Let’s dance e la Regina del Castello

TOSCOLANO MADERNO – Emozioni in verticale: due nuove vie d’arrampicata tracciate e aperte a Toscolano Maderno, che si sta scoprendo capitale del climbing del Garda bresciano.

Tutto ciò grazie ad un vivace movimento di appassionati che sistemano vecchie vie e ne aprono di nuove, di un’Amministrazione che li sostiene e, soprattutto, di un ambiente naturale con una straordinaria vocazione per l’arrampicata sportiva.

Il monte Pizzocolo (1.582 metri), il monte Castello (870 metri), le pareti di Sanico e le falesie della Valle delle Cartiere sono un eccezionale terreno di divertimento per i patiti dell’arrampicata outdoor.

Insomma, se il titolo di Mecca gardesana del climbing è saldamente nelle mani della cittadina trentina di Arco, dove da 30 anni tutto parla di arrampicata e dove si svolge quel RockMaster Festival che è uno dei più importanti eventi internazionali del settore, Toscolano si candida al titolo di capitale del Garda bresciano. Se ad Arco il turismo legato all’arrampicata è uno dei motori dell’economia locale, qui c’è ancora parecchio da fare, ma le potenzialità non mancano.

Stefano Michelazzi – triestino d’origine, gardesano d’adozione e zingaro per vocazione, guida alpina che ha infilato nel suo zaino una settantina di nuove salite su roccia, tra Dolomiti, Alpi Carniche e Giulie – ne è convinto: «Questo è un bel comprensorio, con ampia scelta di vie alpinistiche sportive di più tiri (i tratti tra una sosta e l’altra, ndr) e falesie».

C’è poi una particolarità che fa di Toscolano una meta ideale per i patiti della dimensione verticale: «Sul Pizzocolo come a Gaino – spiega Stefano – ci sono molte pareti esposte a ovest e a nord, perfette per l’arrampicata estiva».

Come l’interessante via aperta e tracciata nel 2013 dal gavardese Alberto Tonoli lungo l’impervia e ripida parete nord del Pizzocolo, la «Via del Presidente» (la dedica è per il presidente del Cai di Gavardo, Angiolino Maioli), 370 metri di arrampicata con 11 tiri di corda, con difficoltà del 6° grado e passi di 7° in alcuni tiri. Altre vie sono state aperte più di recente, come «La Regina del Castello», sul Castello di Gaino appunto, ripulita e attrezzata da due odolesi, Alberto Valenti, classe ’78, istruttore d’arrampicata del Cai di Brescia, e Matteo Cerqui, 31enne alpinista. La via ha uno sviluppo di 175 metri, consta di cinque tiri ed in due di questi presenta difficoltà fino al 6° grado. Le soste sono tutte su pianta ed una su chiodo, comunque agevoli.

In zona si trovano altre vie interessanti, aperte da tanti appassionati, da Ivan Maghella a Marco Preti….

Let’s Dance

Tra le ultime vie aperte si segnala anche quella attrezzata sulla mitica parete di Sanico (sulla quale si trovano già altre due vie sportive) da Stefano Michelazzi (www.facebook.com/stefano.michelazzi) ed Eleonora Lavo “La Leo”.

Quasi 250 metri di sviluppo, 7 lunghezze, difficoltà fino al 7° grado. Questi, in breve, i numeri della via battezzata «Let’s Dance» in memoria di David Bowie, nato l’8 gennaio, come Michelazzi.

La via è già pronta per arrampicare ed è a disposizione degli appassionati: 3 spit, ovvero punti di ancoraggio, nei passaggi più ostici permettono di procedere con tranquillità, le soste sono attrezzate e il percorso ripulito dalle piante (indicazioni per raggiungere l’attacco su www.gardaclimbing.it).

La roccia è perfetta: «È un calcare molto solido – spiega Stefano – che ricorda molto la roccia di Paklenica, uno dei paradisi croati del climbing». Michelazzi ha fatto la prima ripetizione della via con Marco Ghidini di Sabbio («Una giovane promessa dell’alpinismo») e la seconda con due alpinisti di fama internazionale: Giuseppe “Popi” Miotti, guida alpina e maestro d’alpinismo 62enne, e il genovese Alessandro Gogna, classe 1946, guida alpina, storico dell’alpinismo italiano e fondatore di Mountain Wilderness (www.mountainwilderness.it), organizzazione internazionale che si batte contro il progressivo degrado delle montagne del mondo. «Sono rimasti entusiasti della bellezza della salita», dice Michelazzi.

E se lo dicono loro, c’è da crederci.

da sinistra: Stefano Michelazzi, Popi Miotti e Alessandro Gogna durante la seconda ripetizione della via “Let’s dance”.
Il tracciato della via d’arrampicata “Let’s dance”.
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GardaPost