Regole d’accesso alla Giamaica Beach, esposto al Prefetto

SIRMIONE - Ordinanza che limita l'accesso alla celebre spiaggia sirmionese. Per la minoranza «si limita la libertà di accesso ad un’area pubblica, demandando del tutto ad un soggetto privato la “selezione” degli autorizzati. Siamo di fronte a una vera e propria privatizzazione del lido».

In merito alle disposizioni comunali che normano l’accesso alla spiaggia Giamaica, la minoranza parla di «uso arbitrario delle ordinanze comunali».

«In data 14 luglio 2020, i consiglieri di minoranza Emanuela Prati e Andrea Volpi hanno inviato un esposto al Prefetto di Brescia per segnalare la nuova ordinanza dell’Amministrazione Comunale di Sirmione – si legge in una nota stampa diffusa dal gruppo Uniti per Sirmione – che ha limitato l’accesso alla frequentatissima spiaggia Giamaica, che si trova ai piedi del sito archeologico delle “Grotte di Catullo.

Il bar situato nell’area è in gestione ad un privato, a seguito di un bando del Polo Museale regionale del 2015, scaduto alla fine del 2017 e pare rinnovato tacitamente, senza che vi siano atti amministrativi che ne certificano il rinnovo, o quanto meno resi pubblici.

 

Si legge dall’ordinanza ordinanza sindacale n. 52 del 9 luglio 2020 che “dal giorno 10/07/2020 fino al 30/09/2020 è vietato l’accesso al pubblico non autorizzato sulla spiaggia Giamaica in località Punta Grotte di Sirmione”. Il tutto a seguito degli assembramenti verificatisi negli ultimi week-end non solo nella suddetta spiaggia, ma anche in realtà su tutte le spiagge del comune di Sirmione».

Nella lettera inviata al Prefetto Attillio Visconti dai conisiglieri di minoranza si legge che : “…si limita la libertà di accesso ad un’area pubblica, demandando del tutto ad un soggetto privato la “selezione” degli autorizzati. Vogliamo precisare che nell’ordinanza non viene indicato un numero massimo di accessi contemporanei, inoltre cosa gravissima e socialmente discriminante non vengono enunciati i criteri di ammissione, che è chiarissimo non vertano sul numero massimo raggiunto in ordine temporale, ma viene demandato al gestore, in base a criteri di tipo arbitrari ed informali” (a riguardo si fa presente che sono state respinte persone dotate di borse frigo, quindi non potenziali clienti del gestore, come riscontrato da una registrazione video pubblicata sul social network Facebook sul gruppo “sei di Sirmione se”).

 

Continua la minoranza: «Questo, di fatto, limita la libertà di accesso ad un’area pubblica, demandando del tutto ad un soggetto privato la “selezione” degli autorizzati. Privato che selezionerà quindi anche l’accesso all’area demaniale (la parte degli scogli) non inclusa nella concessione e quindi non di sua competenza. In questi giorni abbiamo assistito anche alla comparsa del “seggiolone da bagnino” sull’area libera e non in concessione.

Inoltre, l’ordinanza non rinvia ad un “parere”, secondo noi necessario, da parte dell’Ente territorialmente competente, ovvero il Polo museale regionale della Lombardia.

In questo modo siamo di fronte a una vera e propria privatizzazione del lido. Una decisione gravissima che colpisce uno dei luoghi più importanti di aggregazione estiva del Basso Garda.

Pare evidente che la decisione nasca all’ombra della tutela della salute pubblica legata al contenimento del Covid, ma nella stessa lettera ci si chiede perché le misure anti-covid siano state applicate così rigorosamente solo in questa spiaggia sirmionese, quando sia alla spiaggia di Lugana, sia alla spiaggia della Brema che a Punta Grò si sono verificati assembramenti ben più pesanti.

Sembra lecito sostenere quindi che in sostanza l’Amministrazione Comunale – conclude la nota della minoranza – intende alimentare il profitto di un singolo privato a discapito non solo del libero cittadino ma anche degli altri esercenti sul territorio sirmionese, che evidentemente non vi gravitano intorno. Ancora una volta, l’amministrazione si muove maldestramente, cercando di insabbiare la propria volontà di favorire un privato cittadino a discapito di tutta la comunità sirmionese e dei turisti».

 

 

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