Lavoratori della sanità privata: 14 anni in attesa di un contratto

SALO' - Si è chiusa a Barbarano di Salò la marcia di protesta dei sindacati dei lavoratori della sanità privata, che si stanno battendo per il rinnovo del contratto nazionale scaduto da oltre 14 anni. I "100 km per il rinnovo" sono arrivati a Villa Barbarano.

Oggi nel Bresciano presidi dei lavoratori della sanità privata, che protestano contro la mancata ratifica del rinnovo del contratto. La mobilitazione, in particolare, è stata decisa dopo che l’Associazione religiosa istituti socio-sanitari (Aris) e l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) non hanno firmato l’intesa.

A Brescia sono coinvolti 4.593 lavoratori, gli stessi lavoratori che durante l’epidemia sono stati in prima linea perché lavorano nelle case di cura e nelle rsa, strutture al centro del dramma del Covid-19. 

 

I lavoratori della sanità privata chiedono stesso salario e stessi diritti per chi fa lo stesso lavoro nel sistema sanitario nazionale. Il 30 luglio doveva esserci, come da impegni sottoscritti dalle due associazioni datoriali AIOP (Confindustria) e ARIS (Associazione Religiosa-CEI), per i loro oltre 100 mila dipendenti del comparto sanità in Italia (esclusi medici e dirigenti sanitari), la ratifica definitiva del contratto.

Ratifica che non c’è stata. «Eppure – dicono i lavoratori – la sanità privata non si trova in difficoltà economiche, anzi, ha bilancio in positivo di milioni di euro».

 

«Questo venire meno agli impegni presi – dicono i sindacati -, questa mancanza di rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità privata, che nel frattempo nelle assemblee avevano approvato il testo contrattuale, è fatto gravissimo e lede in modo pesante le relazioni sindacali.

I segretari territoriali Drera Ronchi – Cremaschini – Riccò di FP CGIL – CISL FP – UIL FLP Brescia fanno un appello alle cittadine e ai cittadini: «Questa lotta va sostenuta da tutte e tutti. È una battaglia di giustizia e di civiltà contro chi non rispetta il lavoro dei propri dipendenti e pensa esclusivamente ai profitti. Intanto i guadagni di questi signori continuano ad aumentare nonostante la pandemia, mentre i diritti di chi lavora sono vergognosamente calpestati».

 

Oggi, venerdì 7 agosto, i lavoratori della sanità privata bresciana hanno protestato tramite una marcia lungo la provincia di Brescia, iniziata al mattino dal Comune di Rovato presso la sede di fondazione Don Gnocchi, e proseguita toccando il Comune di Ome presso la clinica San Rocco del gruppo San Donato, la città di Brescia presso le cliniche San Anna GSD, clinica Città di Brescia GSD, centro di Riabilitazione Domus, clinica San Camillo, clinica Fondazione Poliambulanza e terminata nel pomeriggio sul Garda, nel Comune di Salò, di fronte alla clinica Villa Barbarano.

Durissimi i sindacati, anche a livello nazionale: “Questi soggetti lucrano con risorse del Sistema Sanitario Nazionale che arrivano loro tramite contratti per prestazioni che sottoscrivono con le Aziende Sanitarie e le Regioni. Il Ministero e le Regioni per la prima volta nella storia hanno messo a disposizione della vertenza strumenti normativi ed economici per garantire certezza di sostenibilità per i datori di lavoro, molti quotati in borsa”.

E ancora: «Questi soggetti, in preda all’ingordigia, guidati dal solo cinismo e dall’interesse del gruppo aziendale cui appartengono, si sono permessi di dire che “impegni istituzionali e accordi sindacali” non hanno valore per loro, contano i soldi sui loro conti correnti. Che siano laici o religiosi questi soggetti trattano i loro dipendenti come prestatori d’opera sottopagandoli e negandogli diritti fondamentali»

 

 

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