Depuratore all’ex mollificio? Per il sindaco soluzione impraticabile

Ecco la posizione del sindaco di San Felice.

“Leggo con stupore  le proposte alternative del Comitato referendario Acqua Pubblica Brescia e del Comitato Gaia relative ai due depuratori previsti a Gavardo e Montichiari.

Chi oggi propone queste soluzioni ha da sempre lamentato il fatto che le Istituzioni fossero lontane dalle popolazioni interessate, in modo particolare hanno denunciato con forza il non coinvolgimento del territorio nella discussione e nei momenti decisionali. Concordo su questa posizione!

Stupisce come il loro comportamento non sia però diverso proponendo il Comune che rappresento, tra i luoghi dove installare uno dei nuovi depuratori. Sul tavolo del Sindaco di San Felice del Benaco, dal 27 maggio 2019 data della proclamazione, non è mai giunta una richiesta di dialogo né si sono tenuti incontri, anche informali, sul tema.

Chi propone l’area dell’ex Mollificio, come possibile soluzione per la realizzazione di un depuratore, evidentemente non conosce il territorio dove questa si trova.

E’ sì, come scrivono nel loro comunicato, in stato abbandono, ma è a due passi dal centro storico – dalla finestra del mio ufficio comunale dista circa 300 metri in linea d’aria – e su quell’area è nostra intenzione avviare un importante dialogo con la proprietà in quanto ha grandi potenzialità e potrebbe essere protagonista di un progetto, da definire, per lo sviluppo economico, sociale e culturale non solo di San Felice, ma anche di tutto il territorio della Valtènesi.

Tralasciamo poi, così come ricordano i comitati nel loro comunicato, l’interesse archeologico-industriale che una parte di quell’area riveste.

Per un piccolo comune com’è il nostro, con una spiccata vocazione turistica che negli anni sta maturando e che ho intenzione di incentivare, una infrastruttura come il depuratore sarebbe devastante. Qualsiasi tipologia esso sia.

Detto ciò ritengo doveroso informare gli interessati che ogni possibile soluzione di un ipotetico depuratore sul territorio di San Felice del Benaco trova, allo stato attuale, la mia ferma opposizione.

Non si tratta di sindrome nimby e posso pure capire un probabile obiettivo provocatorio della proposta: ritengo semplicemente che se è vero che un tema come questo deve essere affrontato valutando ogni possibile soluzione anche in territorio gardesano, è vero anche che la prima condizione sine qua non deve essere la verifica tecnica di un certo livello di fattibilità, almeno prima di buttare il tema in pasto all’opinione pubblica e creare così inutili tensioni. 

La soluzione San Felice – conclude Zuin – non è praticabile!”

 

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GardaPost