Bardolino: ecco il Festival delle Geografia

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BARDOLINO – Presentata a Bardolino la quarta edizione del Festival internazionale della Geografia, in programma il 24 e 25 ottobre. Il tema di questa edizione è il rapporto Uomo-Natura.

L’evento promosso dall’assessorato alla cultura è ideato e coordinato dal giornalista Rai Paolo Gila e si svolgerà  al centro congressi Aqualux di Bardolino dal 24 al 25 ottobre.

“Il Festival Internazionale della Geografia rappresenta per il nostro Comune un momento didattico e di promozione del territorio. È rivolto a studenti e a singole persone attirate dal fascino di una disciplina sempre meno considerata in ambito scolastico. L’auspicio è che la quarta edizione,  patrocinata dal Ministero dell’Istruzione, da quello dello Sviluppo Economico, dalla Regione Veneto e Provincia di Verona, possa ripetersi anche in futuro con iniziative e contributi sempre maggiori”, ha dichiarato il vice sindaco e assessore alla cultura Marta Ferrari.

“Bardolino – commenta il giornalista Paolo Gila – è chiamata a rappresentare i temi e i problemi geografici all’interno di un bacino dove si raccolgono istituzioni museali e culturali di primissimo piano, con lo scopo di fare rete e di far emergere le potenzialità di un grande comprensorio turistico-ambientale”.

I temi del festival

In questa edizione il tema dominante è il rapporto Uomo-Natura. L’evento viene dedicato alla figura e all’opera di un grande pensatore veronese vissuto a cavallo del ‘400 e del ‘500. Si tratta di Girolamo Fracastoro, un medico di grande cultura universalistica. Nato a Verona e morto a Incaffi, Fracastoro ha studiato le comete, ha conosciuto Copernico a Padova, ha scritto di geografia occupandosi del cambiamento delle mappe geografiche a seguito della scoperta dell’America e, non ultimo, era appassionato di botanica. Nel giardino della sua villa di Incaffi aveva infatti creato un orto botanico dove convivevano piante officinali e piante da frutto. Scrisse – tra l’altro – un breve saggio sul vino. In quest’ottica si può considerare Fracastoro del tutto in linea con altri grandi pensatori della sua epoca che sapevano integrare la cultura umanistica con quella scientifica. Il suo trattato sul mal francese – e sulla teoria del contagio – fu scritto in esametri latini. Il pensiero di Fracastoro è un potente stimolo per approfondire i temi della natura e sul ruolo che l’uomo deve giocare nel creato attraverso un approccio multidisciplinare rispettoso tanto dell’uomo quanto della natura.

Il primo giorno dell’evento viene dedicato – come è ormai tradizione per il Festival – alle carte geografiche e a come vengono costruite, cioè qual è il modello culturale di riferimento dei cartografi, dall’antichità ai nostri giorni.

Nella seconda giornata si tratterà il tema specifico dei parchi e degli orti botanici. Ci si chiede se queste isole di biodiversità non stiano diventando delle gabbie botaniche dove la diversità viene relegata a passato remoto della natura. Le piante che non hanno uso commerciale sono fossili viventi da conservare in recinti chiusi? Non varrebbe invece la pena di pensare a queste realtà come un vero patrimonio da tutelare, difendere e promuovere al fine di recuperare un rapporto più salubre tra uomo e natura in vista di un futuro sempre più incerto?

In corso ci sono fenomeni come l’avanzata delle grandi metropoli, la cementificazione del territorio, la crescita delle coltivazioni intensive: tutti fenomeni che tolgono spazio alla natura e che fanno arretrare l’ambiente in spazi sempre più angusti, mentre l’artificio dell’uomo cresce a passo spedito. La ripartenza dalla cultura dei parchi, dei giardini e degli orti botanici è dunque necessaria per ricostituire un patrimonio di conoscenze diffuso e condiviso, al fine di salvaguardare noi stessi attraverso la difesa del pianeta e dei suoi tesori ambientali.

Una nota polemica

Il festival delle geografia quest’anno non sarà intitolato, come avvenuto nelle precedenti edizioni, ad Eugenio Turri (1927-2005), geografo, studioso del paesaggio e delle sue mutazioni, viaggiatore instancabile, giornalista e scrittore, fotografo, docente universitario, difensore dell’ambiente dagli eccessi edilizi.

Scrive il quotidiano l’Arena: «La figlia dell’insigne geografo, Lucia Turri, curatrice del festival fino all’anno scorso, ha deciso di revocare alla manifestazione il nome di suo padre. Questa la nota in cui si comunica e si spiega la scelta: «È con amarezza ma con fermezza che la famiglia ha deciso di togliere il nome di Eugenio Turri dal Festival della geografia di Bardolino, a causa di gravi motivi relativi all’organizzazione, che hanno purtroppo prodotto in noi completa sfiducia nello spirito dell’iniziativa stessa. Iniziativa – prosegue Lucia Turri – alla quale avevo aderito su richiesta degli organizzatori, in totale volontariato, per contribuire a tener vive le importanti idee e principi sul paesaggio e sulla sua salvaguardia che stavano a cuore a mio padre, la tutela della cui memoria è per me in questo momento prioritaria. Ringrazio tutti coloro che con impegno e passione hanno partecipato su mio invito alle passate edizioni dell’evento».

Perché questa drastica decisione? Il quotidiano veronese scrive: «Lucia Turri lamenta una progressiva esclusione dall’organizzazione, a partire dall’edizione scorsa, esasperata poi quest’anno, nonostante le numerose richieste di chiarimento da parte sua. A far traboccare un vaso ormai colmo è stata la recente apparizione, su un’importante testata nazionale, di un comunicato in cui il Festival viene presentato come “omaggio al concittadino bardolinese Eugenio Turri, uno tra i più importanti cartografi italiani”. Cartografo, Turri, lo è stato all’esordio della sua carriera per il Touring club italiano, ma certo non è questa la definizione che può racchiudere la sua poliedrica personalità. E poi, con buona pace degli organizzatori, bardolinese non lo fu mai, pur amando molto, studiando e difendendo il lago di Garda».

 

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