Cittadinanza al duce, la parola a Salò Futura

SALO' - Sulla questione che tiene banco a Salò interviene con un comunicato il gruppo di minoranza che aveva presentato la mozione con la richiesta di revoca dell'onorificenza al duce.

Ecco il comunicato di Salò Futura, firmato dai consiglieri comunali Giovanni Ciato, Manuela Zaminato e Francesco Cagnini.

«Dopo il consiglio comunale del 13 febbraio scorso, dove di fatto, viste le motivazioni, è stata riconfermata la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, vogliamo esternare la nostra disapprovazione e il nostro disappunto per la scelta fatta E per le dichiarazioni rilasciate nei giorni successivi dal sindaco Cipani, nei contenuti e nei modi (rif. intervista al programma La Zanzara di Radio 24).

Nessuno voleva cancellare un fatto storico, come invece in modo strumentale è stato detto e scritto, ma si voleva aggiungere una nuova pagina dal forte valore pedagogico e simbolico che avrebbe dimostrato che le idee rappresentate dalla cittadinanza onoraria a Mussolini non hanno più spazio nell’Italia e nella Salò di oggi, rigettando così ogni negazionismo, ogni fascismo culturale e politico.

Invece, con motivazioni pretestuose, si è evoluto purtroppo mantenere un legame con una periodo storico tra i più bui della nostra nazione. L’onorificenza nel 1924 venne rilasciata dal regime stesso al proprio capo in un periodo in cui il fascismo aveva da poco iniziato il proprio cammino. Oggi, pur consapevoli di ciò che è avvenuto, è stato un consiglio comunale democraticamente eletto che ha deciso di non revocare tale cittadinanza onoraria, legando indelebilmente il nome della nostra città a quel periodo.

Era pacifico che la cancellazione non avrebbe dovuto ridursi ad un semplice tratto di penna, ma tale atto avrebbe avuto il compito di costruire consapevolezza e riflessione su ciò che il fascismo è stato per l’Italia e per Salò. Sarebbe stato un segnale nei confronti delle giovani generazioni, perché oggi più che mai, con il clima di razzismo, xenofobia, nostalgia del fascismo che sta dilagando, come recenti fatti di cronaca confermano, è necessario mandare messaggi chiari e inequivocabili e ricordare che questi valori non hanno più cittadinanza nell’Italia di oggi che si ispira ai valori costituzionali».

 

 

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