e incompleta di sempre, dove le domande sono ancora tante e sembrano destinate a crescere a ogni nuova scoperta. Ma anche pretesti per riflettere sullʼuomo, sulla sua vita, sulla sete inappagata di sapere che si scontra con una condizione di precarietà. La certezza di essere unʼinsignificante, minuscola parte di un universo immenso, unita allʼaffascinante sensazione di essere, grazie al pensiero, al centro di questo inesplicabile meccanismo.

Info: http://assatelier.altervista.org/

Biografie artisti in mostra

Stefano Crespi: nato a Brescia nel 1979. Da sempre avverte la necessità di esprimersi, ma è viaggiando attraverso l’Asia, l’Oceania e l’America che ha capito l’importanza di confrontare questo suo bisogno con idee e sensibilità differenti da lui. Nel 2003 ha preso avvio quella che Crespi chiama la sua formazione “scolastica”. Assunto come tintometrista in un colorificio ha imparato gradualmente a conoscere le caratteristiche delle tinte, comprendendo il modo in cui si comportano e quale influenza hanno sulle persone. Da allora la sua produzione artistica si è fatta via via più intensa e costante. Tuttavia asserisce lui stesso: “Il momento in cui dipingo è quello in cui sono più onesto con me stesso, perciò ritengo che sia molto difficile farlo tutti i giorni e a comando”. Ogni opera eseguita senza disegno preparatorio intende porsi quale sintesi e combinazione irripetibile di gesti, atteggiamenti e stati d’animo che cambiano repentinamente come la posizione delle mani.

Massimo Moruzzi: nato nel 1968 a Brescia, dove vive e lavora come ingegnere industriale. Fotografa dalletà di sette anni, prediligendo soggetti quali città e persone, sia a colori che in bianco e nero. Fra i suoi soggetti preferiti troviamo scenari urbani, graffiti, riflessi, passanti e musicisti – è lui stesso chitarrista, per oltre un decennio presente nella formazione di Corrente di Ali. Da anni si dedica alle foto di viaggio, cercando di cogliere lessenza di ogni luogo da prospettive insolite, convinto come è che la fotografia non sia prevalentemente la ripresa fedele di ciò che vediamo, ma soprattutto un mezzo espressivo per concretizzare la visualizzazione interiore. Alcune sue raccolte di fotografie sono visibili sulla sua pagina Facebook.

Deneb Arici: Deneb è il nome dellʼArtista, nonché quello dellʼomonima Stella che splende nella Costellazione del Cigno. Nata a Brescia, figlia dʼarte, ha seguito istintivamente le orme del padre pittore e grafico e già da giovanissima ha dimostrato una spiccata creatività ed abilità nelle tecniche artistiche applicate. Manifesta una forte attrazione verso la profondità dellʼuniverso, di cui percepisce lʼenergia e lʼirresistibile richiamo che la riconduce a visioni chiave del proprio percorso evolutivo. Nel suo cammino di ricerca e di crescita spirituale assimila arti e simbolismi che ritroviamo rielaborati anche nelle sue opere. Membro dellʼUnione Astrofili Bresciani, materializza una serie di opere perlopiù pittoriche con ritratti ed interpretazioni personali delle meraviglie del cosmo, nelle quali riesce a comunicare tutto il suo amore per le stelle e la sua passione per la ricerca astronomica, lʼosservazione al telescopio e lʼastrofotografia, riuscendo così a coniugare lʼarte, intuita come espressione dello spirito, con la scienza. Ama esprimersi principalmente ad olio ed acrilico a pennello e spatola e con acquerello, ma si apre anche alla sperimentazione del materico, degli smalti, delle resine cristalline, delle inclusioni metalliche e pigmenti.

Giacomo Filippini: nato a Brescia , Giacomo Filippini è cresciuto a stretto contatto con lʼarte, girovagando fin da piccolo nel laboratorio della madre, Giuliana Geronazzo, nota artista bresciana. Un punto di osservazione privilegiato, un salotto in cui ha potuto conoscere i movimenti e le personalità che hanno costruito la storia dellʼarte contemporanea bresciana. È proprio nel laboratorio di via Quinzano che Giacomo muove i primi passi, costruendo le sue prime opere con il vetro. Maestra dʼarte e di vita inevitabilmente Gero, un punto di partenza imprescindibile da cui Giacomo ha iniziato a costruire la sua identità. Nel tempo Giacomo sperimenta nuove tecniche, tra cui le ceramiche e la raku. Infine, il colpo di fulmine con il ferro. Dapprima è il ferro abbinato al vetro. La forza del ferro contrapposto a quanto di più fragile esista in natura affascina Giacomo. Lʼantitesi è la sintesi di queste opere: lʼenergia contrapposta alla gracilità, il metallo che non lascia passare la luce contro la trasparenza, il nero accostato ai colori con cui il vetro viene dipinto. La figura di Giacomo nel panorama artistico contemporaneo, tuttavia, viene a delinearsi con le sue opere in ferro, che costituiscono anche la parte più corposa della sua produzione.

Pietro Gardoni: bresciano, classe 1980. Si avvicina allʼarte attorno ai 29 anni ed è una folgorazione, “la cosa migliore della mia vita”. Autodidatta, pittore informale che spinge la ricerca artistica oltre la pittura seguendo le emozioni che nascono dal dipingere stesso. Influenzato dai lavori di Emilio Scanavino, Emilio Vedova e le teorie azioniste del gruppo Gutai. In generale tutte le sue opere, che siano dipinti, sculture o installazioni sono influenzate in primis da esperienze di vita ma anche dalle altre arti. Vanta collaborazioni con performance dal vivo di pittura a fianco di musicisti.

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GardaPost