Lombardia: burqa vietato da gennaio

REGIONE LOMBARDIA – La Regione Lombardia vieta burqa e niqab nelle strutture regionali e negli ospedali. Chi vorrà entrare dovrà presentarsi a volto scoperto.

“Abbiamo approvato la delibera che vieterà di entrare con il volto coperto negli ospedali e negli uffici regionali della Lombardia. Altro impegno mantenuto da parte della giunta Maroni”. Queste le parole con cui Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia ha presentato la delibera, approvata durante la riunione di giunta, che prevede l’adozione di misure idonee al rafforzamento del sistema di controllo, di identificazione e della sicurezza che vietino l’utilizzo di qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona nelle sedi istituzionali della Giunta e degli enti e società del sistema regionale.

“Chi vuole entrare negli ospedali lombardi e nelle sedi della Regione dovrà essere riconoscibile e presentarsi a volto scoperto. Sono quindi vietati burqa, niqab, così come passamontagna e caschi integrali” ha aggiunto Bordonali.

“I gravi episodi di terrorismo che si sono verificati nelle ultime settimane ci hanno indotto a rafforzare le misure di sicurezza. La Regione Lombardia si muove in anticipo rispetto al governo italiano e interviene per quanto di propria competenza per garantire la sicurezza di dipendenti, operatori e visitatori esterni”. Con la delibera di oggi viene demandata alle competenti strutture regionali l’adozione entro il 31 dicembre 2015 degli atti dirigenziali necessari a dare attuazione alle disposizioni.

La misura, fortemente richiesta dalla Lega Nord dopo gli attentati di Parigi, si richiama a una legge nazionale in vigore dal 1975 che vieta di presentarsi in pubblico con il volto coperto senza “giustificato motivo”.

Dal 1° gennaio 2016, quindi, il divieto entrerà in vigore: chi controlla gli ingressi potrà non far entrare chi si presenta con il volto coperto. Potranno continuare a entrare le donne che indossano hijabkhimar e chador, ovverosia gli indumenti che non coprono il volto.

Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia.

 

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GardaPost