Saranno rimosse le vecchie reti da anguille, trappole mortali e inquinanti

LAGO DI GARDA - Regione Lombardia ha disposto, su istanza del Wwf, la rimozione di tutte le vecchie reti da anguilla ancora presenti sul Garda. Sono inutili (la pesca alle anguille è vietata) e disperdono microplastiche nel lago.

Finalmente si è deciso per la rimozione delle vecchie «roste», le postazioni fisse per la pesca dell’anguilla, pratica vietata sul Garda da ormai da 12 anni, in seguito alla contaminazione da Pcb di questa specie ittica.

Da quando si è smesso di pescare anguille, le vecchie reti sono state abbandonate dove si trovavano, incuranti del fatto che poteva essere una trappola mortale per altre specie di animali e che, col tempo, potessero generare inquinamento, consumandosi e rilasciando nell’ambiente lacustre particelle di plastica.

«Dopo 12 anni – annuncia con soddisfazione Paolo Zanollo, referente per il Garda del Wwf Bergamo Brescia –  tutti i resti delle vecchie strutture da pesca delle anguille saranno finalmente rimosse!

Quelle reti non sono state altro che un rifiuto abbandonato che ha inquinato, distrutto e ucciso.

Dopo un lungo cammino tra censimenti, controlli, documentazioni ed episodi dove canneti e fauna ne pagavano spese salate, un incontro in Regione Lombardia ha finalmente fatto emergere conclusioni indiscutibili – dice Zanollo – approvando appieno le nostre urgenti richieste.

Tutte quelle strutture in completo stato di abbandono verranno rimosse a carico ovviamente dei proprietari.

Non andiamo oltre e non commentiamo, ma lasciamo qualche foto che sintetizza più di un decennio di pura ignoranza verso il nostro prezioso lago e di chi lo vive».

 

Si tratta di reti di nylon con piombo, ferro e plastica, strutture che creavano corridoi per indirizzare le anguille alle “trappole”, praticamente in stato di abbandono da 12 anni, cioè da quando vige il fermo pesca per la contaminazione da Pcb delle anguille.

Dice il Wwf Bergano Brescia: “Durante i frequenti monitoraggi, svolti dai nostri subacquei nel basso lago di Garda, nel Comune di Sirmione, finalizzati alla tutela dell’ecosistema lacustre nonché alla lotta contro l’inquinamento ed in particolare quello causato dalle  microplastiche, in queste settimane sono state  rinvenute numerose reti in stato di completo abbandono».

Una situazione che, spiega il Wwf, «crea danno all’ecosistema lacustre oltre ad essere un pericolo per bagnanti, imbarcazioni e subacquei. È inutile lottare contro l’inquinamento da microplastiche quando lasciamo a marcire chilometri di reti oramai classificate come rifiuto in molte zone del lago. Abbiamo controllato metro per metro tutte quelle esistenti nel basso lago, soprattutto a Sirmione, e risultano tutte in stato di abbandono e inutilizzabili, pericolose in acqua e anche dentro i canneti. Creano trappole per i grandi pesci e per l’avifauna, sono state trovate grosse carpe, cormorani, gabbiani e altri uccelli acquatici morti impigliati, questi rimangono intrappolati fino alla morte. Uccelli acquatici si trovano spesso intrappolati a morte anche sui pali di legno».

E ancora: «Sul lago di Garda è aumentata la concentrazione media di microparticelle di plastica per chilometro quadrato e ci troviamo davanti a centinaia e centinaia di metri di reti di nylon abbandonate».

Wwwf e Guardia Costiera hanno siglato un accordo di collaborazione per il recupero delle reti abbandonate (operazione reti fantasma) un lavoro di coordinamento che dura da 4 anni…. Anche queste reti risultano abbandonate e devono essere rimosse come rifiuto.

 

 

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