Ripartono le sagre, le perplessità di ARTHoB: “Disparità di trattamento”

Sospese a partire dal 28 febbraio 2020 possono ripartire anche in Regione Lombardia, la più colpita dall’attuale pandemia e quella in cui  persiste il numero più alto di nuovi casi e, purtroppo, di decessi.

Alla luce delle caratteristiche di tali manifestazioni, problematiche per la concentrazione delle persone sia durante l’accesso che nel consumo di cibi e bevande, dello stridente contrasto tra quanto si potrà provvedere in quelle situazioni e quanto invece viene, giustamente, richiesto alla ristorazione tradizionale nella sua accezione più ampia, ARTHoB non può che far presente alle istituzioni come esista il rischio di una evidente disparità di trattamento, di problemi di natura igienica, nonché del reiterarsi di una situazione di concorrenza ai limiti, già rilevata negli scorsi anni, ma resa ora drammatica dalla situazione in cui versa l’intero comparto.

ARTHoB come sua natura impone, non può che intervenire al momento della potenziale ripresa di eventi che hanno nella loro stessa natura numerose criticità, sia di tipo organizzativo/logistico che di reale rappresentanza di quella ripresa che si vorrebbe affidata alla valorizzazione di prodotti locali, di ricette provenienti dal patrimonio gastronomico italiano, di quella attrattività in grado di promuovere un turismo in prima battuta di prossimità, specie per i mesi a venire.

L’Associazione certo non nega l’importanza di alcune sagre nel difendere e promuovere gli stessi valori ma si tratta, come ampiamente noto, di una netta minoranza, di fronte a eventi che presentano scarsi tratti caratterizzanti, la Sagra della Nutella, della Brioche con gelato… Quando non delle plateali incongruenze, anche se non lombarde, come la Sagra del Fritto di Camogli a Biella… Nel settembre del 2010 era stato stilato un Manifesto della Sagra Autentica articolato in 7 punti e sottoscritto dall’allora coordinatore, il gastronomo Davide Paolini e da FIPE, FIEPET Confesercenti, dal Direttore di Italia a Tavola, da docenti universitari e dal Presidente dell’Associazione Sagre e Dintorni.

Rispetto e promozione del territorio, gestione senza scopo di lucro, durata non superiore ai sette giorni, cultura del cibo locale, assenza di finalità speculative… Una differenza abissale con quanto spesso vediamo.

 

Accanto a problemi d’identità delle Sagre, ARTHoB rileva come appaiano di scarsa possibilità di attuazione, nonché di controllo, tutte quelle misure che vengono, si ribadisce giustamente, richieste alla ristorazione classica, le norme di igienizzazione continua, l’adozione dei DPI, le misure di distanza interpersonale, l’utilizzo di modalità digitali o alternative per menu, pagamenti… La rilevazione della temperatura, la conservazione dei dati… Il tutto sintetizzabile in una evidente e sostanziale disparità di trattamento da un lato e di creazione di situazioni a rischio dall’altra. Non ci si può certo dimenticare come la Regione Lombardia sia stata quella più colpita dalla pandemia e quella in cui maggiormente persistono, pur all’interno di una curva inequivocabilmente calante, nuovi contagi e, purtroppo, casi ancora mortali.

Se si pensa che il settore nella nostra regione ha riaperto, potenzialmente, il 18 di maggio – ma numerosi locali hanno aperto successivamente e altri sono ancora fermi aspettando uno sperabile cambiamento dello scenario o impossibilitati a far fronte alle mutate richieste, ai mutati obblighi esistenti – e che parlare di una ripresa è ancora evidente eufemismo, si può capire come l’intera categoria veda con timore o sconcerto l’entrata in scena di una realtà che da tempo viene criticata per dimensioni quantitative, caratteristiche qualitative e, talvolta, scarsa osservanza delle disposizioni igieniche e amministrative/fiscali.

ARTHoB non nega certo che esistano Sagre o Eventi ben organizzati, rispettosi delle regole, dalla precisa natura, valida alternativa ad altre forme di socialità ma prende atto che rappresentano una parte minoritaria rispetto all’entità globale del fenomeno, aggiungendo che maggiori controlli, una più rigida regolamentazione, andrebbe a vantaggio di chi bene opera in quel campo.

Nel denunciare la situazione ARTHoB chiede alle Istituzioni, agli organismi di controllo, di prendere adeguati provvedimenti per regolamentare quanto più possibile questi eventi, non certo per desiderio d’instaurare una sorta di monopolio nella somministrazione di cibo quanto per garantire a tutti gli attori stesse condizioni di base, nonché al pubblico quelle giuste garanzia di sicurezza, igiene, qualità che sono ricetta vincente per la ripresa dell’intero sistema.

 

 

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GardaPost