Tav nel basso Garda: comincia un autunno caldo

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BASSO GARDA – I cantieri si avvicinano. E il confronto sulla linea della Tav Brescia-Verona riprende quota. Intanto il fronte dei No Tav chiede un incontro urgente con il premier Renzi.

Nel basso Garda cresce il fronte dei No Tav: Upa (Unione provinciale artigiani), Coldiretti, Cia (Confederazione italiana agricoltori), Consorzio colline moreniche, Consorzio del Lugana, Comitato Parco colline moreniche e Legambiente chiedono un incontro al premier Renzi e a 5 ministri (Infrastrutture, Ambiente, Agricoltura, Economia e Cultura), oltre che all’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, che ha annunciato per fine anno l’avvio dei lavori relativi ai tratti in galleria.

Un summit per evidenziare «le criticità» relative al tracciato dell’Alta velocità nel tratto Brescia-Verona.

Il mondo agricolo e quello ambientalista, dunque, si mobilitano in vista del possibile avvio dei cantieri della Tav nel tratto Brescia- Verona, partendo dalla realizzazione della galleria Lonato-Desenzano (un tunnel a doppia canna di 7,7 chilometri).

Nella lettera inviata a Renzi si spiega che «il potenziamento della linea ferroviaria esistente può meglio superare queste criticità in termini di minor consumo di suolo agricolo, impatto ambientale, disagi alle attività turistiche, riduzione dei costi, limitazione di problemi sismici e idrogeologici».

Renzi risponderà? Oppure tutto è già deciso?

Intantoi Comitati No Tav Brescia-Verona organizzano per domenica 5 ottobre una “passeggiata popolare” a San Martino della Battaglia, una delle terre che verrà sfregiata dal passaggio dell’alta velocità, per «ricordare a chi ci governa che la nostra terra non è in vendita!». Il programma prevede il ritrovo alle 14 in Piazza Concordia a San Martino; alle 14.30 l’inizio della passeggiata lungo questo percorso: Piazza Concordia, via Unità d’Italia, via Colli Storici (SP 13), via Bonata – località Ortaglia (Torre), via Bonata – località Parantonello, via Bonata – località Armea, via Morone, via dei Colli Storici, via Unità d’Italia, Piazza Concordia. Alle 18.30 ristoro e musica.

Le preoccupazioni dei No Tav sono note e riguardano la distruzione di vigneti (perdita del 20% delle aree vitate a Lugana doc (pari a 200 ettari di territorio agricolo) e del 30% della produzione vendibile, con mancati ricavi stimati in 14 milioni di euro l´anno), gli effetti dei cantieri (che opereranno per lunghi anni) su viabilità e turismo, il rischio idrogeologico, ovvero gli effetti lo scavo di gallerie e trincee produrrebbe su falde e corsi d’acqua nel sottosuolo morenico. La galleria che attraversa le colline ad una profondità variabile (fino a 30 metri) causerebbe una barriera al deflusso delle falde sotterranee con problemi di prosciugamento dei pozzi e innalzamenti di falda.

Insomma, ne vale la pena?

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Sul basso Garda cresce e si mobilita il fronte dei No Tav.
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