Territorio

Pd Garda, depurazione opera irrinunciabile

LAGO DI GARDA – I circoli gardesani del PD sulla questione depurazione: “Tocca allora alla politica evitare che un progetto strategico si trasformi in farsa. Garda Uno entri in Acque Bresciane”.

Ecco il comunicato diffuso dal Partito Democratico sull’argomento:

“Va dato il merito all’attuale Governo di aver stanziato per la depurazione del Lago di Garda la considerevole somma di 100 milioni di euro. Lo avevamo anticipato come Circoli del PD del Garda già a marzo con l’onorevole del Partito Democratico Guido Galperti, che si era speso a Roma per ottenere questo importante risultato.

Nell’occasione, il Presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli aveva sottolineato come ciò fosse un riconoscimento dell’importanza strategica del Lago di Garda, sia sotto l’aspetto economico che ambientale.
Ed è da sottolineare anche l’impegno profuso dall’A.T.S Garda Ambiente, di cui fa parte il sindaco di Padenghe Patrizia Avanzini.

Sono, quindi, stati sollecitati i diversi attori coinvolti ad attivarsi per evitare di perdere i finanziamenti stanziati.
Da allora pochi passi sono stati fatti. Garda Uno Spa, la società dei Comuni gardesani, ancora non è entrata in Acque Bresciane: questo passaggio è ineludibile ed è il presupposto affinché Garda Uno possa realizzare il progetto e seguirne i lavori, per quanto attiene la sponda bresciana.

La presenza di Garda Uno è anche garanzia che i fondi non vengano dirottati altrove: è forte tra gli amministratori gardesani il timore – fondato o meno – che coi soldi stanziati per la depurazione si paghino all’Unione Europea le sanzioni dei Comuni bresciani inadempienti.

Tocca allora alla politica evitare che un progetto strategico si trasformi in farsa (non bisogna dimenticare che ci sono anche ulteriori finanziamenti da reperire). Ma tocca ai tecnici costruire un progetto serio, inattaccabile: prima ancora che collettare, cioè, significa sapere dove portare i reflui (sciogliere quindi il nodo di dove realizzare il depuratore) e cosa farne.

Per tutto il resto c’è tempo. Le perplessità su Acque bresciane, come sull’ATO provinciale, sono questioni che potranno essere discusse anche in seguito. Ci riferiamo in particolare al ruolo che il soggetto privato avrà in Acque bresciane: se – chiunque esso sarà – è abituato, ad esempio, a comandare gli enti che lo controllano, si può scordare di replicare questa modalità con le Amministrazioni gardesane.

Sull’ATO provinciale, che dal nostro punto di vista sarebbe inadeguato rispetto a un ATO di bacino gardesano, anche qui avremo tutto il tempo di discutere e chiedere soprattutto come mai Regioni di medesimo colore politico, come Lombardia e Veneto, non hanno fatto questa operazione, pur avendone la titolarità: su questi temi le chiacchiere non servono, perché sono i fatti e le decisioni concrete a determinare il destino delle comunità e dei cittadini”.

La planimetria dell’attuale sistema di depurazione.
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GardaPost