Chiude l’unico alimentari, Magasa muore

L’unico negozio di alimentari chiude bottega: a Magasa non si potrà più fare la spesa. «Un disastro», dice il sindaco Federico Venturini, preoccupato per i suoi anziani, per i quali l’alimentari della signora Caterina Piccini, situato in centro storico e aperto tutto l’anno, era l’unico negozio in cui potersi procurare quel che serve per il pranzo e per la cena.

Dopo averla alzata ed abbassata ogni giorno per decenni, soddisfacendo le richieste quotidiane dei pochi abitanti del paese, ai primi di settembre la titolare abbasserà definitivamente la saracinesca.

«Non c’è nulla da fare – commenta sconsolato il primo cittadino -, economicamente l’attività non sta in piedi». Eppure un negozio come questo, in un borgo montano lontano da tutto, abitato soprattutto da anziani, è un servizio primario, irrinunciabile.

«Le abbiamo provate tutte – dice Venturini -. Abbiamo chiesto un aiuto a Regione Lombardia, confidando nella possibilità di un contributo, come quelli che concedono in Trentino per garantire la sopravvivenza dei piccoli negozi di montagna. Niente da fare. Abbiamo chiesto di semplificare gli adempimenti fiscali dell’attività, vista la sua valenza sociale, ma neppure in questo caso siamo stati ascoltati. I gestori non possono fare altro che chiudere».

 

Un problema non da poco per le 145 anime di Magasa, il Comune più anziano della Lombardia, con un’età media di 62,8 anni.

Con una gestione economica insostenibile, non c’è speranza che qualcuno decida di rilevare l’attività. Intanto, per rispondere alle esigenze basilari, il Comune sta cercando di organizzarsi: «Vedremo di fare arrivare almeno il pane fresco da Capovalle», dice il sindaco, sconsolato.

Perché la chiusura dell’unico alimentari significa un netto peggioramento delle condizioni di vita della gente di Magasa e un incentivo in più allo spopolamento inarrestabile che da anni affligge questa terra. La montagna senza negozi e opportunità, senza servizi e senza punti di ritrovo, muore.

Il borgo di Magasa, incastonato tra i monti della Valvestino, al confine con il Trentino.

 

 

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GardaPost