La vita non dipende

PAITONE (BS) - L'Acat gardesana, con il patrocinio del Comune di Paitone, propone una serata di sensibilizzazione sull'uso di sostanze, alcol, fumo, azzardo, shopping compulsivo e dipendenza da tecnologia digitale, disagi sociali in continuo aumento.

Appuntamento venerdì 10 novembre 2023 alle ore 20:30 nella sala polivalente di Paitone, in Piazza Sandro Pertini. Relaziona il dott Nicola Conti, psicologo e psicoterapeuta.

Organizza l’A.C.A.T. Gardesana, che si è costituita nel 1992, ha sede a Lonato del Garda ed è composta da sette club: a Lonato il Club “Insieme è Meglio,” a Salò il club “Girasole”, a Prevalle il Club “Azzurro,” a Bedizzole il Club “L’Alba” a Vobarno i due club Arcobaleno e La Goccia, a Paitone il club La Farfalla.

«Nei club – spiegano i responsabili – le persone che vivono un disagio, accompagnate da uno o più familiare o in assenza di questi, da una persona amica, si incontrano settimanalmente. Per anni le persone che hanno frequentato i Club avevano problemi dovuti all’alcol, ma poiché, ormai da tempo, si constatava che sempre più spesso le persone che chiedevano aiuto, soffrivano anche a causa di altre fragilità, i nostri Club hanno allargato le braccia per accogliere una rosa più vasta di persone bisognose di sostegno e conforto, auspicabilmente accompagnate da un familiare o amico.

Oggi nei Club si incontrano persone e famiglie che vivono disagi legati all’alcol e/o a stili di vita rischiosi come il tabagismo, l’uso di sostanze, l’azzardo e la dipendenza da tecnologia digitale, nonché alle difficoltà familiari e sociali del nostro tempo.

Nei Club sono proprio” la fatica di vivere” e di superare le difficoltà, che uniscono le famiglie nell’affrontare i problemi; inoltre fare squadra, essere gruppo, crea nelle persone senso di appartenenza, facendole sentire accettate e ricercate come valore aggiunto!

 

I componenti si impegnano non solo nel proseguimento e mantenimento dell’astinenza dalle sostanze psicoattive, ma soprattutto nel cambiamento della cultura generale e sanitaria della collettività nei confronti delle stesse.

Di fatto, il consumo di bevande alcoliche è sicuramente, l’abitudine più antica e radicata, tanto da essere stata socialmente accettata nel tempo e troppo spesso ne sono state sottovalutate le sue conseguenze; l’approccio ecologico sociale dei Club vuole far percepire il bere non come un “comportamento normale,” ma rischioso per la salute e dannoso per l’ambiente.

Nei Club la visione dell’uomo è ottimistica: crede nelle potenzialità di ciascuna persona e cerca di creare le condizioni favorevoli per farle emergere. Così la ricerca della spiritualità antropologica, altro cardine della teoria hudoliniana, avviene attraverso la solidarietà, l’affettività e l’accettazione delle diversità di ogni uno e insieme alla convivenza, promuove la pace e quei valori spirituali che sono specifici dell’uomo e favoriscono il cambiamento della cultura sanitaria e generale per il miglioramento della qualità della vita e dell’ambiente dove viviamo.

I Club nati per affiancare, completare e in nessun modo sostituire le offerte dei servizi pubblici, collaborano con gli stessi e fanno rete.

 

 

 

 

 

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