Allarme nutrie, ospiti indesiderati

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LAGO DI GARDA – Se ne vedono sempre più. Stanno invadendo anche il territorio gardesano. Secondo Coldiretti in Lombardia c’è una nutria ogni dieci persone.

La nutria, grosso roditore proveniente dal Sudamerica, allevato per la sua pelliccia, non danneggia gli altri animali, ma mette in pericolo gli argini dei fiumi che continua a «bucare» per scavarsi la tana. È malvista, inoltre, dagli agricoltori perché mangia e rovina le radici delle coltivazioni.

Della loro diffusione si è occupata Coldiretti Lombardia (www.lombardia.coldiretti.it), che ora ha diffuso i dati di una ricerca dell’Università di Pavia. Ecco cosa rivela.

«Una nutria ogni 10 persone – rende noto Coldiretti – con il record negativo di Lodi e Mantova dove si scende a un esemplare di “simil ratto” ogni due abitanti o poco più, mentre a Cremona il rapporto è di uno a tre e a Pavia di 1 a 5. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia sui dati dell’ultima ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pavia sulla presenza di questo roditore nelle aree di pianura di 7 province lombarde: Bergamo, Milano, Lodi, Pavia, Cremona, Brescia e Mantova. Se dieci anni fa le nutrie potevano essere considerate un elemento esotico quasi folcloristico delle nostre campagne – spiega Coldiretti Lombardia – adesso la loro proliferazione incontrollata le porta a spingersi anche nelle periferie delle città, oltre a ridurre a colabrodo le sponde dei canali e a devastare i campi. Secondo l’università di Pavia bisognerebbe riuscire a eliminare più di un milione e 400 mila esemplari per risolvere il problema.

Ma – spiega Coldiretti Lombardia – si tratta di numeri enormi rispetto alle risorse disponibili e rispetto a una normativa nazionale che non fa chiarezza sulla libertà di azione legata ai progetti di intervento degli enti locali. Solo nell’area della città metropolitana di Milano, dove gli avvistamenti vanno dal Parco Agricolo Sud al naviglio Martesana, secondo l’ultimo piano triennale di contenimento si dovrebbero catturare almeno 45mila esemplari all’anno. “Si tratta di una vera e propria emergenza – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – alla quale bisogna rispondere con un piano nazionale di contenimento e con una collaborazione a livello interregionale considerato che si tratta di animali che si sono diffusi in prevalenza nelle umide pianure del nord Italia”.

Solo in Lombardia le stime più ottimistiche parlano di oltre 700 mila esemplari (22mila a Bergamo, 43mila a Milano, 104mila a Lodi, 110mila a Pavia, 120mila a Cremona, 139mila a Brescia e 168mila a Mantova) con un numero di prelievi per fermare l’assedio che va da 400 mila a un milione e 400 mila a seconda del tasso di incremento, visto che le femmine arrivano ad avere anche 15 cuccioli ogni anno, invadendo ogni spazio disponibile nell’ecosistema.

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