Contratto di lago: tra un mese la sottoscrizione da parte di tutti i Comuni
GARDONE RIVIERA - Ecco la bozza del contratto di lago, presentata oggi in Comunità del Garda. Gli amministratori gardesani: “Vogliamo essere partecipi e decisivi sul futuro del lago di Garda”.
Tutti i sindaci delle comunità gardesane delle tre province si sono dati appuntamento, tra un mese a Peschiera, per condividere e sottoscrivere il testo definitivo del nuovo “Contratto di Lago”.
L’incontro che si è tenuto questo pomeriggio, lunedì 24, a Gardone Riviera, nella sede della Comunità del Garda, infatti, è stato l’occasione per discutere sui contenuti e per un confronto tra i sindaci di tutti Comuni che si affacciano sul Garda.
A presiedere l’incontro Maria Stella Gelmini, presidente della Comunità del Garda con il segretario generale Pierlucio Ceresa, affiancata da Giovanni Peretti presidente di ATS e da Angelo Cresco presidente di Azienda Gardesana Servizi.
Per la sponda veronese erano presenti i primi cittadini, o i loro delegati, dei Comuni di Bardolino, Brenzone, Castelnuovo del Garda, Lazise, Garda, Malcesine, Peschiera del Garda e Torri del Benaco.
Erano presenti inoltre, il presidente di Garda Uno Mario Bocchio, il presidente di Garda Lombardia Luigi Alberti, il presidente di Garda Trentino Spa Marco Benedetti e Marcello Moretti, in rappresentanza di AIPo.
“Durante l’incontro – ha spiegato il presidente Cresco – abbiamo illustrato la nostra proposta di ‘Contratto di Lago’ invitando ogni sindaco a dare il proprio contributo e avanzare proposte per arrivare a una stesura condivisa e definitiva del testo che vogliamo sottoscrivere, tra un mese, a Peschiera. Quello sarà il ‘Contratto’ definitivo che andremo a presentare alle Regioni, alle Province e a tutti i portatori di interesse presenti sul Garda”.
Azienda Gardesana Servizi, assieme ai sindaci della sponda veronese, sono stati i primi ad individuare lo strumento del “Contratto di Lago” come quello più adeguato per risolvere le criticità di gestione del Garda. La proposta è stata condivisa con la Comunità del Garda e con i sindaci di tutte le province che si affacciano sul lago.
I Contratti di Fiume, così come i Contratti di Lago, infatti, sono un utile strumento per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento, per l’utilizzo sostenibile delle acque, per la protezione ambientale e degli ecosistemi acquatici e per la riduzione del rischio di alluvioni e della siccità.
Nel caso particolare, il “Contratto” vuole che le comunità locali e i sindaci siano partecipi di decisione vitali per il Garda tra cui c’è la gestione della galleria Mori – Torbole, il sistema di collettamento del reflui, la definizione dei livelli, l’utilizzo delle acque del lago, l’analisi e il monitoraggio del Garda e dei suoi affluenti, la proposta di sanificazione delle carene delle barche che provengono da altri bacini.
“Su questi punti – ha sottolineato il presidente Cresco – l’assemblea ha approvato all’unanimità un ordine del giorno nel quale supporta la decisione di Ato Bresciano per la scelta di realizzare i depuratori a Gavardo e Montichiari. Poi, sul tema dello scolmatore Mori – Torbole, abbiamo condiviso il fatto che all’incontro con il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti parteciperà una delegazione formata da sindaci veronesi e bresciani”.
Per quanto riguarda l’obiettivo da perseguire, Cresco è stato chiaro: “Vogliamo essere parteci e decisivi sul futuro economico, ambientale e sociale del lago di Garda. Solo se i Comuni sapranno essere uniti riusciremo in questo intento. Ovviamente, diciamo basta alla concezione, da anni ’60, per cui il lago è un bacino idrico artificiale da sfruttare a piacimento”.
Elenco presenti:
- Mariastella Gelmini – Presidente Comunità del Garda
- Pierlucio Ceresa – Segretario Generale Comunità del Garda
- Giovanni Peretti – Presidente A.T.S. Garda Ambiente
- Angelo Cresco – Presidente Azienda Gardesana Servizi S.p.A.
- Michele Cimolini – Azienda Gardesana Servizi S.p.A.
- Mario Bocchio – Garda Uno S.p.A. – Acque Bresciane
- Marcello Moretti – Responsabile Ufficio A.I.Po Mantova
- Luigi Alberti – Presidente Garda Lombardia
- Marco Benedetti – Presidente Garda Trentino S.p.A.
- Antonio Martinelli – Sindaco di Limone sul Garda
- Roberto Tardani – Sindaco di Lonato del Garda
- Flaviano Matteotti – Sindaco di Manerba del Garda
- Gualtiero Comini – delegato Sindaco di Salò
- Simone Zuin – Sindaco di San Felice del Benaco
- Luisa Lavelli – Sindaco di Sirmione
- Luigi Bertoldi – delegato Sindaco di Tignale
- Battista Girardi – Sindaco di Tremosine del Garda
- Giorgio Cauzzi – Sindaco di Cavriana
- Lauro Sabaini – Sindaco di Bardolino
- Davide Bendetti – Sindaco di Brenzone sul Garda
- Giovanni Dal Cero – Sindaco di Castelnuovo del Garda
- Stefano Nicotra – delegato Sindaco di Garda
- Barbara Zanetti – delegata Sindaco di Lazise
- Elena Buio – delegata Sindaco di Lazise
- Marcello Chincarini – delegato Sindaco di Malcesine
- Filippo Gavazzoni – delegato Sindaco di Peschiera del Garda
- Stefano Nicotra – Sindaco di Torri del Benaco
La bozza del contratto di lago
“Contratto di Lago”
una soluzione possibile per il futuro del Lago di Garda
Proposta soggetta a possibili integrazioni
Perché istituire un “Contratto di Lago” sul Garda?
I Contratti di Fiume, così come i contratti di Lago, contribuiscono al perseguimento degli obiettivi posti dalla normativa vigente, con particolare riferimento alle direttive 2000/60/CE (direttiva quadro sulle acque) e agli strumenti normativi che da questa derivano, 2007/60/CE (direttiva alluvioni), 42/93/CEE (direttiva habitat) e 2008/56/CE (direttiva quadro sulla strategia marina), divenendo di conseguenza un utile strumento volto alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento, all’utilizzo sostenibile delle acque, alla protezione ambientale e degli ecosistemi acquatici, alla riduzione del rischio di alluvioni e siccità. Va osservato che i “Contratti” devono necessariamente essere coerenti con le previsioni urbanistiche e con i programmi già sviluppati per il territorio di riferimento, con particolare attenzione ai piani predisposti dalle relative autorità di bacino distrettuale. Quando necessario possono contribuire ad integrare e a riorientare la pianificazione locale e a migliorare gli strumenti di pianificazione sovra-ordinaria, in conformità con l’attuale normativa ambientale.
L’idea di lanciare questo tipo di iniziativa per la realtà lacustre del Lago di Garda nasce dalla volontà di ordinare, con una logica condivisa, le esigenze del Lago di Garda in modo globale, di modo da mettere in comunicazione e a confronto, in modo efficace e partecipativo, le realtà amministrative politiche, gli enti pubblici e i privati che gravitano attorno al bacino lacustre.
Coinvolgere il maggior numero di realtà pubbliche e private, può rappresentare un mezzo adeguato per portare all’attenzione nelle sedi amministrative opportune gli esiti di un confronto su problematiche e punti di forza presenti e future, creando una “voce unica e condivisa.
Il momento per l’istituzione di questo contratto è sicuramente arrivato per la necessità di affrontare, quanto prima, le seguenti evidenze:
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Collettamento e depurazione reflui del Garda.
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Applicazione dell’accordo del 2013 relativo ai livelli del Lago innalzando però i livelli minimi nel periodo di magra.
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Costituzione della commissione prevista dall’accordo sottoscritto del 2013 con il consenso di massa dell’Autorità di Bacino con la presenza di tre rappresentanti delle amministrazioni del Garda, uno per Regione.
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Gestione dello scolmatore Mori – Torbole con coinvolgimento di tre rappresentanti delle Amministrazioni del Garda, uno per regione.
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Monitoraggio qualità delle acque del Garda, dei suoi affluenti ed agenti inquinanti.
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Analisi e monitoraggio flora e fauna lacustre e fenomeno eutrofizzazione.
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Ripopolamento sistematico specie ittiche lacustri con l’utilizzo di due incubatoi esistenti.
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Monitoraggio specie non autoctone potenzialmente dannose a lungo termine per l’ecosistema lacustre.
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Sanificazione delle carene delle barche turistiche che hanno portato mitili ed esseri alieni i quali hanno determinato danni alla sublacuale tra Toscolano Maderno e Torri del Benaco.
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Modalità di gestione delle derivazioni delle acque del Lago rispetto anche alle esigenze ambientali.
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Monitoraggio e controllo delle imbarcazioni con sanificazione dello scafo.
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Confronto coordinato con gli enti preposti per la condivisione dei livelli del lago.
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Consumo del territorio.
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Impegno comune per qualificare e promuovere il Garda.
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Promuovere campagne informative sugli effetti dei cambiamenti climatici e sulle azioni di prevenzione, mitigazione ed adattamento attuabili.
Queste tematiche dovrebbero essere discusse e ordinate tramite un “Contratto di Lago” formato da:
- Amministrazioni comunali gardesane.
- Provincia di Verona, Brescia e Trento.
- Regione Veneto e Lombardia.
- AIPO.
- ARPA Veneto e Lombardia
- Comunità del Garda.
- Rappresentanti delle maggiori associazioni ambientalistiche provinciali.
- Associazioni/Consorzi pescatori professionisti
- Associazioni pesca sportiva
- Consorzio Unico Laghi di Garda
- Associazioni di categoria ricettiva turistica
- Associazioni di turismo ambientalmente sostenibile (ciclovie, turismo eno-grastronomico, ecc…)
- Navigarda
- Confcommercio
Cosa sono i Contratti di Fiume e Lago
I Contratti di Fiume sono stati introdotti in Italia e in tutta Europa a seguito del secondo Forum Mondiale dell’Acqua (L’Aia, 2000, organizzato dal “World Water Council”, ha visto la partecipazione di 5700 esperti in rappresentanza 113 Paesi), come strumenti di programmazione strategica e negoziata ad adesione volontaria, ideati con la volontà di perseguire la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali congiuntamente alla protezione dai rischi idraulici, contribuendo quindi allo sviluppo locale.
E’ possibile far rientrare in questa definizione anche i contratti di lago, di costa, di acque di transizione, di foce e di falda, laddove tali strumenti programmatori perseguano le stesse finalità e siano sviluppati ponendo l’attenzione su di un corpo idrico diverso dal fiume.
I Contratti di Fiume o Lago stimolano la capacità di cooperazione e di condivisione tra amministrazioni locali e di livello sovraordinato.
Perseguono molteplici obiettivi, attraverso un programma di azione che riguarda: sicurezza, mitigazione e prevenzione dei rischi, riequilibrio ambientale e valorizzazione paesaggistica uso sostenibile delle risorse, fruizione turistica sostenibile, diffusione della cultura dell’acqua. sviluppo sociale ed economico del territorio.
I Contratti stimolano la progettualità territoriale dal basso, perché coinvolgono le comunità nella valorizzazione del proprio territorio, promuovendo azioni dirette e concrete dalle varie componenti della società e dalle istituzioni Sono processi partecipati aperti e inclusivi che permettono la condivisione d’intenti, impegni e finalità tra i Soggetti partecipanti volontariamente al processo.
I Contratti, per essere operativi, sono organizzati in diverse fasi:
1. Un nuovo Contratto di fiume o di lago prende avvio con una condivisione volontaria fra Soggetti
(pubblici e privati) a diverso titolo interessati alle dinamiche del territorio e delle attività connesse con il corpo idrico. Viene sancita tale volontà con un documento d’intenti, che contiene le motivazioni e gli obiettivi generali coerenti con gli obblighi derivanti dall’implementazione delle direttive 2007/60/CE, 2000/60/CE e delle direttive che da queste sono nate. Nel documento d’intenti vengono inoltre indicate le criticità specifiche oggetto del Contratto stesso e le generali metodologie di lavoro da condividere tra tutti gli attori che prendono parte al processo.
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La seconda fase vede lo sviluppo di un’approfondita analisi conoscitiva del territorio oggetto del Contratto relativa agli aspetti idraulici, di gestione del territorio e della risorsa idrica, ambientali, sociali ed economici Tra le finalità di questo documento c’è l’inquadramento territoriale con gli obiettivi della pianificazione vigente, ai quali il Contratto di fiume deve attenersi Al termine di questa fase è facoltà dei Soggetti partecipanti consolidare l’analisi conoscitiva, sottoscrivendo con un documento d’intesa l’intenzione di proseguire il processo verso le fasi propositive.
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Nella fase successiva viene avviata l’attività di concertazione dedicata alla co-pianificazione, in cui i soggetti portatori di interesse redigono un Documento Strategico che definisce uno scenario a medio-lungo termine, al fine di integrare gli obiettivi della pianificazione di distretto con le politiche di sviluppo locale del territorio.
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Si passa quindi alla definizione di un Programma d’Azione (PA) caratteri/iato da un orizzonte temporale ben definito e limitato, solitamente vengono scelti intervalli di massimo tre anni Il Programma d’Azione costituisce il quadro delle azioni attuativo di breve termine; le azioni in esso individuate verranno messe in atto entro 2-3 anni e verranno seguite da un apposito programma di monitoraggio. Alla scadenza del Programma d’Azione, sulla base dei risultati del monitoraggio, sarà possibile aggiornare l’intero Contratto oppure approvare un nuovo Programma d’Azione. I contenuti del Programma d’Azione prevedono per ogni azione l’associazione agli obiettivi del quadro strategico, l’indicazione degli attori che ne prendono parte, specificando i rispettivi obblighi ed impegni, i tempi di attuazione, le risorse umane ed economiche necessarie e la relativa copertura finanziaria. Il Programma d’Azione deve infine contenere una descrizione sintetica del contributo delle singole azioni necessarie all’ottemperamento delle finalità di cui alle direttive 2000/60/CE, 2007/60/CE e 42/93/CEE e delle altre direttive pertinenti.
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Le precedenti fasi si concludono con la sottoscrizione di un atto di impegno formale, ovvero la firma del Contratto, allo scopo di contrattualizzare le decisioni condivise nel processo partecipativo e la definizione degli impegni specifici dei contraenti Il Documento Strategico e il Programma d’Azione costituiscono parte integrante e sostanziale del Contratto.
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Segue la fase attuativa, che prevede la messa in atto delle azioni del Programma e contestualmente di un sistema di controllo e monitoraggio del contratto per verificarne lo stato di attuazione delle azioni e della qualità del processo.
Durante tutte le fasi che precedono la sottoscrizione del Contratto e ancor più in fase attuativa il processo deve prevedere e garantire la comunicazione e divulgazione di informazioni e materiali rendendoli accessibili al pubblico, anche a soggetti non espressamente aderenti, in linea con quanto previsto dalle direttive 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione e 35/2003/35/CE sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali, tramite una varietà di mezzi di diffusione delle informazioni e usando al meglio le possibilità offerte dal web.
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