Anton Maria Mucchi e le inquietudini di un artista intellettuale

SALO' - Domenica 10 luglio alle 18 verrà presentato nel chiostro del MuSa il volume di Michela Valotti su Anton Maria Mucchi e le "inquietudini di un artista intellettuale". L'evento è gratuito. Dopo il dialogo tra Valerio Terraroli e l'autrice, i partecipanti potranno ammirare i dipinti di Mucchi conservati al Museo di Salò.

Fine pittore e raffinato critico d’arte, attento biografo, appassionato archeologo e storiografo minuzioso, Anton Maria Mucchi è una delle figure più significative per la storia culturale della Salò della prima metà del Novecento.

I suoi studi sui luoghi e i personaggi legati al Garda contribuirono alla riscoperta e rivalutazione critica di figure importantissime per l’identità culturale benacense, come Gasparo da Salò e Andrea Celesti, e la sua monografia sul Duomo salodiano è ancora oggi uno dei volumi più autorevoli. Per non dire della sua fondamentale azione di salvaguardia dei beni storico-artistici e archeologici, che confluì nella fondazione del primo museo civico salodiano, nel 1943.

A questa figura che ha lasciato un’eredità culturale così importante a Salò, il locale Ateneo, in collaborazione con Comune e Fondazione Opera Pia Carità Laicale e Istituto Lodroniano, dedica un volume intitolato «Anton Maria Mucchi (1871-1945). Le inquietudini di un artista intellettuale. Dalla pittura al Museo della Città di Salò», edito da Grafo, che sarà presentato domenica 10 alle 18 al MuSa, il museo civico in via Brunati, nel cui bookshop il libro è in vendita a 15 euro.

 

 

Scritto da Michela Valotti, storica dell’arte e ricercatrice presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il libro, dedicato all’opera pittorica del Mucchi, propone un saggio introduttivo di Valerio Terraroli e una nota d’appendice di Lisa Cervigni.

«La figura di Anton Maria Mucchi – dice Michela Valotti – è di quelle difficilmente arginabili, dal punto di vista dell’approccio critico. Inserito, cronologicamente, all’interno di quel complesso contesto figurativo che dibatte, a cavallo di secoli, tra idea e forma, mentre vengono a maturazione gli esiti più interessanti del Divisionismo, e pure del Simbolismo, il pittore Mucchi appare, fin da subito, figura “fuori dal coro”, convinto della necessità che arte e vita siano legate da un nodo indissolubile e teso ad interpretare la pittura come “ricerca”».

Nato a Fontanellato di Parma nel 1871, nel 1898 Mucchi prese in moglie la contessina Lucia Caterina dei Conti Tracagni di Salò, città con cui instaurò un profondo legame (vi si trasferì dal 1921), e dove morì il 3 gennaio 1945.

Anton Maria Mucchi, 1900, fotografia storica, Berlino, Collezione privata.

 

«Le righe che seguono – scrive l’autrice nella premessa -, lungi dal censire, nel dettaglio, una produzione tanto vasta, quanto variegata – che non disdegna l’artigianato, e nemmeno l’ex-libris – risponde all’urgenza di far luce su un maestro la cui qualità pittorica indiscussa si affianca ad una incessante speculazione sui principi che animano il tempo e la storia. Frutto di una lunga ricerca che tiene conto di documenti d’archivio, oltre che dei manufatti pittorici, il presente lavoro offre semmai piste di indagine, spunti di riflessione su cui proseguire, nell’intento di valorizzare una personalità affascinante e complessa che ha legato il suo nome al patrimonio culturale della città di Salò, cui idealmente la pubblicazione è dedicata».

Il progetto editoriale non è dunque una guida del museo, e nemmeno come un catalogo ragionato del Mucchi. È piuttosto un primo contributo alla valorizzazione di un artista poco studiato. Un «dimenticato dell’arte», scrive Valotti.

Anton Maria Mucchi: “Nuda”, olio su tela, 180x124cm, 1907-8, Salò, MuSa.

 

Per Elena Ledda, presidente dell’Ateneo di Salò, nel quale Mucchi entrò a far parte nel 1923, presentare a distanza di quasi cento anni «lo scrupoloso e accuratissimo studio di Michela Valotti, magistrale interprete di documenti spesso inediti, non significa prendere ulteriormente atto del grande valore del “maestro”. O, comunque, non solo. È anche tributare omaggio a chi ha saputo indicarci, attraverso ricerche e scritti, valori di vita importanti, a chi è riuscito a farci comprendere che l’arte – nella sua accezione più ampia – è “presenza” perché anima lo spazio e scavalca il passato per continuare a vivere con noi, a chi è stato, dunque, e continuerà ad essere, messaggero di bellezza».

Il libro fa seguito all’allestimento, realizzato in febbraio, della nuova sezione del MuSa dedicata al Mucchi, visitabile domenica, come tutto il museo, dopo la presentazione del libro. Ne scrivono il sindaco di Salò Giampiero Cipani e il presidente della Fondazione Opera Pia Carità Laicale e Istituto Lodroniano Alberto Pelizzari nella prefazione al volume: «Risale al febbraio 2022 l’importante operazione di trasferimento di undici tele di Anton Maria Mucchi, di proprietà comunale, dalla sede municipale alle sale del Museo di Salò, nell’ottica di una loro maggiore valorizzazione presso il grande pubblico. Tele di grande pregio, che possono ora essere ammirate in tutta la loro bellezza all’interno degli ariosi spazi del Museo, e che insieme a questa pubblicazione contribuiranno senz’altro a risvegliare la curiosità del pubblico verso questo intellettuale poliedrico, così determinante per la storia della nostra Città».

Anton Maria Mucchi a Catania, 1914, fotografia storica, Berlino, Collezione privata.

 

 

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