Il “metal detective” Paolo Campanardi stasera in tv

Da anni Paolo perlustra i vecchi fronti di guerra, là dove c’erano trincee, postazioni, fortificazioni e accampamenti militari.

Setaccia valli e boschi con il suo metal detector per scovare tra l’erba o sotto il fogliame una fibbia, una gavetta, un elmetto e portare così alla luce minuscoli tasselli del grande mosaico della storia, oggetti che raccontano la quotidianità della vita al fronte e che, in gran parte, sono in esposizione permanente nella mostra allestita presso la sede dell’associazione «Gruppo Ricerca», presieduta e animata appunta da Campanardi, in via Benamati 12, a pochi passi dalla piazza di Maderno.

Si tratta di elmetti, gavette, bicchieri, tazze, posate, bombe artigianali, frammenti di storia che raccontano la vita al fronte, alcuni ascrivibili alla cosiddetta «tranch art», l’arte di trincea, che Paolo Campanardi ha ritrovato in anni di faticose e appassionate ricerche.

 

 

 

Ricerche di tesori militari e reperti vari che “Gibba” mostra al pubblico tramite la sua seguitissima pagina Facebook e che ora potremo seguire in tv, nella serie intitolata «Metal detective», che su Dmax proporrà puntate girate sui fronti storici di mezza Italia, tra Anzio e le Dolomiti.

 

Sul sito del canale la serie è presentata così: «I metaldetectoristi sono i pronipoti dei cercatori d’oro che oggi partecipano ad una gigantesca caccia al tesoro che attira persone di tutte le età. In Italia sono quasi 100mila i possessori di metal detector registrati e altrettanti sono quelli non registrati.

Paolo Campanardi, detto Gibba, non ricerca solo reperti militari, ma anche tesori e anticaglie di ogni tipo. Gibba viene spesso chiamato da enti pubblici, privati e da corpi di polizia per bonificare terreni, ritrovare oggetti preziosi e prove di reati».

 

 

 

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GardaPost