Un navigatore solitario oceanico di casa sul Garda

Alex Carozzo nasce a Genova nel 1932, ma ancora in fasce, si trasferisce con la famiglia a Venezia, città che considera d’adozione e dove frequentò l’Istituto nautico. Terminati gli studi entrò nella Marina Mercantile come ufficiale di rotta, venendo imbarcato su navi da carico e petroliere. Si avvicinò per la prima volta al mondo della vela alla fine degli anni Quaranta, frequentando la Compagnia della Vela di Venezia, ma senza partecipare a corsi della scuola di navigazione a vela, ma imparando da autodidatta.

Nel 1965 divenne il primo italiano ad attraversare un oceano in solitaria, e il primo ad attraversare l’Oceano Pacifico, circa 5.500 miglia, su una barca a vela in solitario, da Tokyo a San Francisco. Un’impresa che nessuno prima di allora era riuscito a portare a termine.

 

Nel 1968 il nome di Carozzo salì alla ribalta internazionale nel mondo della vela: definito dalla stampa dell’epoca come il Chichester d’Italia, fu il primo italiano ad aver partecipato alle prime grandi traversate oceaniche in solitario del secolo come l’ OSTAR e la Golden Globe Race, che fino ad allora sembravano essere alla portata dei navigatori inglesi e francesi, sfidando in oceano le più grandi leggende della vela internazionali dell’epoca, come Éric Tabarly, Robin Knox-Johnstone e Bernard Moitessier.

Carozzo nella sua intesa carriera è autore di tanti altri primati, tra cui si ricorda: nel 1966 primo italiano a partecipare a una regata oceanica per multiscafi partecipando alla Transpac; primo ad attraversare l’Atlantico con un “Topo”, imbarcazione tipica dell’Adriatico; nel 1990 riuscì a ripercorre la rotta di Colombo: 3800 miglia partendo dalle Canarie a San Salvador a bordo di Zentime, una scialuppa di salvataggio di 6 metri recuperata dalla demolizione a Las Palmas e armata con vele e pezzi recuperati, con nessuna tecnologia, ma il solo utilizzo di un sestante e un fornelletto per scaldare l’acqua. La traversata è raccontata nel libro Zentime Atlantic.

Alex Carozzo.

 

Nel 1989 Alex si toglie anche la soddisfazione di entrare nel mondo del cinema: non come attore, ma come “armatore”.

Una sua barca viene infatti utilizzata nelle scene di mare del film “Nostos – Il Ritorno” di Franco Piavoli, una rivisitazione del mito di Ulisse che sorprese positivamente la critica. Le scene sono state in realtà girate sul lago di Garda, dove Carozzo, residente a Padenghe, vive da oltre 40 anni.

 

 

 

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GardaPost