Paolo Chimeri, il cantore della memoria

Il concerto è promosso dal Comune (Assessorato alla Cultura), in collaborazione con la Fondazione Ugo Da Como e il patrocinio di Regione Lombardia, Casa di Dio Onlus e Scuola Diocesana di Musica Santa Cecilia.

Introdotto dalla musicologa Mariella Sala, il concerto è interamente dedicato alla figura di Paolo Chimeri, musicista nato a Lonato nel 1852 e morto a Brescia nel 1934. La sua importanza è stata recentemente posta all’attenzione del pubblico mediante alcuni eventi a lui dedicati, frutto della riscoperta e dello studio delle sue composizioni.

«Con questo concerto – afferma il vicesindaco e assessore alla Cultura Nicola Bianchi – vogliamo ricordare la figura di un grande lonatese, pianista e compositore, che tanto si è speso a favore della cultura musicale sul nostro territorio. Desidero ringraziare la Fondazione Ugo Da Como e il maestro Andrea Pini per la collaborazione nell’organizzare di questo importante evento e invito i lonatesi a seguire il concerto, questa domenica pomeriggio. Seguirà poi un momento conviviale grazie alla partecipazione di uno sponsor locale».

Chimeri fu un attivissimo promotore della musica a Brescia sin dalla più giovane età: maestro del coro al Teatro Grande, cofondatore della “Società dei Concerti”, esecutore dei capolavori corali e orchestrali di grandi compositori a lui contemporanei e precedenti, docente di pianoforte all’Istituto “Venturi” (l’attuale Conservatorio di Brescia). Fu, tra l’altro, maestro del grande pianista Arturo Benedetti Michelangeli.

Compose numerose opere per pianoforte e per coro, in particolare per il coro dell’Orfanatrofio femminile di Brescia, che dirigeva. Animato da un forte e generoso spirito civile, contribuì col poeta Angelo Canossi, nel primo dopoguerra, alla costituzione della Chiesa della Memoria e del Chiostro della Memoria in Brescia, dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale.

Piuttosto burbero nell’aspetto, ma ricco di profonda bontà, all’Orfanotrofio femminile e al Pio Luogo Zitelle lasciò con testamento una considerevole somma a beneficio delle ragazze ospiti che desiderassero seguire gli studi letterari, musicali e pianistici.

Il padiglione della Rocca di Lonato.

 

Il repertorio del concerto lonatese è caratterizzato da opere di diversi generi musicali e differenti timbri sonori: composizioni per pianoforte solo, brani sacri per coro e soprano, e arie profane tra le quali persino una in dialetto bresciano.

Sarà un concerto quasi interamente al femminile. Infatti, si alterneranno sul palcoscenico, insieme al violoncellista lonatese Giuseppe Laffranchini, tutte artiste bresciane: l’Ensemble vocale femminile “Sifnos” diretto da Gloria Busi, il soprano Gisella Liberini e la pianista Caterina Goglione.

«La scorsa settimana nel padiglione della Rocca di Lonato abbiamo celebrato i 150 della nascita del senatore Ugo Da Como, a cui il consiglio comunale ha attribuito la cittadinanza onoraria – asserisce il sindaco Roberto Tardani – e ora vogliamo ricordare un altro grande lonatese, il maestro Paolo Chimeri, che con la sua attività di direttore di cori e di orchestra, di insegnante di pianoforte e compositore, attivo anche nel teatro, dominò l’ambiente musicale di Brescia, tra fine Ottocento e primi Novecento, lasciandovi tracce profonde per oltre cinquanta anni». 

Al termine del concerto ci sarà un momento conviviale.

Per informazioni e prenotazioni: 030 9130060, prenotazioni@fondazioneugodacomo.it

Chimeri ritratto in giardino.

 

Paolo Chimeri

Nacque a Lonato (Brescia) il 26 maggio 1852 da Filippo e Maria Frera. Iniziò lo studio della musica molto presto sotto la guida del padre, anch’egli musicista e autore dell’opera Edmonda di Valenza (Mantova 1845), e ancora fanciullo si stabilì a Brescia, ove intrapreso lo studio del pianoforte. Precocissimo, a sette anni si esibì come pianista in un concerto di beneficenza per i feriti della seconda guerra d’indipendenza e a dieci eseguì al teatro Grande di Brescia la celebre Fantasia sulla Norma di Bellini di S.Thalberg.

Nominato direttore del coro del teatro bresciano nel 1866, ricoprì l’incarico con tanto impegno che venne segnalato a Verdi da F.Faccio e quindi invitato a dirigere il coro della Scala. Rifiutò tuttavia l’incarico probabilmente per il timore (considerata la sua giovane età) di non riuscire ad affermarsi nel tempio della lirica italiana, e anche per il suo carattere introverso e solitario, che lo induceva a preferire l’ambiente provinciale ma più tranquillo della sua città. Rimasto a Brescia, nel 1868, appena sedicenne, venne nominato direttore d’orchestra del teatro Guillaume e l’anno successivo, insieme con A.Bazzini e altri musicisti, fu tra i fondatori della Società dei concerti di cui assunse la direzione dell’orchestra.

Collaborò col Faccio nell’organizzazione delle stagioni estive della fiera di Brescia e per alcuni anni diresse numerosi concerti al teatro Grande e in altri teatri italiani. Grande successo riscossero soprattutto le sue esecuzioni dell’oratorio di L.Perosi, La resurrezione di Lazzaro (Bologna, teatro Comunale, 1898) e due concerti con musiche di Rossini e di Bazzini. Tuttavia, egli non raggiunse mai una vasta notorietà, anche per il temperamento schivo e riservato che lo portò a lasciare presto il teatro per la composizione e l’insegnamento, cui preferì dedicarsi esclusivamente. Istituì la cattedra di pianoforte all’Istituto filarmonico Venturi dimostrando, come didatta, un talento eccezionale (fra i suoi allievi ebbe I.Capitanio, G.Tebaldini, G.Benvenuti e A.Benedetti Michelangeli); per molti anni fece inoltre parte delle commissioni esaminatrici del conservatorio musicale di Milano. Dopo trentaquattro anni di ininterrotto insegnamento fu esonerato dall’incarico per raggiunti limiti di età, ma continuò ad insegnare, dedicandosi all’educazione musicale delle orfane di guerra dell’istituto Rossini, per le quali scrisse alcune composizioni vocali, tra cui il Colloquio con gli angeli, su parole di A.Canossi. Morì a Brescia il 4 aprile 1934.

 

 

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GardaPost