Sarca: un innovativo intervento sulla vegetazione

BASSO SARCA – Iniziati i lavori sulla vegetazione nell’alveo del fiume Sarca. L’obiettivo è coniugare le esigenze di sicurezza idraulica con le esigenze ecologiche.

I lavori sono programmati principalmente nel tratto compreso tra i ponti di Pietramurata (foto sopra) e di Maso del Gobbo e localmente anche in altri tratti del Basso Sarca, per ridurre la voluminosa massa vegetale, che può costituire un serio ostacolo al regolare deflusso delle acque durante gli episodi di piena.

L’intervento, a cura del Servizio bacini montani della Provincia in collaborazione con il Parco fluviale della Sarca, costituisce la prima sperimentazione di gestione della vegetazione fluviale secondo quanto definito dalle linee guida del progetto Life Ten, che allo scopo di coniugare le esigenze di sicurezza idraulica con le esigenze ecologiche, individuano specifiche modalità di gestione della vegetazione fluviale a seconda delle caratteristiche di naturalità dei tratti dei corsi d’acqua. Il tutto in una nuova cornice di condivisione degli interventi con il territorio, gestita dal Parco fluviale.

L’intervento non è di semplice taglio ma è definito «di trattamento», perché teso a eliminare solo la vegetazione in contrasto con le esigenze di sicurezza idraulica, mantenendo tutto il resto, in considerazione del suo valore faunistico e ambientale. Sarà rimossa la vegetazione per circa cinquanta metri a monte e a valle del ponte conservando tuttavia alcuni esemplari arbustivi, essenzialmente salici, lungo le sponde dell’alveo di magra e a ridosso delle murature arginali, mentre dovranno essere prelevati tutti gli esemplari di pioppo nero ibrido, specie arborea molto suscettibile allo scalzamento, e quindi propensa a originare possibili occlusioni dei ponti. Negli altri tratti di fiume sarà conservato, a rotazione, qualche nucleo arbustivo più esteso. Riguardo alle specie arboree, saranno rimosse quelle con diametri superiori ai 20 centimetri, salvo esemplari di particolare pregio, in zone non investite direttamente dalla corrente, quindi non suscettibili di sradicamento. Si cercherà di conservare alcuni esemplari arborei di salice ripaiolo (Salix eleagnos), mentre le infestanti arboree – in particolare robinia e ailanto – saranno tenute sotto controllo, allo scopo di favorire lo sviluppo di specie ripariali. In tema di infestanti, il Parco fluviale ha richiesto particolare attenzione alle modalità di trattamento del Poligono del Giappone (Reynoutria japonica), robusta specie erbacea fortemente invasiva che ha iniziato la colonizzazione degli ambienti ripariali anche nel basso Sarca. Data la particolare invasività della specie, infatti, per limitarne la diffusione è fondamentale un corretto smaltimento della massa vegetale residua.

I lavori sono eseguiti «in amministrazione diretta», ovvero avvalendosi di personale operaio dipendente dal Servizio. L’ultimo intervento sulla vegetazione in quel tratto di fiume risale al periodo tra il 2008 e il 2009. Da allora lo sviluppo della vegetazione è stato enorme: prima della realizzazione delle grandi opere idroelettriche, infatti, la portata ordinaria del fiume consisteva in alcune decine di metri cubi d’acqua al secondo, che occupando massima parte dell’alveo confinavano lo sviluppo della vegetazione alle sole sponde, o poco più. Oggi invece la vegetazione si espande liberamente per quasi l’intera larghezza dell’alveo.

Le novità sono l’esito della positiva collaborazione tra Parco fluviale e Servizio bacini montani: prima dell’avvio della sperimentazione, i funzionari Lorenzo Malpaga e Donatello Birsa per il Servizio bacini montani hanno partecipato ad un incontro sul campo organizzato dal Parco fluviale, per condividere le analisi dello stato di fatto e gli interventi di taglio. Inoltre all’inizio di dicembre i referenti delle principali associazioni, Pescatori Basso Sarca, Amici della Sarca, Wwf Trentino, con il referente del Laboratorio partecipativo Fabio Berlanda e, per il Comune di Dro, il vicesindaco Michela Calzà e l’operaio Fabio Chemolli, hanno partecipato ad un sopralluogo lungo il tratto interessato dall’intervento di taglio. Una scelta dovuta all’approccio del Parco fluviale, che da sempre si fa promotore di una partecipazione diffusa del territorio, orientata all’implementazione dei diversi punti di vista, già sperimentata a settembre con la passeggiata progettante lungo il Rimone nuovo.

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GardaPost