SisGarda, una nuova tecnologia per studiare la geofisica gardesana

Il progetto SisGarda vede coinvolti CNR-Ismar (Centro Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze Marine, Bologna), Università dell’Insubria (Como) e INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma), coadiuvati dal Nucleo Mezzi Navali della Guardia Costiera e con il contributo organizzativo e il patrocinio della Comunità del Garda.

SisGarda prevede l’acquisizione di dati geofisici sul fondo del bacino lacustre, strumenti essenziali per una corretta gestione del territorio.

I rilievi sono stati condotti con uno strumento innovativo, chiamato bubble-gun – spiega il prof. Luca Gasperini del CNR – che ci permette di osservare l’assetto dei sedimenti e delle rocce al di sotto del fondale del lago, fino a profondità dell’ordine di 1 km. Si tratta di profondità molto maggiori rispetto ai sistemi tradizionali, che arrivano a poche decine di metri. Questa è stata la prima acquisizione in Europa su acque interne, a cui ha partecipato anche l’ingegnere americano Fred Hegg, ideatore dello strumento”.

Abbiamo scelto il Lago di Garda come sito in cui testare questa nuova tecnologia poiché è un’area strategica sotto vari punti di vista: per la gestione delle risorse idriche, la presenza di un flusso turistico e di un tessuto produttivo tra i più fiorenti in Italia. Il tutto in un’area a rischio sismico non trascurabile” aggiunge il prof. Alessandro Michetti dell’Università dell’Insubria. Questa campagna rappresenta la naturale evoluzione delle indagini svolte negli anni scorsi dalla stessa Università, tra cui la raccolta di dati morfo-batimetrici nel settore di Sirmione – Punta San Vigilio durante la Campagna PERLA-G.

L’attuale indagine si è sviluppata principalmente nel golfo di Salò. “Siamo molto soddisfatti dei dati raccolti in questi 3 giorni – conclude Gasperini. Nelle prossime fasi, vorremmo svolgere rilievi sistematici in tutto il Lago, e intendiamo prelevare dei campioni di sedimenti mediante sondaggi. I sedimenti infatti rappresentano un archivio molto dettagliato degli eventi avvenuti nel passato, sia naturali (frane, terremoti) che antropici. I dati che raccoglieremo sono la base per affrontare in modo adeguato le sfide legate alla gestione di un territorio complesso e delicato come quello del Lago di Garda”.

La Comunità del Garda esprime soddisfazione per il progetto, in quanto è necessario dotare il più grande lago italiano (il 40% dell’acqua dolce disponibile in Italia) di dati e conoscenze fondamentali per le decisioni strategiche per il futuro.

Il golfo di Salò.

 

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GardaPost