Lonato, un guanto hi-tech per la riabilitazione

LONATO – A Lonato la neuroriabilitazione robotica è una realtà. Già una cinquantina i pazienti che hanno utilizzato il guanto robotizzato per il recupero neuromotorio della funzionalità della mano.

Grazie alla generosità del Rotary Club Salò e Desenzano, la Riabilitazione Specialistica di Lonato è stata dotata di un dispositivo robotizzato Gloreha. Ne abbiamo parlato con il dott. Francesco Pezzali, responsabile della Riabilitazione specialistica dell’ospedale lonatese.

Perché la robotica in riabilitazione?

“La letteratura scientifica ci ha insegnato che le armi vincenti della riabilitazione neurologica sono la precocità e l’intensità del trattamento. Purtroppo la rieducazione neuromotoria basata sul contatto diretto del terapista è una strada difficilmente percorribile in quanto comporta dei costi elevati. Da qui la necessità di sviluppare e adottare nuove strategie che presentino la stessa efficacia, ma con un basso impatto economico.

Queste due caratteristiche, il contatto diretto ed i costi contenuti, vengono soddisfatte appieno proprio dalla riabilitazione robotica che diventa una valida integrazione alla terapia riabilitativa classica”.

Ci può spiegare meglio di cosa si tratta

“Il sistema è basato su un guanto riabilitativo ed una interfaccia computerizzata che garantiscono un trattamento intenso, precoce, stimolante e flessibile.

Il guanto mobilizza le articolazioni metacarpofalangee ed interfalangee delle dita della mano e fa eseguire un esercizio riabilitativo.

Per rendere più coinvolgente l’esercizio e catturare l’attenzione del paziente, uno schermo riproduce con un’animazione in 3D l’esercizio stesso al quale un sofisticato software associa stimoli visivi e sonori che favoriscono anche il recupero neuro-cognitivo”.

Per quali pazienti o in quali patologie può essere utilizzato?

“Principalmente le persone colpite da ictus cerebrale per le quali la letteratura riporta un coinvolgimento degli arti superiori in circa l’80% dei casi. In questi pazienti il recupero è complesso e necessita di un approccio intensivo, requisito che il guanto robotizzato soddisfa pienamente.

L’apparecchiatura si è dimostrata efficace anche in altre numerose patologie post-chirurgiche ortopediche”.

Quali sono i benefici clinici del trattamento?

“I benefici sono molteplici. Alcuni semplici ed intuibili – miglioramento dell’escursione articolare, prevenzione di aderenze o danni da immobilizzazione, riduzione del dolore e dell’edema, miglioramento del metabolismo articolare e della circolazione linfatica e sanguigna – altri più tecnici e complessi come la stimolazione propriocettiva, l’incremento della coordinazione, della destrezza e dell’indipendenza funzionale, il miglioramento della capacità visuo-spaziali e attentive”.

Dopo averlo utilizzato per alcuni mese, che bilancio è possibile trarre? 

“Molto positivo. È uno strumento che consente peraltro di praticare la cosiddetta “mirror terapy”: si è scoperto che certi neuroni si attivano sia quando si compie un movimento, sia quando si osserva quello stesso movimento. In questo senso il guanto è utilissimo.

Per ora – conclude Pezzali – riusciamo a trattare solo pazienti interni, ma il guanto si potrebbe utilizzare anche a casa, evitando l’ospedalizzazione. Peccato averne solo uno».

Il guanto robotizzato per il recupero neuromotorio della funzionalità della mano.
Il guanto robotizzato per il recupero neuromotorio della funzionalità della mano.

I commenti sono chiusi.