Mafia e ndrangheta sul Garda, interrogazione parlamentare

LAGO DI GARDA – Sono ben 239 i beni sequestrati alle organizzazioni mafiose nella Provincia di Brescia, 24 sul Garda. Interrogazione dell’on. Laquaniti (Campo Progressista).

In Provincia di Brescia il fenomeno dei beni confiscati alle mafie è secondo solo a Milano e rappresenta il 10% del totale lombardo. La criminalità organizzata entra sempre più spesso nell’economia reale, nell’edilizia, nel commercio, nel traffico dei rifiuti, nella ricezione turistica, con una attenzione particolare ai settori che permettono il riciclo di denaro. L’ultimo grave episodio riguarda il Lago di Garda.

Il prefetto di Verona Salvatore Mulas ha emesso una “interdittiva”, un provvedimento cautelare antimafia, a carico di Georgiana Andrea Nicolae, di nazionalità rumena, che gli inquirenti ritengono prestanome di Francesco Piserà, di cui è la compagna, già a sua volta colpito da interdittive, per i suoi interessi sul Garda bresciano. La donna è la titolare dell’hotel “Il Gambero” di Salò e del resort “Piano d’Ercole”.

A giudizio di organi di stampa di locali Piserà è sospettato di essere vicino ad ambienti malavitosi: imprenditore calabrese che opera da tempo nell’area benacense, titolare di diverse attività nella ristorazione e nel turismo, con esercizi pubblici a Boscochiesanuova, Nogarole Rocca e Bardolino. Non avrebbe mai fatto mistero di essere vicino ai Mancuso, la cosca più potente della Calabria, pur avendo smentito di esserne affiliato. Forte è l’allarme per il diffondersi delle infiltrazioni malavitose sul Lago di Garda.

In particolare nelle strutture turistico ricettive e della ristorazione, settore fondamentale per l’economia gardesana, dove attraverso l’uso di prestanome è più facile l’inquinamento del sistema economico. Allarme espresso nel corso dell’ultima assemblea anche dal presidente dell’Associazione di categoria veronese Marco Lucchini, preoccupato “dai frequenti segnali sull’aumento sul nostro territorio del grave pericolo di infiltrazioni malavitose” (leggi qui la notizia).

“Non possiamo e non dobbiamo lasciare soli – dice l’on. Luigi Lacquaniti (Campo Progressista) – gli operatori del settore nel contrastare il fenomeno. Occorre un impegno e una vigilanza in più da parte di tutti, anche e soprattutto da parte dello Stato. Per questi motivi ieri ho presentato una interrogazione a risposta immediata in assemblea al Ministro dell’Interno Marco Minniti, per sapere quali iniziative di sua competenza intenda intraprendere per meglio contrastare il fenomeno mafioso sul Lago di Garda, in particolare nel settore turistico ricettivo”.

L’on. Luigi Laquaniti (Campo Progressista).

Ecco il testo dell’interrogazione al Ministro degli Interni

«Per sapere

– premesso che: Mafia, Ndrangheta e associazioni a delinquere di stampo mafioso sono da tempo radicate nel territorio bresciano: sono ben 239 i beni sequestrati alle organizzazioni criminali nella Provincia di Brescia, dato che dimostra la penetrazione della criminalità. Di questi almeno 24 sono siti sul Lago di Garda. In Provincia di Brescia il fenomeno dei beni confiscati alle mafie è secondo solo a Milano e rappresenta il 10% del totale lombardo;

la criminalità organizzata entra sempre più spesso nell’economia reale, nell’edilizia, nel commercio, nel traffico dei rifiuti, nella ricezione turistica, con una attenzione particolare ai settori che permettono il riciclo di denaro. L’ultimo grave episodio riguarda il Lago di Garda. Apprendiamo da notizie di stampa, BresciaOggi del 16 dicembre, che il prefetto di Verona Salvatore Mulas ha emesso come provvedimento cautelare antimafia, una “interdittiva” a carico di Georgiana Andrea Nicolae, di nazionalità rumena, che gli inquirenti ritengono prestanome di Francesco Piserà, di cui è la compagna, già a sua volta colpito da interdittive, per i suoi interessi sul Garda bresciano. La donna risulta essere la titolare dell’hotel “Il Gambero di Salò” e del resort “Piano d’Ercole”;

Piserà è sospettato di essere vicino ad ambienti malavitosi: imprenditore calabrese che opera da tempo nell’area benacense, titolare di diverse attività nella ristorazione e nel turismo, con esercizi pubblici a Boscochiesanuova, Nogarole Rocca e Bardolino;

Piserà, secondo il citato quotidiano, non avrebbe mai fatto mistero di essere vicino ai Mancuso, una ’ndrina di Limbadi e Nicotera considerata dagli organi investigativi come la cosca più potente della Calabria, pur avendo smentito di esserne affiliato;

l’interdittiva prefettizia antimafia è una misura preventiva, prescinde dall’accertamento di responsabilità penali, ma si fonda sugli accertamenti compiuti dagli organi di polizia;

forte è l’allarme espresso anche dal presidente dell’Associazione di categoria veronese Marco Lucchini, preoccupato “dai frequenti segnali che leggiamo sui media sull’aumento sul nostro territorio del grave pericolo di infiltrazioni malavitose, di forme di economia borderline che, con la scusa di investire in campo turistico, operano al solo scopo di riciclare denaro per conto di organizzazioni mafiose. Il settore del turismo, in particolare quello ricettivo e della ristorazione, si presta alla diffusione di queste patologie cancerose che distruggono una economia basata su sicurezza e legalità”;

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di sua competenza intenda intraprendere per contrastare il fenomeno mafioso sul Lago di Garda, in particolare nel settore turistico ricettivo». Luigi Lacquaniti (Campo Progressista).

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