Gargnano e Costermano vogliono cambiar nome

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LAGO DI GARDA – Entrambi vogliono aggiungere alla denominazione comunale il suffisso «sul Garda». A Costermano il Consiglio ha già deliberato in proposito. A Gargnano la proposta è di queste ore.

La strada è già stata tracciata da diversi Comuni: Castelnuovo, Lonato, Polpenazze, Puegnago e recentemente Tremosine e Brenzone. Tutti hanno aggiunto al loro nome storico due parole che identificano chiaramente la localizzazione gardesana: chi ha scelto il suffisso «sul Garda», che il suffisso «del Garda».

Ora ci sono altri due comuni che intendono varare una vera e propria riforma toponomastica.

Uno è Costermano (che peraltro, come Polpenazze e Puegnago, neppure è bagnato dalle acque del Benaco), che ha già avviato l’iter.

Lo scorso settembre il Consiglio comunale ha dato l’ok alla delibera «Atto di indirizzo per la modifica della denominazione comunale da Costermano a Costermano sul Garda. Disegno di legge regionale e referendum consultivo».

L’altro è Gargnano (nella foto sopra), dove la proposta di cambiar denominazione, aggiungendo il suffisso «sul Garda», è stata avanzata dai consiglieri d’opposizione del gruppo «Idee in Comune», Bruno Bignotti e Nicola Zanini con il sostegno di Pro Loco, albergatori, agricoltori e produttori. La richiesta è stata protocollata venerdì, 27 febbraio, in municipio, affinché l’Amministrazione del sindaco Giovanni Albini la faccia propria e la porti all’attenzione del Consiglio comunale.

«La denominazione proposta – dicono i promotori della riforma toponomastica – è importante perché permetterebbe un’identificazione geografica più rapida e favorirebbe lo sviluppo turistico richiamando fin dal nome del Comune le sue specificità. Associare al nome storico di Gargnano quello del Garda potrebbe garantire più visibilità al paese, soprattutto nel web, strumento sempre più decisivo in campo turistico».

Per dare attuazione al progetto è necessario presentare apposita istanza alla Regione, che dovrà poi legiferare in proposito. Prima dell’approvazione della legge regionale sarà però necessario sentire il parere dei cittadini del Comune interessato attraverso un referendum, così come previsto dalla Costituzione italiana, che consente alle Regioni di modificare le denominazioni comunali, ma solo dopo aver «sentito le popolazioni interessate».

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