Territorio

Missione romana per la depurazione

LAGO DI GARDA – Oggi i presidenti di Comunità del Garda, Gelmini, e Ats, Peretti, in missione al Ministero dell’Ambiente per il nuovo progetto di depurazione delle acque.

«Non possiamo più aspettare». È perentorio Giovanni Peretti, sindaco di Castelnuovo e presidente del comitato di gestione della Ats Garda Ambiente (nella foto sopra con la presidente della Comunità del Garda, Maria stella Gelmini), l’associazione temporanea di scopo costituita per reperire le risorse necessarie (220 milioni) per dare attuazione al nuovo sistema di depurazione del Garda.

«I tecnici – ha detto nei giorni scorsi intervenendo all’Assemblea generale della Comunità del Garda – hanno decretato il “fine vita” delle attuali tubazioni. È tempo di intervenire».

«Il progetto preliminare – ricorda Maria Stella Gelmini – è stato valutato positivamente dal Ministero e il Cipe ha già stanziato importanti risorse». Si tratta di ben 132 milioni di euro, previsti dal “Piano operativo ambiente” approvato dal Cipe il 1° dicembre scorso e ripartiti per 50 milioni sulla Lombardia e per 82 milioni sul Veneto. Sono più del 60% dell’importo necessario, un bel punto di partenza. Ma ora è necessario entrare nella fase operativa, passando dalla progettazione preliminare a quella esecutiva, dalle intenzioni ai fatti.

Come? Se ne parlerà oggi, mercoledì 8 febbraio a Roma, quando Ats e Comunità del Garda incontreranno presso il Ministero dell’Ambiente Gaia Checcucci, capo della Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque.

«Dobbiamo capire come usare i fondi – dice Peretti – con l’obiettivo di salvaguardare un’area vasta che comprende 51 Comuni e che rappresenta il 40% del patrimonio nazionale d’acqua dolce e il 2% del Pil».

Il depuratore di Peschiera.

Il progetto, come noto, prevede che i reflui veronesi, più quelli di Desenzano e Sirmione, continuino ad essere depurati a Peschiera, mentre quelli della riviera bresciana dovranno confluire in un nuovo depuratore, con l’obiettivo di dismettere le condotte sublacuali. Tubi che corrono sul fondo del lago tra Maderno e Torri e che Maria Stella Gelmini definisce «una bomba ecologica da disinnescare». Ma le difficoltà da superare non sono poche, soprattutto dopo che è tramontata l’ipotesi di depurare i reflui bresciani nel vecchio impianto di Visano, fermo da 14 anni e destinato ad essere a lungo oggetto di un’aspra battaglia legale. Ma anche sul “piano B”, ovvero la costruzione di un nuovo depuratore nel territorio di Lonato, non mancano le polemiche.

Nell’assemblea della Comunità non se ne è parlato, ma una soluzione va trovata presto, perché senza certezze sulla collocazione dell’impianto potrebbero venir meno i finanziamenti.

La planimetria dell’attuale sistema di depurazione.

È stata inoltre rimarcata, da parte del presidente di Garda Uno, Mario Bocchio, la necessità di un Ato interregionale: «La gestione quotidiana di un sistema depurativo complesso come quello del Garda – dice Bocchio – richiede un unico gestore, ma Lombardia e Veneto sembrano non volerlo capire». Anche questa partita è ancora aperta. Bocchio ha invitato i sindaci ad attivarsi per fare sentire la loro voce univoca a Milano e Venezia.

I costi preventivati per il nuovo sistema di depurazione.
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GardaPost