Ucciso in una rapina nel Bresciano, il ricordo a Lazise

Avrebbe compiuto 60 anni Pietro Raccagni, il macellaio ferito dai rapinatori l’otto luglio 2014 nella sua villa di Pontoglio e morto dopo 11 giorni di agonia. Pietro è stato ucciso con una bottigliata in testa nel corso di una rapina.

La moglie ed i figli hanno deciso un paio di anni fa di trasferirsi a Lazise per dimenticare il loro dolore e per ricominciare una vita “di nuovo” come ama dire la figlia Sara, aprendo una nuova attività in via Porta San Zeno.

Ed è stata proprio la figlia Sara a non voler dimenticare il papà Pietro che ha lasciato nel suo cuore, in quello della mamma e del fratello un segno indelebile, a volerlo ricordare con una marcia podistica improvvisata.

Allestita in sordina e con l’unico intento di far rivivere a Lazise il motto di Pietro: “Sogna, vivi, emozionati”. Un motto scritto su tantissime magliette azzurre che sono andate letteralmente a ruba e che sono state il tramite per raccogliere fondi da destinare alla associazione San martino in Calle che da oltre un ventennio opera a Lazise per sostenere malati e bisognosi di cure.

“Siamo partiti in sordina, senza clamore – spiega Sara Raccagni – proprio perchè non volevamo clamore e rispettare anche la situazione pandemica ancora in corso. Ma con il solo passaparola ci siamo ritrovati in oltre 300 a percorrere una ventina di chilometri in compagnia, partendo dalla piazza di Lazise, raggiungendo Garda e ritornando poi a porta san Zeno di Lazise. E’ stato un successo fuori del comune. Insperato ed inatteso. L’amore vince sempre – continua Raccagni – e Lazise e la sua gente, tante amici di Erbusco e del bresciano, anche tanti sconosciuti, si sono avvicinati alla nostra proposta. ”

“Abbiamo dato una mano a Sara per amicizia – spiega commosso il presidente de Le Sgalmare Daniele Dorizzi – e per cercare di ricordare le vittime innocenti di tante rapine in villa perpetrate nelle zone zone . E’ stato un successo. Credo che Sara e la famiglia Raccagni la vogliano ripetete nei prossimi anni. La gente e chi fa sport ha capito il messaggio di solidarietà e la semplicità della manifestazione tesa unicamente al bene.”

“Vogliamo davvero ringraziare tutti – sottolinea la battagliera vedova di Pietro Raccagni, Federica Pagani – perchè abbiamo avuto solidarietà, sostegno, amicizia, vita e una autentico segno e senso di giustizia. Dopo tante battaglie – conclude Federica – finalmente un pò d’aria pura e di vita per la nostra famiglia e per chi crede nelle giustizia e negli ideali. Davvero grazie a tutti. ”

Sergio Bazerla

 

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GardaPost