D’Annunzio? Come il Prezzemolo di Gardaland

Mentre si avvicina la data di uscita del film su d'Annunzio «Il cattivo Poeta», il movimento 2020ResetAll propone una riflessione critica sulla sua figura («fu un feroce nazionalista, eversore e razzista antislavo») e sull'azione di "santificazione" in atto da parte della Fondazione del Vittoriale.

Il gruppo 2020 ResetAll, campagna politica collettiva che nasce sulla riviera bresciana del Garda, pubblica sulla sua pagina Facebook una riflessione critica sulla figura di Gabriele d’Annunzio e, soprattutto, sull’opera della Fondazione del Vittoriale, accusata di voler riabilitare «il padre ispiratore della destra eversiva e violenta». La riportiamo.

«Oggi – scrive 2020ResetAll – è l’anniversario di una mancata strage di bambini. Il 4 ottobre del 1969 a Trieste una bomba non esplodeva a causa di un guasto all’innesco. La bomba era stata piazzata presso l’asilo sloveno di Trieste. Chi poteva voler morti bambini e maestre, perché non italiani? Da dove veniva quest’odio razzista? Quali obbiettivi eversivi perseguivano gli autori della strage mancata?

Il prossimo 5 novembre uscirà il film “Il cattivo poeta”, biopic sugli ultimi periodi di vita di Gabriele D’Annunzio. Sarà una preziosa occasione per ragionare sulla figura dello stesso D’Annunzio. La Fondazione Il Vittoriale degli Italiani da anni persegue attivamente l’opera di normalizzazione prima e santificazione poi della sua figura.

 

Quello che fu un feroce nazionalista, eversore e razzista antislavo dichiarato, viene contrabbandato oggi come un simpatico padre della patria, pure un po’ “freakettone”. Che, dopo averci condotti a Trieste, si dedicò alla droga e alle donnine. Se sul piano nazionale, in periodo di sovranismo, il perseguimento di questa narrazione fa comodo a gran parte della destra (per esempio a quella in ascesa che apre sedi di partito a Salò dedicandole a Giorgio Almirante), sul piano locale esso viene ampiamente tollerato: in fondo il Vittoriale pompa pur sempre turismo.

Il racconto riuscito del Vittoriale come “Gardaland del primo Novecento” ha reso D’Annunzio una specie di “Prezzemolo”. Da sempre la destra è alla ricerca di padri nobili capaci di emanciparla dall’ingombrante eredità fascista-mussoliniana. In quest’ottica la figura di D’Annunzio-Prezzemolo è quella ideale. Protagonista – a chiacchiere – della prima guerra mondiale, muore prima dello scoppio della seconda, ed è pertanto irresponsabile dei lager. Anzi, fosse stato per lui, “coi tedeschi mai!”.

Ma come tacerne il ruolo pubblico (“vate”) in quanto principale alfiere della propaganda d’odio antislavo e dello strumentale razzismo praticato a fini politici? Come ometterne, nella celebrazione, l’attivo ruolo di sabotatore della pace pre e post bellica nel 1915 e nel 1919? Come negare il ruolo delle armi provenienti da Fiume nella storia della nascita dei fasci di combattimento e dello squadrismo?

D’Annunzio non è mai stato solo un “cattivo poeta”, ma sopratutto un poeta “cattivo”. Padre nobile dell’uso della violenza di destra a fini eversivi. Che ha passato gli ultimi 15 anni della sua vita a edificare l’immagine “francescana” che di sé avrebbe voluto tramandare ai posteri. Non vogliamo abboccare a questo racconto.

D’Annunzio – conclude 2020ResetAll – resta il padre ispiratore della destra eversiva e violenta. Il padre ispiratore di coloro che il 4 ottobre del 1969 cercarono di fare una strage di bambini di lingua slovena».

 

 

 

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