La recensione del film «Knives Out – Cena con delitto»

SALO' - Un omaggio al mondo del giallo inglese classico nel film di Rian Johnson, in programmazione a Gargnano e Salò. Lo ha visto per noi Camilla Lavazza.

Trama: La mattina seguente alla festa per il suo 85 compleanno, il ricchissimo romanziere di gialli Harlan Thrombey viene trovato morto. Ha la gola tagliata ma pare essere un suicidio. La polizia, aiutata dal detective privato Benoit Blanc, indaga interrogando i componenti della sua numerosa famiglia e i domestici, tra cui l’infermiera Marta che ha un curioso disturbo: le bugie la fanno letteralmente vomitare. Pian piano emergeranno le verità su ciascun personaggio ed i conflitti tra i membri della famiglia.

Cinema “Il Teatrino” Gargnano 5-6 gennaio 20.45: http://www.cinemagargnano.it/

Cinema Cristal Salò Cineforum Martedì 7 gennaio ore 21.15: http://www.cinemacristal.it/lagodigarda/cineforum.html

 

Critica: “Sembra la casa del Cluedo” esclama ad un certo punto il tenente Elliott riferendosi alla opulenta magione della vittima (gran parte degli interni sono stati girati nella prestigiosa Ames Mansion di Easton, mentre gli esterni appartengono ad un altro edificio di fine ‘800, sempre in Massachusetts) osando dire quello che in quel momento sicuramente molti spettatori stanno già pensando, ovvero che la villa ricorda proprio la casa del celebre gioco in scatola il cui scopo è scoprire i dettagli di un omicidio.

Appare allora chiaro come alla base della sceneggiatura ci sia la consapevolezza che ormai tutto rimanda a qualcosa di già visto ma che, proprio sfruttando questo aspetto, è ancora possibile giocare con i singoli “pezzi” del genere giallo e rimontarli in qualcosa di nuovo e avvincente.

“Cena con delitto” riesce così a rispettare tutti gli stereotipi del mistery e, allo stesso tempo, a non prendersi sul serio, utilizzando con umorismo e rendendo attuali i passaggi obbligati (la scoperta del cadavere, la presentazione dei personaggi tramite gli interrogatori, l’investigatore geniale, i segreti di famiglia e perfino le impronte nel fango).

Nel cast figurano tutti attori di prim’ordine che conferiscono a ciascun personaggio una sfumatura aggiuntiva, evitando di trasformarli in caricature, divertendosi a personalizzare il modello assegnato arricchendolo di sfumature ironiche.

Così, Daniel Craig conferisce al suo investigatore la classe di James Bond e l’acume di Sherlock Holmes, Jamie Lee Curtis (che interpreta la figlia maggiore della vittima) è la volitiva manager che lascia trapelare sguardi pensosi dietro l’algida maschera, sposata con un Don Johnson particolarmente ambiguo.

Bravissima anche Toni Collette nell’impersonare la nuora vedova, Joni, influencer e imprenditrice (non proprio di successo) di una marca di cosmetici che sottolinea con una gestualità leziosa e studiatissima le sue banalità da manuale di marketing come: “Sì, sono cosmetici, ma noi promuoviamo uno stile di vita, un’autosufficienza sulla consapevolezza del bisogno umano”.

Michael Shannon riesce, con lo sguardo ed il solo tenere in mano un bastone, a trasformarsi nel figlio fallito, vissuto all’ombra del grande scrittore.

Chris Evans è sottilmente perfido nella parte del rampollo scapestrato di casa Thrombey ed i giovani interpreti dei nipoti completano degnamente il quadro di famiglia.

Naturalmente tutti hanno un movente per uccidere l’anziano patriarca (perfetta anche la scelta di Christopher Plummer, malizioso con i suoi parenti-serpenti e leale con la giovane infermiera immigrata Marta).

Quest’ultima viene dotata dalla sceneggiatura di una caratteristica molto particolare, ovvero il non poter mentire (a meno di vomitare), che in una storia di mistero ci dona un’inusuale punto fermo: i poliziotti (e gli spettatori) sanno che quello che dice la ragazza è sempre la verità.

Attenzione ai dettagli della scenografia disseminati per la villa ed il parco che fanno riferimento ai romanzi dello scrittore, a partire dalla scenografica collezione di coltelli che fa da sfondo ai personaggi man mano che ci vengono presentati durante l’interrogatorio (riferimento diretto a “Il Trono di spade” e al titolo originale del film, Knives Out). E poi ci sono scale, finestre segrete, graticci su cui arrampicarsi, insomma, tutto l’armamentario regolamentare di una villa gotica avvolta nella nebbia e, ciononostante, l’insieme risulta godibile e non scontato.

Il regista e sceneggiatore Rian Johnson non ha voluto confezionare né una parodia né semplicemente un giallo vecchia maniera ma, giocando abilmente con i cliché delle storie stile Agatha Christie, è riuscito a realizzare un film che rinnova con ironia il genere e in cui, come deve essere, si gusta ogni passaggio nella risoluzione (niente affatto scontata) del mistero.

Camilla Lavazza

 

Scheda

Titolo originale: Knives Out.

Regia e sceneggiatura Rian Johnson

Personaggi ed interpreti

Benoit Blanc DANIEL CRAIG

Harlan Thrombey CHRISTOPHER PLUMMER

Marta Cabrera ANA DE ARMAS

Linda Drysdale JAMIE LEE CURTIS

Walt Thrombey MICHAEL SHANNON

Richard Drysdale DON JOHNSON

Joni Thrombey TONI COLLETTE

Il tenente Elliott LAKEITH STANFIELD

Ransom Drysdale CHRIS EVANS

Meg Thrombey KATHERINE LANGFORD

Jacob Thrombey JAEDEN MARTELL

Donna Thrombey RIKI LINDHOME

Fran EDI PATTERSON

Fotografia Steve Yedlin

Montaggio Bob Ducsay

Trucco Sher Williams, Frank Perez

Acconciature Stephen Bruno, Jean Henry

Costumi Jessica Albertson

Scenografia Chantal Birdsong

Musiche David Parker, Ren Klyce, Al Nelson, Drew Kunin

Produttore Rian Johnson

Produttore esecutivo Tom Karnowski

Durata 131 min

 

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