Chi colpisce una, colpisce tutte

SALÒ – Questa mattina, giovedì 2 giugno, flash mob a Salò per dire stop al femminicidio. Uomini e donne in piazza contro la violenza machista e patriarcale che ha radici culturali che vanno sradicate. 

A Salò, come in molte altre città d’Italia, donne e uomini in piazza per “Chi colpisce una, colpisce tutte”, iniziativa nata in rete dopo l’ennesimo brutale femmicidio, quello di cui è stata vittima la 22enne Sara Di Pietrantonio, bruciata viva dall’ex fidanzato.

«Siamo state presenti – spiegano le promotrici dell’iniziativa – con la bandiera “stop femminicidio” e la vignetta di Anarkikka “Sara non sará”. Abbiamo scelto di essere presenti alla Festa della Repubblica e ci siamo posizionate proprio dietro agli stendardi delle forze armate. Essere cittadine d’Italia significa prima di tutto rimanere vive. A settant’anni dal voto alle donne che proprio come oggi contribuirono a far nascere la Repubblica Italiana».

Sara Di Pietrantonio è la 55esima vittima di femminicidio dall’inizio del 2016, uccisa brutalmente dal suo ex fidanzato. Sono 1.740 le donne uccise negli ultimi 10 anni in Italia da uomini.

Un dato agghiacciante, che impone serie riflessioni. In molti ritengono sia necessario applicare i programmi scolastici di educazione contro gli stereotipi di genere e di educazione sentimentale già esistenti nel nostro Paese, ma sottoposti a continui attacchi da ogni parte.

Stop femminicidio
I partecipanti al flash mob “Stop femminicidio” in piazza della Vittoria a Salò.

Stop al Femminicidio (info tratte da www.stopfemminicidio.it)

La violenza di genere rappresenta un problema strutturale della società che nonostante le lotte femministe dell’ ultimo secolo continua ad essere di stampo patriarcale. Il femminicidio rappresenta l’ estrema conseguenza della disparità di genere presente nel mondo.

Per combattere il fenomeno della violenza sulle donne si deve partire da un’ analisi piú profonda della società.

Per arrivare ad un cambiamento nella società è necessario che la lotta alla violenza sulle donne acquisti una maggiore legittimità sociale, non solo a livello teorico ma anche a livello pratico quotidiano. Spesso le violenze compiute sulle donne, specie se all’interno di relazioni familiari ed affettive, non sono prese in considerazione in quanto problema sociale, ma piuttosto viste come problema privato delle singole situazioni, entro le quali non è possibile entrare.

L’8 marzo 1993 Kofi Annan, allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, affermava: “La violenza contro le donne è forse la violazione dei diritti umani piú vergognosa. Essa non conosce confini né geografia, cultura o ricchezza. Fintanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l’ uguaglianza, lo sviluppo e la pace”.

Diciotto anni dopo, l’ 8 marzo 2011 Ban Ki-Mooon, attuale Segretario Generale dell’ ONU ribadisce: “Donne e bambine continuano a subire discriminazioni e violenze inaccettabili, spesso per mano del compagno o di parenti. In casa e a scuola, al lavoro e nella comunità, essere donna vuol dire troppo spesso essere vulnerabile.”

Gli anni passano ed il problema rimane, il fenomeno subisce modifiche e si evolve con l’ evolversi dei contesti sociali ed istituzionali in cui si inserisce, ma la violenza di genere continua a non essere combattuta efficacemente.

La mappa dei Femicidi nasce dalla volontà di rendere accessibili i dati raccolti con fatica dalla Casa delle Donne di Bologna a partire dal 2005. Lo scopo principale del progetto è quello di mettere in luce il fenomeno, a partire dalla conoscenza dei casi avvenuti in Italia.

L’assenza di dati ufficiali e la poca diffusione a livello dettagliato di quelli raccolti dalla Casa delle Donne di Bologna, genera una situazione di confusione e di mala-informazione al riguardo, che alimenta stereotipi e pregiudizi nocivi alla lotta alla violenza sulle donne. Il progetto può essere considerato Data journalism, in quanto sfrutta un database per creare una mappa digitale interattiva, al fine di analizzare e visualizzare un fenomeno specifico.

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