Istituto comprensivo di Salò: settimana corta per tutti, protestano i genitori

SALO’ - I genitori contestano la decisione di modifica dell’orario settimanale per l’anno scolastico 2023-2024: "E' stato rotto unilateralmente quella sorta di contratto sottoscritto al momento dell'iscrizione".

Una riunione molto partecipata, a tratti accesa, quella che si è svolta nei giorni scorsi alla scuola Olivelli di Salò e che ha visto contrapposti il dirigente scolastico e i genitori dei bambini della IV C (ma la questione riguarda anche i ragazzi che frequentano la 2° B alle medie “Gabriele d’Annunzio”).

Il motivo del contendere la decisione unilaterale di modifica dell’orario settimanale per l’anno scolastico 2023-2024 quando questi bambini frequenteranno l’ultimo anno della scuola primaria.

Quattro anni fa le famiglie di questi bambini scelsero la settimana lunga, con la frequenza fino al sabato mattina, proposta nell’offerta educativa della scuola per esigenze diverse: chi per motivi di lavoro (Salò è una città turistica e tanti i genitori impiegati in questo settore), chi per bisogni particolari dei bambini, diverse le certificazioni nella classe, chi per mere esigenze organizzative. «Eppure – dice un genitore – questo “contratto” sottoscritto con la scuola oggi non ha più validità per buona pace della continuità didattica, dei bisogni dei bambini e delle necessità delle famiglie».

La scuola nella lettera inviata ai genitori motiva la scelta con: la possibilità per le famiglie di avere un giorno libero in più a disposizione; esigenze organizzative da parte della scuola che fatica ad organizzare l’orario dei docenti e del personale ATA il sabato per solo 25 bambini su un totale di oltre 400 alunni; il risparmio energetico.

I genitori controbattono dicendo che a loro il fine settimana lungo non interessa e che la scelta quattro anni fa era stata fatta in maniera consapevole e ponderata sulla base delle motivazioni sopra riportate. Intanto dal Comune fanno sapere che l’Amministrazione non ha avanzato alcuna richiesta all’Istituto in merito ad azioni volte alla riduzione dei consumi energetici.

I genitori, nella relazione presentata al dirigente, citano lo stesso piano formativo della scuola dove, si legge, “lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei… In questa prospettiva i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora…”.

Eppure la stessa scuola non si fa problemi a stravolgere, proprio nell’ultimo anno, le abitudini e la continuità nell’apprendimento dei bambini.

All’interno della classe sono presenti anche alunni con disabilità certificata, protetti dalla Legge 104/92, che necessitano di cure e attenzioni mirate e che seguono nel tempo extrascolastico terapie specifiche e programmi di recupero e potenziamento. Il cambio di orario – spiegano i genitori – metterebbe in seria difficoltà l’organizzazione di questi momenti oltre che alla possibilità per molti dei nostri bambini di seguire con profitto le lezioni in classe con buona pace di tutti gli enunciati sull’inclusione scolastica.

Un genitore fa notare che questi bambini – per l’imprevista emergenza covid – hanno terminato la classe prima nel mese di febbraio 2020, hanno fatto la classe seconda per buona parte dietro uno schermo in DAD, la classe terza con diverse interruzioni per le numerose quarantene, finalmente la classe quarta senza particolari problemi e si trovano ora a dover affrontare un nuovo cambiamento per l’anno venturo.

«Noi genitori sappiamo di chiedere alla scuola un grande sforzo per concludere senza ulteriori scossoni questo ciclo di scuola primaria. Sui giornali e in televisione si parla ormai settimanalmente del problema della denatalità in Italia, la cui principale causa va ricercata nelle difficoltà, non solo economiche, che incontrano le coppie nella gestione dei figli e la scuola come in questo caso pare essere sorda alle nostre problematiche e ai bisogni dei bambini».

La decisione è rimandata al Consiglio di Istituto, che per bocca di una sua rappresentante ha già fatto sapere – prima dell’inizio della riunione – di voler accogliere la modifica degli orari avanzata dalla scuola. Appaiono dunque esigue le speranze che le richieste delle famiglie trovino ascolto.

Bambini in coda all’ingresso a scuola Olivelli.

 

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