Tunnel scolmatore Adige-Garda, oggi le prove di scarico

Le prove di apertura delle paratie del tunnel che scarica l’acqua del fiume Adige nel lago di Garda (necessario in caso di piena del fiume per salvare Verona dagli allagamenti) avranno luogo oggi, giovedì 3 marzo, dalle 13 alle 17.

Per circa 4 ore nel lago sarà scaricata una media di 25 metri cubi d’acqua al secondo, con punte massime di 100 mc/s, ad intermittenza.

La manovra, lo ricordiamo, è obbligatoria e viene effettuata per garantire la funzionalità del manufatto  (qui trovi la comunicazione della Provincia autonoma di Trento).

Ma con le acque del fiume, nel lago finiranno anche detriti, fango, limo. Per questa ragione il Wwf Bergamo Brescia ha chiesto che «le 3 agenzie regionali di protezione Arpa, Appa e Arpav si adoperino ad un campionamento per analisi chimiche ed ecologiche dell’acqua che entra» (ne abbiamo scritto qui).

La Comunità del Garda, che oggi manderà del personale a controllare le operazioni, vigilerà affinchè lo scarico avvenga nei tempi e nei modi annunciati».

«Abbiamo inoltre chiesto -dice il segretario generale della Comunità, Pierlucio Ceresa – di porre in essere tutti accorgimenti necessari per evitare che carcasse di animali, detriti e pezzi di legno finiscano nel lago e poi sulle spiagge».

Lo scarico a lago durante le prove del 5 marzo 2021.

Il tunnel scolmatore Adige-Garda

L’idea della galleria tra l’Adige e il Garda affonda le radici nel ‘700. Durante il 1800 l’Impero austroungarico interviene sul corso del fiume Adige e sui suoi affluenti, in particolare togliendo sei grosse anse nella Vallagarina, facendo così in modo di far smaltire più velocemente le eventuali piene ed evitando di costruire ponti.

E’ attorno agli anni ’20 del 900 che ci si rese conto che questa aumentata velocità poteva creare grossi problemi a Verona ed alle località della provincia di Rovigo toccate dall’Adige. Si cominciò quindi a pensare di alleggerire la portata del fiume deviandone una parte nel lago di Garda.

Le località prescelte furono due e cioè la stretta di Ceraino, che dista dal Garda solo 8 chilometri con un dislivello di appena 30 metri e Ravazzone di Mori, che dista quasi 10 chilometri con un dislivello di 100 metri.

Proprio questo dato del dislivello fece pendere la scelta su Mori e finalmente nel 1939 iniziarono i lavori, che però furono sospesi nel 1943 durante la seconda guerra mondiale. I lavori ripresero nel 1954 e si conclusero nel 1959.

La portata massima è di 500 metri cubi al secondo e fu raggiunta nel 1966 quando vennero scaricati ben 64 milioni di metri cubi nel Garda con un innalzamento del livello del lago di 17 centimetri.

Nel 2000 le competenze della galleria passarono dallo Stato alla Provincia di Trento.

L’imbocco del tunnel scolmatore a Mori.

 

 

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GardaPost